Vacanze estive turbolente

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POV SCORPIUS:

"Scorp, ti sei scolato tutto il Whisky Incendiario? E ora che dico a tuo padre?"

Scorpius portò entrambe le mani fra i capelli biondi che, dalla fine dell'anno scolastico, erano cresciuti non poco, gli occhi lievemente arrossati e le membra ebbre di alcool, senza muovere un muscolo, quasi che Albus Potter non avesse mai pronunciato quelle parole.
L'elegante bottiglia di vetro, il cui ambrato contenuto era stato recentemente consumato dal biondo giaceva vuota sul tappeto davanti al camino di Malfoy Manor.

"Cosa le ho fatto? Perché mi ignora così?"

La voce del ragazzo era salita di tono e la bottiglia, con grande stupore di Albus che mai avrebbe creduto Scorpius così violento, era finita dritta dritta contro il muro, rovinando verso il basso in cocci sfavillanti.

"Scorpius, calmati, per Merlino. Di chi stai parlando?"

Il respiro di Malfoy s'era fatto più tremulo, rapido, e ogni tanto quest'ultimo rovesciava in terra piatti o preziosi quadri di antenati, che non facevano altro che insultarlo nel peggiore dei modi.

"Sto parlando di Rose Weasley, ecco di chi! Cazzo, non hai idea di quante volte abbia provato a mettermi in contatto con lei, ma Lucy dice che non vuole parlarmi né vedermi. Cosa le ho fatto, io?"

Scorpius uscì a passo veloce in giardino, mentre Albus cercava di recuperare il salvabile quando il biondo, in accessi di violenza, sbatteva in terra monili o soprammobili.
Il giovane figlio di Potter riuscì a farlo sedere per terra, davanti al muro della magione, ma Malfoy non accennava a voler calmarsi o farlo avvicinare.

"Ma ti sembra il modo, Scorp? Sono le due di notte, porco Merlino, e i tuoi tornano domani alle undici. Mi spieghi come sistemiamo quel casino, se non la pianti di buttar giù di tutto?"

Non ricevendo un risposta altro che non fosse un tozzo vaso mandato in frantumi ai suoi piedi, la soluzione gli apparì chiara ed evidente.
Avrebbe scritto una lettera all'unica persona in grado di placarlo in quel momento, l'unica a cui non sarebbe mai riuscito a far del male.
Albus entrò rapido in casa, schivando un altro vaso oblungo e affrettandosi a prendere una pergamena pulita da un cassetto, scarabocchiando il nome del destinatario.
"Rose Weasley."

POV ROSE:

Mi stavo godendo la mia meritata vacanza nelle Highlands con i miei amici di Londra, mi ero dimenticata quanto fossero divertenti i babbani, con le loro tecnologie strane e l'assenza di magia concreta nelle loro vite. Avevamo passato un mese stupendo, e fortunatamente ce ne aspettava un altro prima di tornare definitivamente a casa; in questo mese avevo conosciuto Josh, un ragazzo un po' più grande di me, che mi aveva fatto conoscere i tatuaggi, cosa che fino a quel momento non mi ero mai sognata, e i dreadlocks che lui stesso aveva portato. Josh é pure un cantante, dice che sono la sua musa, ascoltare le sue canzoni é così bello. Grazie a lui, mi ero completamente, o quasi, dimenticata di Scorpius Malfoy.
Dopo la nostra interminabile e non voluta "storia d'amore" avevo chiuso i rapporti senza dire nulla, e fino ad ora, sembrava aver funzionato. Sfortunatamente, quando credevo di essermi liberata della mia tortura più grande, mi arrivò una lettera, con lo stemma dei Malfoy. Fortunatamente a scrivermi era stato Albus, ma la lettera riguardava Scorpius. Diceva cose che non mi sarei mai aspettata di sentire, e per l'emozione, il disagio, la tristezza e anche un po' di amore, scoppiai in un lungo pianto.
"Rose, che succede?" Delle braccia forti e muscolose mi abbracciarono da dietro, e io mi voltai abbracciandolo di scatto. Josh era buono con me, glielo riconoscevo, ma anche se avevo passato momenti indimenticabili con lui, ora dovevo lasciarlo senza spiegazioni. Sapere di Scorpius mi aveva scombussolata, e forse sarebbe stato meglio andare a controllare, anche se inizialmente non ero del tutto convinta.
"Tornerò Josh." Dissi solo, prendendo con furia i vestiti e infilandoli nel borsone, per poi allontanarmi dalle baite e smaterializzarmi. Quando arrivati davanti al cancello della villa, mi accorsi che non avevo nemmeno guardato Josh in faccia, ma d'altronde data l'ora, magari non si sarà nemmeno accorto di nulla. Guardia l'orologio, erano le 6:00 e io ero

fuori casa Malfoy.

POV SCORPIUS:

"Rose! Muoviti, perfavore. Scusa, non ti avrei chiamato se quell'idiota non stesse così male.. e se non avesse quasi svuotato le scorte di alcool del padre."

Albus tirò la rossa verso il giardino, dove una figura bionda stava rannicchiata contro il muro, le mani nei capelli, immersa in un pianto silenzioso, il petto che s' alzava e s' abbassava ritmicamente al respiro incerto. Quando Scorpius udì i passi di qualcuno venire verso di lui, si asciugò all'istante i solchi scavati dalle lacrime nelle guance.

"Aspetta qui. È meglio che vada avanti io."

Malfoy storse il naso all'approssimarsi di Albus alla sua persona ma, incuriosito ed intimorito dalla figura femminile che, essendo ancora distante, stentava a riconoscere, lo lasciò venire fino a lui.

"Scorp.. È Rose. L'ho chiamata io."

Per un attimo il biondo cessò di respirare, gli occhi che saettavano dal viso dell'amico alla ragazza che sorreggeva un borsone, incerto se credere o meno all'affermazione quasi inverosimile di Potter. Poi s'alzò, un'espressione cupa in volto, e per un attimo, quando senza emettere fiato si diresse di corsa verso la rossa, Albus ebbe paura.
Scorpius voleva dirle così tante cose insieme che la sua mente già momentaneamente offuscata dal Whisky non riuscì a produrre una frase di senso compiuto alla presenza della Weasley, che sembrava oltremodo sconcertata, se non affranta, di vederlo in quello stato.
Per un momento le labbra di Scorpius si schiusero, forse per dirle un 'Ti Amo', un 'Ti Odio' o domandarle perché l'aveva ignorato deliberatamente.
Ma il corpo reagì da solo, buttandosi su quello della rossa e stringendola forte a sè, con tale slancio da far rovinare seduto a terra il ragazzo e, sopra di lui, anche la Weasley.
Scorpius non si curò nè dei tatuaggi di Rose nè delle proprie lacrime che iniziavano nuovamente ad uscire.
Invece, l'unica cosa che gli venne in mente fu passare le braccia intorno alla sua figura snella, affondare il viso nell'incavo profumato del suo collo e iniziare, con singhiozzi sconnessi, a riversare le lacrime sincere e disperate sulla sua pelle candida.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 18, 2016 ⏰

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