Capitolo 2

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È mattina e Yuko sta raggruppando gli ultimi oggetti da mettere in valigia.

Ogni tanto sente l'uomo lamentarsi e non può non ripensare all'altra sera, vergognandosene subito e colorandosi di rosso.

<Com'è possibile che abbia davvero detto quelle cose!!! E, per giunta, ho anche cantato! Me lo ero ripromessa! Te lo eri ripromessa Yuko!> si maledice la ragazza.

"D-dove...dove sono..."

Yuko si gira verso il ragazzo, sorpresa di vederlo sveglio.

"Chi sei?" Continua lui con voce flebile.

<Non ha un bell'aspetto> pensa lei, guardandolo disteso sul divano, febbricitante e con i capelli appiccicati al viso tutto sudato.

<Fa pena...e anche un po' schifo. Un uomo ridotto così alla sua età, anche se sembra giovane...avrà sui 22/25, forse..>

"Allora? Che è successo? Dove sono? Chi sei tu?" continua lui spaventato dal silenzio della ragazza.

"Ti sembra questo il modo di rivolgersi alla persona che ti ha salvato il culo, sbirro??!"risponde lei acida.

"Perché, tu mi hai salvato?!"chiede con tono confuso e sorpreso mentre guarda il luogo in cui è stato portato.

Non vi sono finestre da cui possa entrare luce, solo un piccolo oblò, situato di fronte alla porta, nel muro opposto.

In 'cucina' ha un forellino arrugginito e un lavello gocciolante, uno attaccato all'altro.

Non ha un letto e nemmeno un bagno; possiede solo un divano rappezzato alla bell e buona...

"E tu mi avresti salvato per portarmi qui?! In questo buco?? Non c'è neanche un letto su cui dormire. E il bagno? La fai negli angolini?
Questa non è vita, e non è di certo un salvataggio!" rimarca il ragazzo infuriato.

Yuko lo guarda, lo fissa negli occhi.
Si chiede come mai lo abbia salvato... perché si sia dovuta mettere in ridicolo...solo per fare una cosa buona?

Ora ricordava...il motivo del suo cambiamento.

<Sono tutti uguali...> pensa fra se e se.

Fa un sorriso accennato rivolgendo lo sguardo a terra tristemente.

Il ragazzo la fissa a sua volta sorpreso.
Perché ha reagito così?

Guarda meglio la ragazza, capelli arruffati e sporchi, vestiti non molto curati e puliti e....due enormi occhiaie.

Spostò lo sguardo verso di sé sul divano per poi riosservare la stanza.
L'unico posto comodo dove si possa dormire era quel sofà.

E di fianco a lei vide un secchio d'acqua, uno strofinaccio e un piatto con dello stufato caldo.

Il ragazzo si maledisse e si diede dello stupido per come aveva trattato la ragazza. Lo aveva accudito tutta la notte dandogli un tetto sulla testa e un letto su cui riposare.

Non poteva essere stato più irriconoscente e maleducato.

-Devo scusarmi- continuava a tormentarsi il giovane.

Senza forze e ancora febbricitante scese a fatica dal divano e si inginocchiò, poggiando la testa a terra.

"Ti chiedo scusa. Sono stato uno stupido, arrogante e maleducato. Mi hai accolto qui in casa tua, mi hai salvato e aiutato, e io di rimando ti ho urlato in faccia. Ti prego, perdonami." disse il ragazzo rivolto a Yuko.

Lei era rimasta senza parole. Osservava il ragazzo prostato ai suoi piedi mentre chiedeva scusa.

<Come mai questo improvviso cambiamento? Vuole forse prendermi ancora in giro?>

"Hey sbirro! Alza la tua testona dal pavimento, poggia il tuo culo sul divano e mangia sto schifo. Dobbiamo partire fra poche e non voglio pesi morti. Chiaro?" disse lei fredda come sempre.

"Va bene." rispose lui sorpreso.

