MATURITÀ è la parola giusta che apre questa storia.
Ho passato cinque anni in un mondo in cui non mi riconoscevo, con persone che avevano interessi opposti ai miei, ma finalmente il giorno in cui posso dire di essere "MATURA" è arrivato: 5 luglio 2016.
Il 5 luglio 2016 è la data di un nuovo inizio, è il giorno in cui sono rinata. Nel corso di cinque anni sono cambiata moltissimo e devo dire che sono fiera di ciò che sono diventata. Certo, c'è ancora qualcosa da perfezionare, ma il tempo c'è e le nuove esperienze che intraprenderò sono sicura mi aiuteranno.
Erano anni che aspettavo questo giorno, il giorno in cui avrei assaporato la vera LIBERTÀ: niente più ansie, niente più "oh no anche oggi cinque ore in quella scuola".
Sono pronta per godermi nel migliore dei modi questa "nuova vita"!
Una delle mie più grandi passioni è la lettura: amo passare pomeriggi interi all'aria aperta con un libro tra le mani, amo immergermi in un mondo in cui non sono io la protagonista, in cui non sono io a compiere le scelte. Non ho mai avuto un genere preferito, diciamo che "vado a periodi", ma una scrittrice preferita ce l'ho: Oriana Fallaci. La cosa che adoro di lei è il suo stile giornalistico e allo stesso tempo narrativo (se così posso definirlo), ma anche la sua schiettezza è ammirevole!
All'università avevo deciso di fare "Scienze della comunicazione" per poi intraprendere la carriera di giornalista ma sfortunatamente durante il mio cammino da liceale ho incontrato un professore che ha "calpestato e frantumato" i miei sogni. Sono una persona abbastanza insicura e nel momento in cui mi è stato ripetuto più volte che non avevo il talento per scrivere e che se avessi scelto quella facoltà avrei fatto "un buco nell'acqua" ho deciso di abbandonare quella possibilità.
Sinceramente non me ne sono pentita, sono entusiasta della scelta che ho preso e non vedo l'ora di iniziare questa nuova esperienza a settembre, ma la cosa per cui sono più felice in questi giorni è che è ritornato il mio amore verso la scrittura.
Da quando è entrato questo professore nella mia vita ho iniziato piano piano ad allontanarmi da questo mondo: prima lo consideravo un rifugio dove andare nei momenti di tristezza e di sconforto ma poi lo vedevo come un tormento. Non riuscivo più a rilassarmi mentre sentivo il ticchettio delle mie dita a contatto con la tastiera, non ero più in grado di fare una frase senza pensare a "ma è orribile", non ero più felice quando c'era il classico "tema" in classe.
Poi la svolta: la mia maturità.
Il commissario di italiano era esterno e rappresentava la mia unica possibilità di prendere un voto decente alla prima prova. Lo vidi gironzolare per i corridoi della scuola quasi smarrito, sembrava forse più impaurito di me che dovevo fare un esame!
Dopo aver stampato i testi della prima prova si presentò in aula e iniziò a esprimere tutti i suoi giudizi sulle diverse tracce che il Ministero ci proponeva.
La cosa che mi colpì successe alla quarta ora, nel momento in cui stavo per iniziare a copiare il mio tema in "bella copia". Il professore si avvicinò a me e timidamente mi chiese:
-Cos'hai deciso di trattare?-
-Il paesaggio.-risposi io.
Per un attimo mi scrutò attentamente, poi mi chiese:
-Ma il paesaggio è ciò che noi vediamo o ciò che è nascosto nella realtà?-
Non nascondo che il suo interrogativo mi fece rimanere perplessa e allo stesso tempo intimorita, ma devo ammettere che mi ha aiutato molto, mi ha aperto verso una nuova prospettiva e soprattutto mi ha aiutato a prendere il massimo dei voti nella prima prova.
Il professore però non mi ha aiutato solo in questa occasione.
Il titolo della mia tesina prendeva spunto da una frase detta dalla Raikumari Amrit Kaur che Oriana Fallaci aveva incontrato nel corso del suo viaggio per scrivere il libro "Il sesso inutile"; il commissario, appassionato della medesima autrice, mi suggerì nuovi libri da leggere nel corso dell'estate e inoltre mi incoraggiò a scrivere.
Quel suo incoraggiamento ha risvegliato qualcosa in me, ha fatto rinascere quella voglia ma soprattutto quella passione che da tre anni ormai avevo chiuso in un cassetto.
Ora grazie a lui ho ricominciato a scrivere, grazie a lui ho ritrovato il modo per esprimere la vera me.
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Diario di bordo: la mia vita
De TodoIl diario della mia vita: una raccolta di ricordi, pensieri, esperienze presenti e future. Un diario che parla di me.