Tommaso

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Al mio sedicesimo compleanno erano presenti molti dei camorristi di Scampia, amici ormai di papà, che era diventato di grande fama, qui nel quartiere, solo dopo 7 anni. Ero deluso da mio padre perché avrei preferito festeggiare il mio compleanno in famiglia, da soli, e invece mi ritrovavo a sentire dei discorsi tra papà e suoi amici sconvolgenti, mentre gli altri bambini non erano per nulla scossi, ma erano indifferenti, o perché volevano diventarlo anche loro o perché erano abituati a sentire queste tragiche storie.

<<"e fatt ò serviz?">> chiese un boss
«Sì, Lelluccio è stato legato, seviziato, torturato. Poi con un coltello da macellaio lo hanno (gli uomini di papà) scuoiato, mentre le tronchesi lavoravano sui suoi polsi, fino a strappargli le mani. E mentre il sangue schizzava e lui stramazzava dal dolore è arrivato il tempo di morire. Bruciato vivo»
<<"Bravo Ciro, accusi s fa">>

Questo fu il mio compleanno, come per non parlare di quelli successivi. Ebbi un'adolescenza tragica.

Una domenica mattina, mio padre uscì presto e io lo seguii, mentre mamma e Pasquale dormivano. Era diretto verso il parcheggio dei 7 palazzi, ovvero quello di fronte a Le Vele, dove i 2/3 delle case erano abbandonate. Scoprii che molte zone erano zone fantasma, cioè nascoste all'accesso degli sbirri. All'interno c'era un piccolo maneggio dove vivevano animali come pitoni, tartarughe, cardellini ... Ascoltavo tutti i loro discorsi quando all'improvviso arrivò Pasquale :

<< Ba', hai visto Tommaso?>>
<<No, perché?>>
<<Non c'è a casa, non lo trovo. >>
<<Sarà per qui! Vai a vedere al parco !>>

Così uscii fuori senza farmi vedere e andai incontro a Pasquale per tranquillizzarlo.

<< Dove eri? Ci hai fatto spaventare! Non lo fare più!>>
<<Scusa.>>
<<Vuoi venire con me?>>
<<Dove? E mamma?>>
<<Mamma dopo la chiamiamo, vieni andiamo al porto!>>

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