Epilogo

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Alessio camminava veloce e Gennaro faticava a stargli dietro mentre faceva lo slalom tra i turisti. Il Sole scaldava la città e in strada c'era una considerevole folla.


"Alè e vai piano!"
"Muoviti che sono già tutti lì."
"Ho capito, ma mica scappano!"
"Ma sono già lì!"
"Oddio, ma che problemi hai?"
"Voglio rivederli, lo sai."
"Tralasciando che metà di loro li abbiamo visti per tutta l'estate, mancano anche a me."
"E allora corri!"
"Oddio santo."


Il biondo riuscì ad afferrare il braccio dell'altro per non perderlo e fu praticamente trascinato da lui fino al bar dove avevano appuntamento con il resto dei ragazzi.
Era passata l'estate, e con questa gli ultimi esami. Tornati ad Edimburgo avevano preso tutti studi e appartamenti diversi.

Lasciare il dormitorio era stato traumatico, però Alessio era felice di essere andato a convivere con Gennaro in quel piccolo bilocale vicino all'università.
Gli altri anche avevano cercato appartamenti, ma purtroppo a causa delle distanze non riuscivano a vedersi più così tanto spesso. Tuttavia, Giò aveva costretto tutti a presentarsi nel loro bar per una rimpatriata in grande stile e così appena tornati erano tutti corsi all'Elephant House.

Alcuni non si vedevano da mesi, dopo aver quasi pianto all'aeroporto prendendo il volo di ritorno in Italia. Era stata un'estate strana, all'insegna del divertimento e dell'amore, ma anche di decisioni dure riguardanti la strada che avrebbero dovuto intraprendere.
Avevano l'opportunità di proseguire gli studi ad Edimburgo, o di tornare in Italia definitivamente lasciandosi alle spalle la Scozia.


Alessio e Gennaro ne avevano discusso tanto, sia da soli che con i loro amici, ed alla fine avevano deciso di tornare ad Edimburgo e proseguire gli studi lì. Tutti avevano trovato la loro strada e così a Settembre avevano lasciato definitivamente il dormitorio prendendo appartamenti diversi.

Alessio e Gennaro erano andati a vivere assieme, in un piccolo appartamento vicino l'università e a pochi passi dal centro; anche Antonio e Francesco invece avevano deciso di andare in una zona più centrale, anche se non era molto comoda per le due diverse università. Cecio, Paolo, Giovanni e Davide erano rimasti insieme, e vivevano poco fuori dal centro della città.
Lea e Nando, invece, condividevano un monolocale nell'Old Town e lavoravano entrambi in un pub lì vicino.

Era strano essere separati, ma allo stesso tempo sapere di cominciare quella nuova esperienza era anche elettrizzante e la certezza di essere rimasti allo stesso modo una famiglia li accompagnava ogni giorno. Alcuni di loro si incontravano per un caffè al volo in università, o durante qualche corso che avevano in comune, ma non era come vivere fianco a fianco.
Appena rientrati in Scozia si erano quasi costretti ad incontrarsi tutti assieme, come una volta, come se il tempo potesse davvero fermarsi intorno a loro.
Ad Alessio quella sensazione di casa era mancata, e quasi gli venne da piangere quando vide i suoi amici seduti a quel tavolo, il solito, mentre ridevano e scherzavano.
Come se veramente avessero fatto un salto indietro nel tempo.

Antonio era a capotavola, con Francesco accanto e un menù a coprirgli metà volto; Giò sedeva con Paolo ed entrambi stavano girando una sigaretta che sicuramente avrebbero fumato una volta usciti di lì, poi c'era Davide che era impegnato in una strana conversazione con Cecio, strana per le loro espressioni così concentrate su quel pezzo di giornale che evidenziavano.
Nando era accanto a Lea, la era per metà nascosta dalla sua spalla, e giocava con una forchetta da dolce, forse aspettando qualcosa.

