Capitolo 3.

369 17 10
                                    

< Ehm.. Ciao.

Gli dico con noncuranza. Lui mi sorride e dentro di me continuano a bollire tutti gli organi, nonostante io non ne conosca circa la metà di tutti quelli che abbiamo in corpo, visto che faccio alquanto schifo in anatomia.

Però questa sensazione mi mette molto a disagio. Sono sempre stata fredda. Con tutti. O meglio, con mio fratello non lo sono quasi mai, ma perchè con lui non riesco ad essere di ghiaccio poiché le mie vene, ogni volta che litighiamo, ribollono di rabbia.

Così cerco di fargli un sorriso forzato, così da salutarlo e mentre tutti chiacchierano, di dileguarmi.

Il sorriso mi esce malissimo, che sembra quasi una smorfia.

< Tutto bene?

Mi chiede quel tipo di rimando, con uno sguardo interrogativo, appunto perché il mio sorriso faceva alquanto schifo e sembrava che stessi soffrendo per non si sa cosa.

Rido, stavolta sul serio.

< Beh, sinceramente quello era un sorriso.

Ride anche lui, ma proprio mentre lo fa, io smetto, e come mi è successo prima con mio fratello, mi rabbuio.

< Mmh.. io vado.

Sbotto, stupendomi di me stessa, anche perché stavo quasi per fare una specie di amicizia, magari.. non che io voglia, logico, ma come se il mio corpo respingesse ogni persona, infatti, mi è venuto automaticamente da rispondergli in un modo alquanto maleducato ed antipatico. Forse perché con le altre persone sono davvero maleducata ed antipatica. Adesso gli sembrerò lunatica o cose del genere, ma la mia bocca ha agito prima della mente, e così, con quel tono duro, gli ho appena detto che me ne vado via.

Davis.. Sì, penso si chiami così, mi guarda perplesso. Io saluto velocemente e sgarbatamente Liam, mentre è abbracciato alla ladra di bagni. Intanto Danny continua a fissarmi. E continua a farlo anche mentre mi avvio, camminando sotto la pioggia, verso le solite scalette, dove mi siedo sempre prima di andare a scuola.

Mi sto per infilare le cuffiette nelle orecchie quando, però, la campanella della scuola, che annuncia l'entrata, inizia a suonare. Rendendomi conto di aver sprecato tutto il quarto d'ora che avevo a disposizione per pensare alle mie cose e per ascoltare la musica, stando con quei patetici amici montati di mio fratello, infilo le cuffie in tasca e mi alzo dagli scalini. Mi avvio al portone principale della scuola con un po' di tristezza e proprio prima di entrare sento una voce che chiama il mio nome.

< Arden!

Non mi giro.

< Arden!!

Continuo a camminare per il corridoio che ho appena imboccato.

Giro a destra e inizio a salire le scale.

Forse mi sta fatica, o forse non voglio instaurare una conversazione con Deven, visto che quella che ho avuto circa cinque minuti fa con lui è stata abbastanza imbarazzante e fastidiosamente piacevole, con tutto il mio corpo che cominciava ad avere caldo, dopo la sua presentazione e i suoi fugaci sguardi, ma fatto sta che, dopo essermi girata giusto per guardare chi mi chiamava, ho ripreso il mio percorso diretta nella mia aula.

Entro in classe. Mi aspetta una dura lezione di matematica. Guardo l'orologio ogni minuto, ogni secondo, sperando di finire presto quella straziante giornata. Ma il tempo non mi è favorevole, infatti, alla fine della prima ora, manca ancora una ventina di minuti. Comincio a scarabocchiare il quaderno, anche perché di ascoltare quel noioso professore non ne ho la minima voglia.

Disegno un gattino e per sbaglio, osservandolo alla fine dell'opera e accorgendomi di aver realizzato un obbrobrio, scoppio a ridere, guadagnandomi lo sguardo interrogativo di Christian. Oggi mi sento felice. Solitamente non rido molto in classe, beh, neanche fuori dalla classe, ma fatto sta che oggi, adesso, sto ridendo. Visto il mio improvviso buon umore, mostro a Christian il "gattino". Inizialmente, credo non capisca il senso di quel gesto, così continua a guardarmi perplesso.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

EVEN ICE CAN BURN •Dylan O'Brien•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora