The Maze Runner.

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Primo capitolo.
Remember / Survive / Run.

Remember / Survive / Run

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Era completamente buio, dei forti rumori rimbombavano lungo la salita, che per il ragazzo dai capelli mori e gli occhi color nocciola, sembrava infinita

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Era completamente buio, dei forti rumori rimbombavano lungo la salita, che per il ragazzo dai capelli mori e gli occhi color nocciola, sembrava infinita.
Cercò di strizzare le palpebre, ma pure quello era difficile da eseguire; i suoi occhi erano come bloccati alla ricerca di qualche spiraglio di luce.
Sfiorò con le dita, quello che aveva l'aspetto di una grossa scatola di metallo, passò la mano sopra la ringhiera e cominciò a sbattere violentemente.
«Aiuto! Qualcuno mi sente?» urlò nell'oscurità, proseguì con le sue grida, continuando a spingere il suo corpo e ferendosi lungo le braccia.
La scatola seguì il suo corso, finché si fermò con un colpo secco, portandolo a cadere per la forte spinta. Improvvisamente, udì delle voci confuse provenire da sopra l'ascensore, all'apparenza sembravano appartenere a degli adolescenti di non più di diciotto anni.
Stava per gridare, quando le porte della scatola si aprirono, rivelando dei ragazzi, tutti maschi. Riuscì a sbattere le palpebre e si coprì il volto con il braccio a causa della luce.
«Ecco un altro pive!» esclamò una voce roca, tentò di aprire gli occhi, ma inutilmente.
«Sembra una sploff del caspio!» disse un ragazzo, il pive tolse il braccio e osservò gli adolescenti sopra di lui. Li scrutò, passando da un lato all'altro, dovevano essere più di cinquanta.
«Ti senti bene, Fagio?» il moro puntò lo sguardo su un biondo, che era proprio davanti, aveva le braccia al petto e la testa penzolava leggermente verso destra, un paio di occhi azzurri coperti da un ciuffo dorato lo scrutavano come se fosse una nuova creatura da studiare; indossava, una maglia beige a maniche lunghe e dietro alla schiena spuntava un bastone, sorretto da una cintura che gli tagliava il petto e due occhiaie che gli circondavano i grandi occhi.
«Fagio?» ripetè con sguardo perso, fece scivolare le iridi lungo gli altri adolescenti; c'era un ragazzo asiatico, un altro di costituzione robusta, un biondo con gli occhi verdi e infine, un ragazzo di colore.
«Ti ricordi come ti chiami?» chiese l'adolescente con i lineamenti orientali, il Fagio ci pensò su e un nome gli si piantò dinnanzi.
«Alessio, mi chiamo Alessio. Chi siete? Dove sono?» cominciò a porre domande, quando il biondo di poco prima lo fermò.
«Ehy, calmati! Comunque, io sono Gennaro, ma puoi chiamarmi Genn» si presentò «lui è Minho» indicò l'asiatico «Chuck, Gally e Alby» proseguì, poi allargò le braccia «e noi siamo i Radurai e ti trovi nella Radura, benvenuto!» l'ultima parola aveva una punta di ironia, quello non aiutò per niente Alessio.
«Chuckie, occupati del nuovo arrivato!» ordinò Alby, Alessio intuì che lui doveva essere il "Capo" dei Radurai.
Il bambino, non poteva avere più di dodici anni, avanzò di un passo verso la sua figura, nei suoi occhi guizzò un luccichio come di sorpresa e di orgoglio.
«Dai, pive! Sali!» disse, gli porse la mano, il Fagio esitò un attimo, poi si decise, non voleva stare dentro a quella scatola ancora a lungo.
Si guardava attorno, completamente spaesato, pensava a dove diavolo fosse finito e perché non si ricordava nulla, a parte il suo nome. Intorno ai ragazzi, avanzava un'estesa di erba verde e in fondo, riusciva a scorgere delle baracche, quasi distrutte, ma quello che lo colpì, furono delle immense aperture di color grigio chiaro. Erano porte?.
Chuck gli diede una pacca sulla spalla, così fece Minho, che si allontanò dopo avergli rivolto un saluto. Gally e un altro paio di ragazzi, seguirono l'asiatico non prima di aver scoccato al nuovo arrivato uno sguardo di astio.
Gennaro gli passò accanto e gli sussurrò: «Non sei così tonto come pensavo, molti Radurai non ricordano il loro nome fin dopo il terzo giorno» ammiccò «forse ci sarai utile» finì, Alessio stava per replicare e chiedere maggiori informazioni, tuttavia il biondo si dileguò.
«Tranquillo, Fagio. Ora ti faccio fare un giro» il moro lo seguì, diede un'occhiata ai Casolari, successivamente si voltò verso Chuck.
«Cosa significa Fagio? E pive?» il ragazzino si passò una mano fra i capelli ricci e sbuffò.
«Sempre a fare domande, Fagiolino!» Alessio non capì perché si comportava come se avesse dieci anni in più, in realtà, molte cose erano confuse in quel momento.
«In ogni caso, Fagio e pive sono due parole per indicare il nuovo arrivato. Io sono qua da un mese e ancora mi chiamano così» spiegò, salutò con un cenno della testa un ragazzo e proseguì con il tour.
Alessio annuì poco convinto «Cosa diavolo ci facciamo qua?» domandò, Chuck evitò di rispondere, cambiando discorso.
«Mi rispondi?» insistè, il ragazzo frenò e si girò.
«L'unica cosa che devi sapere, è che non devi mai attraversare quelle porte. Chiaro?» indicò le due enormi aperture «ora mettiti a lavoro, la Radura non va avanti da sola» scoccò un'occhiata ad Alessio e poi gli rivolse un sorriso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 10, 2016 ⏰

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