"Comunque piacere di conoscerti! Io sono Oda Rinnosuke. Sono un ufficiale di polizia"

"Caro mio, forse non lo sei più. Dopo il tuo svenimento il tipo alla ricetrasmittente a delegato il tuo incarico ad un altro." risponde lei secca.

"Cosa? Ma...non può!? Perché?! Ormai ero vicinissimo alla risoluzione del caso!" era visibilmente irritato e deluso.

"Quale caso? Jack lo squartatore orientale?! Ma per favore!" cercò di sviare il discorso.

Sapeva benissimo che erano venuti per lei.

"Spiritosa!" rispose con tono sarcastico "Comunque no, mi spiace. Sto cercando di rintracciare una ragazza scappata da un orfanotrofio 4 anni fa. Purtroppo ho solo una sua foto di quel periodo e ormai sarà cresciuta." spiegò lui amareggiato.

"Non pensi che potrebbe già essersela svignata?" tentò Yuko.

"Impossibile. Non ha il passaporto e crearne uno falso per una minorenne sarebbe stato un problema." rispose sicuro Oda-san.

"Un cambio di identità allora? O anche solo modificare aspetto anche solo il colore dei capelli vi avrebbe fatti precipitate in un buco nero." riprovò lei.

"Non può cambiare identità. I protocolli giapponesi sono molto rigidi su questo. In qualche modo riescono sempre a smascherare un cambio illecito.
Per quanto riguarda l'aspetto fisico, si, potrebbe anche averlo fatto, ed è questo il maggior problema. Però la fisionomia facciale è quella. Non può cambiarla."

<Wow. L'ho proprio ossessionato. Ha già pensato ad ogni evenienza.>

"Allora, adesso vuoi dirmi come ti chiami? Per favore?" chiese il ragazzo sospettoso.

<Oh merda! E che gli dico?! Non posso rivelargli il mio vero nome! Devo per forza usarne uno falso.
E se poi lo scoprisse?! Ahhhh quanti problemi!>

Yuko stava letteralmente impazzendo. Non aveva alcuna idea su come sfuggire da quella situazione.

<Non c'è alternativa, devo rischiare.>

"Ecco...mi chiamo...mi chiamo Nagisa...." rispose cercando di fare la indifferente.

"E di cognome?"

"Tsubayashi...."

"Tsubayashi Nagisa-san quindi.
Beh, grazie ancora per tutto quello che hai fatto!" la ringraziò Oda-san.

"Sisi tralasciamo i convenevoli. Finisci li, cambiati e andiamo via."

[....]

Nel frattempo, alla stazione di polizia di Tokyo.

"Allora? Li avete trovati?" chiese il sovrintendente.

"Ehm..non ancora signore, ma abbiamo delle informazioni riguardanti la ragazza." spiegò Hyuga-san, il nuovo responsabile del caso.

"Parla."

"Ecco, gli ultimi avvistamenti sono stati nella prefettura di Kanagawa, in un quartiere malfamato."

"Sbaglio o eravate proprio sul luogo?!" domandò irritato l'uomo.

"Si, è vero. Ma non siamo riusciti a trovarla. Però abbiamo chiesto informazioni e pregato di contattarci per ulteriori dettagli!" cercò di cavarsela il poliziotto.

"E per quanto riguarda il vostro compagno?"

"Di lui non abbiamo nessuna traccia. Però ho lasciato alcuni uomini nell'ospedale più vicino così se qualcuno lo porta li, mi contatteranno." disse lui sicuro.

"E non potevi lasciare uomini per cercare la ragazza?! È di massima priorità!" lo rimproverò scocciato.

"Mi perdoni signore, non ci avevo pensato " si scusò il ragazzo chinandosi in avanti.

"Ora vattene, e cerca di portarmi dei risultati, altrimenti...." lo minacciò non solo con le parole, ma bastò un suo sguardo a far capire a Hyuga-san che gli sarebbe capitato qualcosa di brutto.

Con tutto il coraggio che aveva in corpo tirò fuori la voce per sussurrare un flebile "Arrivederci" prima di uscire dall'ufficio.

Accursed Souls: Anime MaledetteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora