1. Shit

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In questa fan fiction i protagonisti saranno Isabela Moner nei panni di Maddie Sivan e Jacob Sartorius come sé stesso.

Inciampai sui miei stessi piedi quando non guardai più dove stessi camminando, perdendomi ad osservare un ristorante da dove si potevano vedere i camerieri che portavano i rispettivi piatti ad i clienti.

«Fanculo..» Mormorai al mio stomaco che stava chiedendo pietà.
Si lo so, erano passate solamente tre ore dal mio ultimo pasto ma avevo corso per tutto il pomeriggio e adesso sarei stata capace di sbranarmi anche un maiale intero.

Come a farlo apposta un tizio mi passò davanti con un hot dog in mano, ed era impossibile non notare il ketchup o la maionese che sgorgavano dal panino.

«Cazzo cazzo cazzo.» Maledii mentalmente quel tizio e aumentai il passo dirigendomi verso casa mia cercando di evitare tutti i fast food che mi si presentavano davanti, con una voglia irrefrenabile di entrare e mangiarmi anche i camerieri.

Ma la situazione non era mica terminata, infatti una donna sfortunatamente per me obesa, mi venne addosso rovesciandomi tutto il pacchetto di patatine che stava mangiando tra i capelli.

Ma si, tanto per esaltare la mia sfiga.

Me la tolsi di dosso, porgendole una mano e aiutandola ad alzarsi. «Non volevo, mi dispiace.. Cavolo, ero di fret-» La interruppi tappandole la bocca, e lei spalancò gli occhi.

«È tutto ok. Ora scappo.» Dissi io cercando di correre via, con la tentazione di mangiarmi quelle patatine ma venni bloccata dal polso da un ragazzo sull'incirca 16 anni.

Mi fece voltare con una forza disumana tanto da farmi quasi andare addosso a lui, ma riuscii a mantenere l'equilibrio.
Per un momento avevo pensato che fosse uno stupratore, o peggio ancora, un serial killer armato, ma quando guardai i suoi occhioni da cucciolo stavo quasi per sciogliermi lì sul colpo.

Mi passò il mio cellulare in mano, e lo guardai interdetta sul cosa dire. «Ma che caz-» Dissi afferrandolo e infilandomelo in tasca di tutta fretta.

«Ti era caduto.» Disse semplicemente.
Stavo per annuire, quando un maledetto camion passò ad una velocità indecifrabile, schizzandoci un'intera pozzanghera di fango per tutto il corpo.

Gesù Cristo cosa ti ho fatto di male?

Rimasi immobile, con il fango che colava dal naso e la voglia di andare a prendere a pugni il guidatore del camion.

«Brutta mignotta che non sei altro.» Mormorò il ragazzo, riferendosi alla ragazza che scese dal camion. Ecco perché si dice che le donne al volante sono un pericolo costante.

La donna non ci calcolò di striscio, anzi entrò nel fast food Wendy's chiudendosi la porta alle spalle. «Guarda te sta milf.» Schizzai io, partendo in quarta per entrare in quel fast food ed insultarla a mio piacimento.

Il ragazzo mi bloccò nuovamente, attirandomi più vicina a lui. Prese entrambi i miei polsi, e li tenne tra le sue mani. «Sta buona.» sospirò, e riprese a parlare, passandosi una mano sui capelli ricoperto di fango.
«Ora andiamo su.» Continuò guardandosi intorno.

Mi trascinò dalla direzione opposta della mia meta.
«Amico, amico..» Mi bloccai sul posto. «Io devo andare di là.» Indicai l'altra strada, ma lui non pensò minimamente di mollarmi.

«Ma stiamo andando a casa mia, quindi andiamo di qua.» Disse retorico, roteando pure gli occhi. Strizzai gli occhi nella sua direzione, con me non li rotei gli occhi oke? oke.
(S/A: solo a me ricorda terribilmente tanto la scena di Dangerous Love in cui Abigail dice a Blake che non può fare spallucce con lei?)

Piantai i piedi sull'asfalto e incrociai le braccia al petto. Non mi sarei mossa da lì finché non mi avrebbe mollata.

«Senti, vuoi che i tuoi ti vedano in queste condizioni..» Disse indicando tutto il mio corpo ricoperto di fango.

Arricciai le labbra, «Non ho i genitori.» Sussurrai con la paura che potesse sentirmi. Purtroppo mi sentì.

Lui mi fissò, come se stesse per dire qualcosa ma si fermò. «Allora meglio così, puoi tornare a casa pulita e poterti dedicare alle tue faccende. Però già lavata.» Disse non smettendo di guardarmi negli occhi.

Con una semplice occhiata riuscì a convincermi.
Magari aveva usato poteri magici, era uno stregone e io non lo sapevo, ma riuscì nel suo intento, ovvero farmi andare con lui.

Mi prese per mano, ma io la ritirai subito di scatto, automaticamente.
Gli lanciai un'occhiataccia maldestra, mentre lui sbuffava.

Avevo già capito che non saremmo andati molto d'accordo. Colpa mia e del mio carattere di merda, ops.

In circa cinque minuti arrivammo davanti a casa sua, e io, totalmente non a mio agio con tutto quel fango addosso corsi dentro a casa sua.

Non c'era nessuno, e i suoi genitori?
Decisi comunque di non fare domande, la mia linguaccia a volte mi metteva nei casini.

«I miei non ci sono quasi mai. Sono sempre in viaggio di lavoro.» Disse, come se stesse rispondendo alla mia domanda.

È ufficiale, è un veggente e legge la mente.

«Lavati prima tu.» Mi disse, sorridendomi leggermente.

Che minchia sorridi.

«Va bene. Dov'è il bagno?» Chiesi guardandomi intorno. Ero in imbarazzo.

Prima che aprisse bocca la porta si aprì e..

Ma che cazzo.

Bitch I'm Jacob.       J.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora