2. Temper temper, time to explode

23 3 4
                                    

Parlavo con Brendon ogni giorno. Era diventato il mio unico sfogo, ricambiava ogni mio abbraccio e non reagiva a nessuno dei miei pugni.
Dio, lo odiavo quando non mi teneva testa. Mi faceva impazzire non esprimere la mia competitività, e a volte mi sembrava che lui volesse farmi impazzire. Lo odiavo... Ma allo stesso tempo ringraziavo Dio per avermi concesso di averlo al mio fianco. Mi stavo legando troppo a lui e una parte di me avrebbe voluto uccidermi per questo.

- Sai Jess, non abbiamo mai parlato dei tuoi amici... Hai una migliore amica, un migliore amico? Un ragazzo? Dai, non posso credere che tu non abbia un ragazzo.-

- Ti sembra che qualcuno sia venuto a trovarmi da quando sono qui?!-

Calò il silenzio, non volevo trattarlo in quel modo ma era più forte di me, non riuscivo a controllare il mio umore.
Brendon mi guardò per poi  girarsi verso la finestra. Rimase a fissarla per quelle che sembrarono ore fino a quando non mi rivolse la parola, con lo sguardo ancora rivolto verso il giardino.
- La prima cosa che ho pensato quando ti ho vista, è che non appartenevi a questo posto. Non potevi essere come dicevano, una ragazza apparentemente così a modo non poteva essere  cattiva, sola, aggressiva come mi era stato riferito. Ma probabilmente è vero Jess, ed io non so più che fare. Sono qui per aiutarti, ma posso farlo solo se tu me lo permetti, capisci? Lo sto facendo per te, perché a me non cambierebbe niente... Potrei benissimo passare i nostri incontri a chiederti cosa hai fatto durante il giorno quando so già che non hai fatto niente di nuovo e fregarmene.-

Ero scioccata dalle sue parole, non me lo sarei mai aspettato. Era stato molto diretto e in quel momento la mia parte sensibile e fragile aveva preso il sopravvento, rimanendo ferita.
La verità? Non volevo perderlo, volevo ancora le sue attenzioni e per quanto potesse risultarmi difficile, dovevo provare ad aprirmi con lui. Rimasi ancora qualche minuto in silenzio, le dita iniziarono a sanguinare leggermente per quanto le stavo torturando. Feci un respiro profondo, pulendo il sangue con l'estremità della mia maglia. Ero pronta a parlare, potevo farcela.

- Va bene.
No, non ho una migliore amica... Non ho nemmeno un'amica normale in realtà, non ho amici e basta. Ne ho avuti un paio ma ho preferito allontanarli. Però ho un ragazzo, o almeno lo avevo prima di venire qui. Si chiama James.-
- Parlami di questo James.-
- Non c'è molto da dire, non l'ho mai amato, litigavamo spesso e le uniche cose che facevamo insieme era scopare e drogarci. Sono stata abbastanza esauriente?-
Cercai di sembrare indifferente ma in realtà quel pezzo di merda mi era tutt'altro che indifferente. Era il mio peggior nemico ed era colpa sua se mi ero avvicinata ad un ambiente così losco.
- Di quali droghe facevi uso, Jess?-
- Ne ho provate tantissime, ma quelle che preferivo erano le anfetamine. Rimanevo anche tre giorni a letto, senza bere o mangiare, e i successivi tre giorni ero iperattiva. Sono andata in riabilitazione una volta e sembravo esserne uscita, ma ultimamente ci sono ricascata. Era l'unica cosa che mi faceva smettere di pensare, di parlare, di mangiare... Di fare qualunque cosa. Era vicino alla morte, capisci?-
- Ed ora che non puoi farne uso come ti senti?-
- Beh è dura, se prima riuscivo minimamente a controllare le mie azioni e i miei pensieri perché semplicemente non avevo le forze di pensare o agire, ora non ci riesco più.-
Abbassai la testa, avevo improvvisamente bisogno di piangere e prendere a pugni qualcuno ma non potevo farlo, non davanti a Brendon, non di nuovo.
- Jess? Che hai? Vuoi tornare...-
Non riuscì a finire la frase che mi avventai su di lui, iniziando ad urlare e scalciare. Le lacrime erano incontrollabili almeno quanto le mie azioni. Io non avrei voluto farlo, non avrei voluto fare niente di tutto quello che stavo facendo. Avrei voluto avere un ragazzo amorevole, una famiglia presente, delle amicizie che sarebbero durate per tutta la vita, come nei film. Ma avevo un carattere orribile, avevo allontanato tutti e reso la vita dei miei genitori un inferno nonostante fossero la cosa più preziosa che avessi. L'unica cosa che meritavo era ciò che mi stava accadendo.

Welcome Home (Sanitarium)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora