C'è un semplice ragazzo alla stazione degli autobus.
Divisa, borsa di scuola e un orologio da polsino sulla sinistra.
È lì che aspetta. Ormai lo fanno tutti al giorno d'oggi.
Ma ci abbiamo mai pensato a cosa significhi aspettare?
Si perde forse tempo? Potresti casomai trovarti dall'altra parte del mondo con tutto il tempo che hai aspettato.
Ma poi siamo sicuri che il tempo aspetti noi e non viceversa?
Fatto sta che c'è un ragazzo che sta aspettando.
La monotonia della mattinata a cui era abituato il ragazzo però è stata rotta da una ragazza che corre per aspettare.
È una ragazza come le altre. Non è diversa o particolare per il suo aspetto o per i suoi modi di fare.
Arriva finalmente l'atteso autobus e i due ragazzi entrano ma da due porte differenti. Forse non si sono ancora notati o forse sono troppo timidi.
L'autobus si ferma davanti ad un edificio e i due ragazzi scendono, sempre da due porte differenti.
E a questo punto di riesce ad intravedere un pizzico di differenza tra la ragazza e il ragazzo.
La ragazza si guarda attorno spaesata e nessuno dei suoi coetanei sembra notarla.
Il suo sguardo si ferma sul ragazzo di fianco a lei e decide di attirare la sua attenzione.
"Ciao io sono Rea e come avrai potuto notare sono nuova, mi accompagneresti a fare il giro della scuola? Sai mi sento un po' a disagio"
Lui, il ragazzo con l'orologio, si gira verso di lei, la squadra per poter constatare se fosse una buona compagnia visto che fino ad ora non è stato fortunato con le amicizie.
Si accorge del sorriso smagliante e per niente finto che aveva inpossessato la bocca della ragazza da quando gli aveva rivolto la parola. Lui ricambia quel sorriso anche se il suo non si poteva paragonare a quello della ragazza.
"Certo, ho notato che sei spaesata ma non volevo farti sentire a disagio. Ho visto anche che guardavi gli altri ragazzi in cerca di aiuto: fidati, lascia stare. Allora andiamo".
Si vede benissimo che Rea era più che entusiasta all'idea di avere un amico e per cui non se lo fece ripetere due volte e segue il ragazzo all'entrata della scuola.
Dopo tutto era un vantaggio per entrambi: lei conosce il posto e lui salta le prime lezioni perché, diciamola tutta, è meglio stare insieme a qualcuno piuttosto che seguire la lezione.
Alla fine del giro l'aiutò anche a cercare la classe che per fortuna era di fronte alla sua e si lasciarono lì. Due strade differenti ma in un unico complesso, un po' come quello che era successo nell'autobus.
Le lunghe lezioni finirono e a causa dei troppi studenti, i due non si videro ne salutarono.Un petalo di un fiore di loto si posa davanti all'entrata di una casa grigia e triste raggruppata in un complesso semplice, geometrico e ripetitivo di case a schiera, ma c'è quell'ammirabile petalo che riesce a distrugggere questa rozza banalità.
-L

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Dollhouse
Mystery / Thriller"Ciao io sono Rea e come avrai potuto notare sono nuova, mi accompagneresti a fare il giro della scuola? Sai mi sento un po' a disagio" È iniziato tutto con una semplice presentazione e lui con semplicità l'aveva fatta entrare nella sua vita. E se l...