Capitolo 1

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Da poco la primavera aveva preso il posto dell'inverno e già nell'aria si sentiva l'inebriante profumo dei fiori.
Era un lunedí di marzo ed io ero seduto nella macchina di mia madre. Stavamo andando a prendere Newt per poi recarci all'aeroporto di New York e salire sul volo diretto in Canada, nel Quebec.
Era una gita offerta dalla mia scuola, il liceo linguistico Alessandro Manzoni, uno scambio culurale perlopiú. Io e Newt ci conosciamo da molti anni, abbiamo sempre frequentato le stesse scuole ed eravamo sempre nella stessa classe, sempre insieme. Non riesco ad immaginarmi nessun altro al suo posto...chi sopporterebbe uno che ha un talento naturale nel creare disastri? Beh...mi é andata bene.
Mentre ero immerso nei miei pensieri qualcosa catturò la mia attenzione.
Eravamo fermi. Completamente immobili.
Mi prese il panico, non sapevo cosa era successo né per quanto ne avremmo avuto...ero nervoso, avevamo solo due ore per arrivare all'aereoporto e dovevamo ancora prendere Newt.
Il mio cellulare iniziò a vibrare...
- Newt hei - risposi alla chiamata con voce tremolante...
• Ma dove sei!? Saresti dovuto essere qua già da 30 minuti! •
- Siamo fermi in autostrada, credo per un incidente...ho paura che perderemo il volo... - non volevo crederci.
• Cazzo...appena vi muovete chiamami •
Newt riaggancia.
- Mamma cosa é successo?! -
~ Thomas piú avanti c'è un incindente, ora zitto, la radio lo sta comunicando ~
* incidente sulla ventiquattresima, due auto, un frontale, una delle due andava in contromano, tutti e due i guidatori gravemente feriti, l'ambulanza arriverà a minuti *
- Credi che faremo in tempo? -
~ Credo che ci vorrà piú del previsto ~
Dopo quaranta minuti finalmente ci muovemmo e come promesso chiamai Newt, forse saremmo potuti ancora salire sull'aereo.
Arrivati a casa sua Newt si fiondò in macchina e partimmo in 4^.
Niente da fare, l'aereo era appena decollato, l'avevamo perso.
• Possiamo sempre prendere il prossimo volo? • disse Newt con voce insicura.
- Si certo é un'ottima idea! - ero veramente euforico!
~ Siete sicuri ragazzi? Infondo sarete soli sull'aereo...non ci sono i professori...e poi... ~
- Mamma tranquilla... Abbiamo 18 anni...Non siamo piú bambini, ce la caveremo -
~ Ma... D'accordo ~
• Allora? Facciamo questi biglietti oppure no? •
- Certo andiamo -
Fatti i biglietti ci sedemmo tranquilli, in attesa del prossimo volo. Mia madre stava chiamando i professori per avvisarli che saremmo andati lo stesso, solo arrivati con un paio d'ore di ritardo.
L'aereo stava per partire e Newt ed io eravamo eletrrizzati all'idea di un volo da "soli".
Presi i nostri posti ci rilassammo e spegnemmo i cellulari, il decollo fu veloce e appena stabilizzati ci addormentammo. Il volo fu piacevole ma l'atterraggio un pò movimentato, come al solito. L'aria in Quebec era molto piú fresca, e il cinguettio armonioso degli uccelli rendeva allegro il paesaggio verdeggiante. Non potevo fare a meno di notare gli alberi imponenti di quel posto, grondanti di succo d'acero e che ospitavano varie forme di vita, dalle meravigliose farfalle agli scoiattoli. E poi le montagne, che incorniciavano lo splendido panorama.
Prendemmo un taxi che ci accompagnò all'hotel dove avremmo soggiornato per una settimana.
L'hotel era a tre stelle, carino nell'insieme. L'atrio era enorme, con quadri appesi ovunque e divanetti sistemati qua e là, non vedevamo l'ora di prendere la nostra chiave e sistemare le valige che ovviamente pesavano un quintale, sopratutto quelle di Newt, che ovviamente le fece portare a me, che carino. E come non detto eravamo al 4° piano e l'ascensore era fuori uso.
Finalmente entrammo nella camera che tanto avevamo bramato. Era tutto perfettamente in ordine e la stanza profumava di vaniglia, i mobili erano di legno massello, lucidi, molto belli dall'aspetto rustico, la televisione un po' piccola ma comunque funzionale, un paio di prese e il bagno.
Ma c'era solo un letto, matrimoniale...
Ma non era un problema, anche perché era l'ultima stanza disponibile, e poi Newt ed io avevamo già dormito insieme...si...a 11 anni...
Dopo aver svuotato le valige e saltato un po' sul letto scendemmo in reception ad aspettare comodamente seduti su uno di quei divanetti bianchi i professori e la nostra classe, che erano andati a fare una passeggiata per farsi un'idea del posto, che anche a ma e a Newt non sarebbe dispiaciuta. Non ci volle molto, ma l'attesa fu insopportabile. Ci riunimmo tutti a cena, dove ci vennero serviti i tipici piatti del posto, una prelibatezza direi.
Quella notte andammo a dormire verso mezza notte, ma io e il biondino non eravamo stanchi...morivamo dalla voglia di vedere quel posto di notte, dalla finestra si riuscivano ad intravedere mille luci colorate che provenivano dal centro, era ovvio che la vita in Quebec cominciava di notte.
- hei biondino che ne dici se andiamo a dare un'occhiata? -
• Tommy ma sei pazzo? Come facciamo ad uscire? E se ci scoprono? Vuoi essere messo in punizione la prima sera? •
- Certo mamma, se vuoi resta pure qui, io vado -
• Tommy non fare lo scemo, dai come vorresti uscire? •
- Dalla porta no? -
• Mah...•
- Tu seguimi -
Newt tirò un sospiro.
Ancora in pigiama scendemmo alla reception e consegnammo le chiavi.
Appena usciti Newt mi fece:
• Sai non pensavo che avrebbe funzionato • e mi guardò, facendo il suo solito sorrisetto beffardo
- Sai non lo pensavo neanche io - e scoppiammo a ridere
...mi piace vederlo sorridere...
Cosí ebbe inizio la nostra serata in pigiama, una pessima idea, lí fuori si congelava, infatti stemmo solo un paio d'ore, poi tornammo all'hotel.
- Beh é stato divertente no? -
• Diciamo che ne avrei anche fatto a meno Tommy •
dinuovo quel sorrisetto...
- Davvero non capisco come mai continui a seguirmi in tutto ciò che faccio... Grazie Newt sei un vero amico -
• Mmm sai che non lo so...però sta sera mi sono divertito •
- Ma non hai appena detto che ne avresti fatto a meno? -
• Di una notte fuori a cazzeggiare con te? Mmm ci ho ripensato e direi di no•
- Ti voglio bene Newt -
• Anche io Tommy, ma ora basta con le smancerie...sono stanco morto e non vedo l'ora di buttarmi sul letto e dormire •
- Bene allora cercherò di tenerti sveglio tutta la notte -
• Oh non ci provare o ti riempio di pugni •
- Uh ora si che mi fai paura - e tutte e due ci mettemmo a ridere
• Senza scherzi, sta notte si dorme •
- Certo che si, sono stanco morto pure io -
Appena ci sdraiammo, il letto sembrava avvolgerci in un abbraccio caldo e soffice, cosí ci addormentammo subito, e i sogni presero possesso delle nostre menti, facendo emergere i nostri pensieri piú profondi.

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