Sono circa dieci minuti che sto correndo tra le strade della mia città, dopo l'ennesima aggressione da parte dei bulli di Taylor. Mi chiamo Elizabeth, soprannominata Liz e ho 15 anni. Beh, a pensarci bene, Liz non è il mio unico soprannome. Ce ne sono altri, come 'la lesbica', 'leccafighe' ecc... Sì, sono lesbica, per mia fortuna e sfortuna. Comunque, credo di averli seminati, quindi entro in un bar e ordino un frappè al cioccolato. Decido di scrivere alla mia migliore amica, Gwen. Appena prendo il telefono vedo dal riflesso dello schermo che ho un occhio nero. Questo vuol dire che dovrò coprirlo con il fondotinta e io lo odio. Entro sulla chat di Gwen e scrivo "Mi hanno picchiata di nuovo. Ormai devo farci l'abitudine". Effettivamente ho perso il conto di tutte le volte in cui Taylor mi ha letteralmente fatto a pezzi. Dopo aver finito il mio frappè, pago e esco dal bar. Mi avvio verso casa sperando di non incontrare Taylor. Tutto è iniziato il primo anno delle superiori quando ho scoperto di essere lesbica e ho fatto coming out. Mi sono accettata subito. Cosa che non hanno fatto altre persone. Io vivo in un quartiere di New York un pò arretrato e vado a scuola in uno molto più moderno. A scuola tutti l'hanno presa bene, ma appena si è saputa la notizia del mio coming out nel mio quartiere sono ricominciati i guai. Ricominciati, sì, perché anche alle scuole medie venivo presa in giro per motivi che nemmeno ricordo. Il capo di questi bulli si chiama Taylor, una diciassettenne molto etero. O almeno si dà per scontato questo, perché io, sinceramente, ci credo poco alla storia che sia etero. Nonostante i capelli lunghi, ha atteggiamenti e modi di fare molto maschili. Credo che nasconda la sua omosessualità con l'odio per i LGBT, perché non si accetta. Ma potrei anche sbagliarmi, perché ha avuto parecchi fidanzati. In tutto ciò, decido di tornare a casa e spero di non incontrarla. Ho paura di lei, mi terrorizza e provo un forte disprezzo e odio per lei. Tiro fuori il cellulare e vengo distratta dai miei pensieri. Gwen mi ha risposto e ha scritto "Dove sei? Vengo a prenderti". Gwen è una ragazza riccia con la pelle color caffelatte. Il padre è cubano e la madre è americana, del Texas. Frequenta la mia classe e ci conosciamo dall'anno scorso. Lei vive nel quartiere dove andiamo a scuola ed è bisex. L'anno scorso siamo state insieme circa otto mesi, poi ci siamo lasciate per vari motivi, però siamo rimaste migliori amiche. Lei è l'unica ragazza che io abbia mai amato davvero, dopo di lei non ho piu avuto storie serie. E nemmeno lei. Le rispondo "Sono al semaforo davanti al negozio di intimo, ti aspetto lì". Cammino velocemente verso il semaforo e sono costretta a passare per delle stradine un pò malandate perché mi sono allontanata parecchio dal centro del quartiere. Gwen ha il patentino per la minicar da poco e ci impiegherà circa una mezz'oretta per arrivare qui. Passo davanti a un negozio di abbigliamento e decido di entrare. Vado dritta al reparto maschile dopo aver adocchiato delle camicie, ne provo una, ma non la compro, e dopo dieci minuti esco dal negozio. Riprendo a camminare per i vicoli isolati e a un certo punto sento qualcuno che mi tira per un braccio e mi sbatte a un muro. Mi trovo stretta tra il muro e un corpo femminile. Appena alzo lo sguardo realizzo che la ragazza che mi tiene stretta al muro è la persona che odio di più al mondo: Taylor.

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Odi et amo
RomanceDue ragazze, Taylor e Elizabeth. La bulla e la vittima di bullismo. Un grande segreto. La lotta all'omofobia. Come andrà a finire?