XIX

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Alessio era felice, ma felice per davvero.

Erano quattro giorno che si svegliava con Genn tra le braccia, nudo, appoggiato al suo petto che dormiva beato.

Si chiese se avesse idea che sorrideva mentre dormiva: era bellissimo.

Da quando Gennaro gli si era dichiarato in quel modo strano, tutto suo, le cose avevano cominciato ad andare in modo incredibilmente perfetto. I loro amici erano stati felici per loro, vedendoli finalmente l'uno tra le braccia dell'altro nel modo in cui meritavano da tanto tempo.

Avevano parlato tanto dopo quell'episodio, condividendo emozioni, momenti di solitudine e gioia.

Si erano ritrovati forse più forti di prima, avvolti in un abbraccio che non avrebbero sciolto così facilmente, ed Alessio aveva raggiunto una serenità che lo faceva sentire completo.

"Alè."
"Buongiorno tesoro."

Gli occhi azzurri del ragazzo gli avevano sorriso ancora assonnati, ed il moro gli aveva accarezzato dolcemente il viso prima di baciarlo. Era bello il modo in cui si baciavano, perché causava in entrambi quella scossa che faceva fare mille capriole allo stomaco e gli mozzava il fiato per quanto amore trasmetteva. Gennaro ricambiò quel bacio approfondendolo sempre di più e salì a cavalcioni sul ragazzo facendo collidere i loro petti. Le mani di Alessio si strinsero dietro la schiena dell'altro e il movimento portò le loro erezioni a scontrarsi facendoli gemere.

Ansimarono sulle labbra dell'altro, mentre Gennaro si scostava un po' giusto per permettere all'altro di togliergli i boxer e farli scivolare ai piedi del letto mentre Alessio si spogliava dai pantaloncini da calcio che usava come pigiama.

Si ritrovarono nudi, l'uno stretto all'altro. Le dita del biondo accarezzarono con dolcezza il petto dell'altro, sorridendo mentre lo sentiva rabbrividire sotto il suo tocco. Alessio sentì le labbra carnose di Gennaro mordergli la mascella, soffermarsi a lungo sul collo e giocare con il lobo del suo orecchio. Lui ansimava, gemeva, gli mordeva il collo e con le mani accarezzava la schiena nuda affondando i polpastrelli nella pelle candida delle natiche. Sentì la sua erezione spingere contro quella dell'altro e quell'incredibile sensazione di totale benessere lo invase un'altra volta. Lui era abituato ad andare a letto con i ragazzi, a tenere la sensazione sotto controllo, ma da quando le cose tra di loro erano cambiate sembrava quasi che Gennaro si fosse evoluto, ed avesse cominciato a lasciarsi andare per davvero anche nell'intimità. Era più deciso, più forte, e non si faceva problemi a gemere contro le sue labbra permettendogli di capire cosa gli piacesse ricevere.

Però, Alessio, aveva mantenuto quello stato di protezione nei suoi confronti scoprendo anche quanto amasse il corpo dell'altro che si tendeva sotto di lui incastrandosi in un modo perfetto al suo. Ribaltò le posizioni e Gennaro si aggrappò alle sue spalle allargando le gambe per consentirgli di posizionarsi al meglio e gli morse un labbro sentendo il sapore del sangue invadergli la bocca.

La bocca del biondo accolse le dita dell'altro succhiandole e leccandole e mentre le tratteneva tra i denti gemeva per i baci sul collo che Alessio gli lasciava marchiando la sua pelle candida.

Quando il moro estrasse le dita, portandole poi all'altezza dell'orifizio di Gennaro, si allungò verso il comodino dove avevano lasciato i preservativi e ne prese uno.

Fu il biondo ad aprirlo e ad infilarglielo, mentre le dita del moro scivolavano dentro di lui cercando di abituarlo a quella presenza, poi guardò Gennaro per capire se fosse pronto.

Lui era sempre pronto.

Lo cominciò a penetrare piano, a piccole spinte, sia per abituare lui che per godere fino in fondo di quel momento che per lui era sempre magico.

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