Camorra

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Così pensai al lavoro di mio padre e pensavo al camorrista come una cosa bella e positiva, visto che tutti volevano diventarlo, pensai che anche lui potesse esserlo diventato. La sera a cena mio padre non c'era, e spinto dalla curiosità chiesi:

<<"mà ma babbo dov'è?">>
<<" è a lavoro">>
<<"e che lavoro fa?">>
Mamma scossa da questa domanda fece finta di non sentire e continuò a lavare i piatti.
<<"mamma me lo puoi dire se fa il camorrista, tanto lo so che qui ce ne sono tanti">
Ancora più scossa rispose a tono più alto
<<"e tu che ne sai? Te l'ha detto papà? ">>
<<"no un mio amico, suo padre è un grande camorrista">> dissi con entusiasmo.
<<"oh Gesù! Non te la devi fare con questa gente, quella è gente pericolosa a mamma, hai capito?">>
<<"perché mamma tutti vogliono fare il camorrista, e poi non lo è anche papà?">>
<<"sì a mamma, ma tuo padre non è come loro, lui è bravo e lo fa per noi e per mantenerci e per farti avere un futuro migliore">>
<<"ma allora perché tutti vogliono essere come papà, cioè camorristi?">>
<<"perché la gente non sa cos'è l'umiltà, la legalità, poi un giorno capirai a mamma tua. Però promettimi che almeno tu non diventerai come loro. ">>
<<"promesso, mamma">> ci abbracciammo e mi portò a letto.
Nel frattempo erano tornati a casa babbo e Pasquale. Ero a letto, ma in testa mi farfugliavano tante cose e non riuscivo a dormire, così nel silenzio sentii cosa dicevano in cucina.
<<"che c'è Grazia? Ti vedo giù?">> disse papà a mamma
<<"Tommaso">> disse a bassa voce per non farsi sentire.
<<"Tommaso? Cosa Tommaso?">>
<<"sa tutto, ha fatto amicizia con il figlio di Pino e gli ha raccontato qualcosa">>
<<" prima o poi lo doveva sapere, non ti preoccupare. Ah, comunque facciamo i complimenti a Pasquale che stasera mi ha fatto fare bella figura con i capi">>
Mamma scoppiò a piangere e Pasquale entrò in camera silenzioso e si mise nel letto.
Iniziò una discussione tra mamma e papà:
<<"dovevamo venire qua perché non tenevamo soldi e invece guardati, guarda cosa sei diventato! Ciro non ti riconosco più, ora pure Pasquale. Fammi solo un piacere lascia sta' a Tommaso e fallo studia">>
<<"Grazia, basta mi devi lasciare stare. Faccio tutto questo per voi e questo è il ringraziamento?">>
<<"era meglio restare a Salerno">>
<<"sì, senza una lira. Così li facevi morire di fame a sti creature.">>
<<"avremmo trovato qualcos'altro">> disse mamma, mentre papà si avviava verso la porta di casa per uscire.
Questa fu la mia infanzia, le cose le capivo dai discorsi di papà, di mamma o di altre persone. All'età di 15 anni avevo appreso tante cose ,anche a scuola, sulla Camorra. Sapevo che c'era un codice speciale e che il primo comandamento era: "nella vita bisogna essere in grado d'inseguire e di scappare; per uccidere e per evitare d'essere uccisi o, per lo meno, arrestati". Sapevo che Scampia era chiamato il paradiso delle droghe e questo l'avevo imparato anche dal fatto che fuori al parcheggio c'era una bancarella con panini a 2,50 euro che poi scoprii essere panini con cocaina dentro.

Imparai che a Scampia o meglio al porto di Napoli era gestita qualsiasi cosa come il commercio di scarpe, abbigliamento, accessori d'importazione cinese

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Imparai che a Scampia o meglio al porto di Napoli era
gestita qualsiasi cosa come il commercio di scarpe, abbigliamento, accessori d'importazione cinese.... A Napoli qualsiasi cosa era controllata dalla Camorra.

La spazzatura, ad esempio, è ovunque, in queste terre,  finiscono quasi tutti i rifiuti sfuggiti ai controlli legali (pari ad una massa grande il doppio del monte Everest)

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La spazzatura, ad esempio, è ovunque, in queste terre, finiscono quasi tutti i rifiuti sfuggiti ai controlli legali (pari ad una massa grande il doppio del monte Everest) . Tutto questo con il benestare dei funzionari pubblici compiacenti e delle aziende stesse che, facendo finta o non volendo sapere dove i propri rifiuti vanno a finire, hanno affidato alla Camorra quella che ormai è diventata merce, di un traffico di centinaia di miliardi di euro ogni anno, valore inferiore solo a quello del traffico della cocaina. Oppure la sartoria di qualità per i grandi marchi della moda italiana realizzata in condizioni di miseria umana e imprenditoriale, oppure la guerra tra i boss di Secondigliano. Inoltre, sapevo che a Scampia esisteva lo Scampia's slang, un vernacolo misto di veracità partenopea e dialetti regionali.

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