Odio le maree, devo confessarlo.
Mi lasciano confuso, con l'animo in subbuglio, alterato e nauseato.
Navigo in me stesso cercando l'equilibrio perduto, ma non sempre lo trovo.
La routine di perdermi nell'utopia di ritrovarmi. [1]
Vorrei giacere sul mio fondale e riposare un po', calmare le mie acque a cessare le correnti. Non sai quanto mi consumi tutto ciò.Non mi piacciono le dipendenze, mi fanno sentire così fragile.
Odio non avere il controllo di me stesso, delle mie acque, dei miei flussi di pensieri. Eppure c'è qualcosa che mi mette sottosopra, mi confonde e io non riesco a sottrarmici.
La Luna.La sua luce si posa delicatamente sulla mia superficie e mi accarezza per ore. Il suo tocco è tenue e soffice come una piuma. Solletica i miei desideri più nascosti senza neanche saperlo e brividi percorrono le mie barriere coralline. Velieri si innalzano ogni volta che ho la pelle d'oca. Origina maremoti in me e non riesco a controllarli.
Mi affascina, mi ipnotizza, mi attrae.A lei piace giocare con me. Le piace comandare le mie onde, farle ballare avanti e indietro, abbandonarle esauste e poi ritornare ancora. Non si stanca mai e ogni volta vuole qualcosa di più.
Se io rinuncio a lei, se io mi impegno a non cedere al suo fascino, cesserà di attrarmi, di smuovermi?
Ma dimmi, come posso perderla? Le mie onde impazziscono solo all'idea e si scagliano le une contro le altre.
Ogni mia singola goccia anela il suo tocco.
Chiudo gli occhi come se quel piccolo buio potesse simulare la notte e farla tornare.Ti aspetto.
[1] Frase tratta dalla canzone Alejandría di Vito.
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Mare
PoetryCosa diciamo quando diciamo "mare"? Diciamo l'immenso mostro capace di divorarsi qualsiasi cosa, o quell'onda che ci schiuma intorno ai piedi? L'acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l'abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una par...