Era tutto diverso, eppure era tutto come prima.
Nothing is change but everything is different.


Aprendo la porta del locale, l'aria di casa e l'odore così famigliare li invase facendoli sorridere.
Fu Giò ad alzarsi di scatto, lasciando che il tabacco si sparpagliasse sul tavolo bianco del locale, ed andò ad abbracciarli come ogni fratello maggiore poteva fare dopo quel periodo di separazione.

Fu una sensazione bellissima sedersi ai soliti posti ed ordinare gli infusi che più preferivano dividendo le fette di dolci che ispiravano tutti, o forse nessuno, e che ridussero in briciole in poco tempo.

"Dobbiamo organizzare una cena tutti assieme, non c'è mai abbastanza tempo per parlare e poi rischiamo di non vederci."

"Facciamolo come appuntamento settimanale. Una volta a settimana in una casa diversa, così vediamo anche dove abitano tutti."
"Io ci sto."


Lea batté il cinque a Cesare, e poi tornò a concentrarsi sulla spalla di Nando che sembrava più comoda di qualsiasi altro cuscino.


"Possiamo cominciare da casa nostra, che ne dici Genn?"

"Perfetto! Non è grandissima, ma ci si può arrangiare."

Francesco si disse d'accordo, così come gli altri. Poi chiesero dove vivessero esattamente ma soprattutto come avessero organizzato tutte le cianfrusaglie che si erano portati dietro.


"Tipo le polaroid Ale?"
"Quelle non sono cazzate Paolo, ma comunque sono in salotto. Ha scelto Genn."
"E perché il salone Genn?"
"Perché così abbiamo abbastanza spazio per riempirlo di nuove foto, di foto della casa o solo nostre.
Insomma, per la nostra nuova vita."

Alessio arrossì, non essendo abituato a quelle dimostrazioni di affetto da parte del fidanzato, ma soprattutto perché gli altri del gruppo si erano come immobilizzati a fissarli.

Sicuramente alcuni pensavano alle lacrime versate, a ciò che avevano passato prima dell'estate, ai selfie poi mandati sul gruppo in quei mesi lontani e alla sofferenza che era stata sconfitta quasi come se avessero soffiato su quella polvere accumulata tutti assieme.
E tutti assieme erano andati oltre.

Fu un pomeriggio bellissimo, tranquillo, in cui il tempo si era fermato e le strade di Edimburgo sembravano accoglierli quasi come tre anni prima.
Si fermarono appena prima di salutarsi, davanti proprio al bar, ed Alessio tirò fuori dalla borsa la polaroid scattando un foto di gruppo che sapeva di felicità e di allegria.

Gennaro gliela strappò di mano prima che l'inchiostro potesse definirne i contorni, evitando lo sguardo curioso di tutti, e tirò fuori un pennarello sottile per scrivere qualcosa.
Quando la foto tornò tra le mani di Alessio, il ragazzo sorrise, mentre gli altri chiesero spiegazioni di quella parola che c'era scritta.

Oltre.

"E' come una promessa, e la voglio in casa.

Noi andremo oltre tutto, oltre tutti."

Non servirono altre spiegazioni, si strinsero tutti in un abbraccio che sapeva di promessa, così come quella foto, e poi si separarono tornando ognuno ai loro appartamenti.

Subito dopo che lui e Gennaro avevano attaccato quella foto, Alessio si fermò solo un secondo e baciò appassionatamente il ragazzo. Erano esattamente a metà della parete, tra quella parte piena di racconti fotografici che segnavano una vita, e quella bianca che era ancora tutta da scrivere assieme.
C'era solo una parola scritta tra quelle foto, con quella grafia scomposta e disordinata, spigolosa quasi quanto il carattere del biondo, ma che era il simbolo di ciò che sarebbe stata la loro vita.
Ed anche quei baci avevano un significato diverso, nuovo, che andava oltre tutto... Oltre l'incanto.


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Oltre l'incanto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora