Fretta, ansia, tristezza, felicità, malinconia, troppe emozioni lo circondavano, tutte diverse, tutte emotivamente forti, ma così lontane dall'essere provate dal ragazzo.
Si passò nervosamente una mano fra i capelli, si sedette su una panchina e guardò lo schermo del cellulare 00:00 sbuffò e si guardò attorno, c'era ancora troppa gente per essere così tardi.
Un lieve rumore lo fece girare, la panchina, prima vuota, ora era occupata da un ragazzo, i capelli neri, gli occhi nocciola, era bello "come mai solo a quest'ora?" ci mise qualche secondo a realizzare che stava parlando con lui "potrei farti la stessa domanda" il moro alzò le spalle e guardò il biondo "dunque?" incrociò le braccia al petto e tornò a guardare davanti a se "sono uhm.. scappato" annuì "io viaggio" si passò la lingua fra le labbra e tornò a guardare il biondo "ora dove avresti intenzione di andare?".
Non lo sapeva, non ci aveva realmente pensato, era semplicemente corso fuori dalla porta e si era ritrovato in stazione senza voler realmente andarci "non lo so" il moro rise "passiamo assieme questa giornata" si girò totalmente verso il biondo "solo per oggi?" non capiva "si, io passerò con te solo questa giornata, come se ci conoscessimo da sempre e poi ognuno per la sua strada" scosse le spalle, come se fosse la cosa più normale di tutte "e solo per oggi sia" si strinsero la mano e si alzarono, entrambi diretti vero l'uscita della stazione.
Il moro fece cadere lo zaino a terra, prese il cellulare e accese la musica "glad you came?" il biondo rise non appena la canzone iniziò "è rifatta in modo che sia 'metal', è stupenda, ora zitto e vieni" lo prese per una mano e lo attirò a se iniziando a ballare sgraziatamente.
Erano due ombre nel buio della notte illuminate solo dalla luce della luna, come un piccolo faro nel bel mezzo del mare, oppure un proiettore ad un concerto, era li per loro.
Il moro prese lo mano del biondo, lo fece girare su se stesso e lo lasciò andare, iniziando poi a cantare e saltare su se stesso, sembrava una piccola rock star nel momento epico di un concerto, il biondo lo guardò, rise, ed iniziò a girare su se stesso fissando le stelle.
Era felice.
Una voce lo fece fermare "hey biondo, ancora non so come ti chiami" rise leggermente "Patrick" il moro sorrise, gli prese una mano e gliela baciò "Peter, ma chiamami Pete" gli lasciò andare la mano "questa cosa fa tanto damigella nell'ottocento" il moro raccolse lo zaino "sono solo un gentiluomo" risero entrambi.
La lieve luce dell'alba colpì entrambi come il colore su una tela bianca, li dipingeva come i dipinti più belli, li avvolgeva nella sua perfezione e li faceva suoi "possiamo dormire?" la voce lieve del biondo fece girare il moro verso di lui "certo" si stesero entrambi sulla sabbia, ci volle veramente poco perchè entrambi si addormentarono.
Suola contro asfalto, mani strette una all'altra, sorrisi leggeri e sinceri, risate di chi problemi non ne ha, sguardi di chi è innamorato e non ha paura di mostrarlo.
Si fermarono davanti ad un negozio di abiti usati "cosa vorresti fare?" senza dargli una risposta, il biondo tirò il moro dentro al negozio.
Le pareti verdi pastello, il bancone azzurro chiaro, vari e piccoli oggetti ovunque, luci a neon colorate, il biondo amava quel posto "vieni" si incamminò subito verso le pellicce, lasciò la mano del moro e ne prese in mano una bianca "provala" posò a terra lo zaino e se la mise addosso "ora mi servono degli occhiali ed un cappello" si allontanò dal biondo ed iniziò a guardarsi attorno, dieci minuti dopo fu di nuovo davanti alle pellicce con addosso degli occhiali rotondi da figlia dei fiori e una coroncina di fiori "sono troppo figa, andiamo" il biondo rise "andiamo moglie, la regina Elisabetta ci aspetta" il moro lo squadrò "perchè io la donna e tu il belloccio con la giacca di pelle e i pantaloni a vita alta alla Alex Turner?" fece spallucce e lo portò al centro del negozio, era appena iniziata Arabella in radio e nessuno gli avrebbe impedito di ballarci su.
Sembravano la coppia più bella del mondo, una di quelle coppie che invidi con tutto te stesso, si abbracciavano entrambi, ridevano e ballavano in modo casuale per tutto il negozio, oggetto di sorrisi da parte di clienti e commessi, vennero interrotti da un flash "scusatemi, eravate troppo belli" una ragazza con i capelli rosa li stava fissando con una macchinetta fotografica in mano "lui è bellissimo" il biondo arrossì subito per la frase del moro.
Uscirono dal negozio mano nella mano, senza nessun imbarazzo, senza nessun dubbio, semplicemente volevano farlo "vuoi un gelato?" il moro annuì, sembrava un appuntamento in piena regola, si sedettero entrambi al tavolino fuori dalla gelateria "sono quasi le otto" annuirono entrambi "è quasi finita la giornata" la voce del biondo era così lieve che sembrava sussurrata, nessuno dei due voleva ammettere che erano quasi alla fine, quasi alla conclusione di tutto.
Si alzarono non appena finito il gelato e andarono sulla spiaggia, l'acqua ormai come una pozza nera di inchiostro, si guardarono per breve tempo e le labbra del moro furono presto su quelle del biondo, un bacio che sapeva di necessità, di speranza, di tristezza "Patrick.." il biondo annuì "ti prego".
L'acqua li nascondeva dal mondo, creava un piccolo scudo attorno ai due, una bolla in cui esistevano solo loro, solo loro e quel piccolo amore nato per caso, i respiri fusi in uno solo, mani che si esplorano, si cercano, pelle che brucia a contatto con altra pelle, baci dati con voracità, gemiti che si fondono in una melodia perfetta.
Erano solo loro, loro e il loro piccolo amore nel buio di quella notte perfetta.
Si sedettero entrambi sulla panchina posta sullo spazio apposta prima di salire sul treno, guardarono il telefono 23:50 entrambi con le lacrime agli occhi "ti prego, non andartene, ti scongiuro" il moro sentì il cuore andare in frantumi, vedere il biondo in quello stato lo uccideva "avevamo detto solo per oggi" cercò di sorridere, ma si lasciò sfuggire un singhiozzo "non puoi lasciarmi così" il treno si fermò davanti a loro "devo" si avvicinò alle scalette del treno "promettimi che non mi dimenticherai mai, promettimelo" il biondo annuì "non dimenticarmi nemmeno tu, mai, ti prego" scosse l testa, appoggiò una mano sulla sua guancia "non potrei mai" lo baciò, il bacio d'addio.
Lo guardò negli occhi "ti amo Patrick" la voce rotta dal pianto "anche io Pete" il fischio del treno li fece separare e le porte si chiusero.
Pete sparì all'interno del treno sotto lo sguardo smarrito del biondo.
ME.
c'era la brallon, dunque perchè non fare la peterick?
spero vivamente vi piaccia.
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TODAY // Peterick
Fanfiction"solo per oggi?" "si, io passerò con te solo questa giornata, come se ci conoscessimo da sempre e poi ognuno per la sua strada" "e solo per oggi sia" / OS PETERICK /