Tyler's Pov
Ashley, la rossa che mi era venuta incontro appena varcata la soglia della scuola, non mi mollava più.
Era peggio di una dannata sanguisuga.
«Vuoi starmi addosso per tutta la giornata o cosa?» le domandai acidamente.
Non sopportavo le ragazze che non capivano quando era il momento di togliersi dalle palle.
Mi guardò interdetta e subito dopo si scostò e se ne andò, dimenando i fianchi.
Non mi piaceva essere scontroso con loro però ce la mettevano tutta per tirare fuori questa parte di me.Infilai sigaretta in bocca e iniziai a fumare, fregandomene delle occhiatacce delle bidelle.
Ryan, intanto, era scomparso con la sua amica moretta e potevo anche solo immaginare quanto si stesse divertendo in questo momento.«Ehy Williams.» mi chiamò qualcuno.
Mi girai e notai Jake Gomez, mio compagno nella squadra di calcio della scuola.
«Ehy Gomez.» ricambiai il saluto con un cenno della mano.
«Il coach ha ordinato di incontrarci tutti oggi per degli allenamenti extra.
Ha detto che quelli dell'estate non gli sono bastati e che vuole vederci carichi, più di quanto siamo mai stati.» mi spiegò.
«Sì sì, ci sarò.» lo congedai con un altro cenno della mano.
In veste di capitano, dovevo dare il buon esempio.Sbuffai e raggiunsi la mia aula dove a breve sarebbero iniziate le lezioni.
Poco prima di entrare, notai una ragazza.
Mai vista prima.
Nuova sicuramente.
Bionda, alta e fisico snello ma allo stesso tempo formoso.
Indossava dei jeans bianchi strappati che le fasciavano perfettamente le gambe magre, una canottiera rossa che le risaltava il seno pieno e le Converse alte, dello stesso colore della canotta.«Con un fondoschiena simile, verrei a scuola anche di domenica.» constatai a voce alta, passandomi una mano tra i capelli castani.
Lei sembrò far finta di niente, come se non le importasse che il ragazzo più popolare della scuola le avesse appena fatto un complimento.
«Non ti hanno insegnato a ringraziare quando si ricevono dei complimenti?» le chiesi, con tono malizioso.
«A te non hanno insegnato ad approcciare in maniera differente?» mi tenne testa lei, alzando lo sguardo dallo smartphone e incastrando i suoi occhi verdi nei miei marroni.Mai nessuna ragazza mi aveva risposto prima d'ora.
Usavano la bocca per altri scopi.
Bel caratterino, già mi piaceva.«Vuoi insegnarmelo tu, dolcezza?» le chiesi con un sorriso che andava allargandosi.
«Scusa, ma ho di meglio da fare.»
«Non credo esista qualcosa meglio di me nel giro di quindici chilometri.» replicai.
«A quanto pare non esci spesso.» mi rispose.
«Forse dovresti uscire con me e mostrarmi questo meglio.» tentai sorridendole.
«O forse dovresti rivedere le tattiche che usi per rimorchiare le ragazze perché fanno pena.»Sì, mi piaceva proprio.
«Nessuna è mai stata dello stesso parere se proprio vuoi saperlo.»
«Peccato che con me ti sia andata male allora.» replicò lei, chiudendo la conversazione.Nonostante mi avesse appena dimostrato di non voler aver nulla a che fare con me, rimasi a fissarla, sia perché era una bellezza per gli occhi, sia perché così facendo l'avrei infastidita.
«Così mi sciupi.» disse lei leggendo qualcosa sul suo cellulare.
«Potrei sciuparti in un'altra maniera se solo me lo permettessi.» provai ancora, aspettandomi una sua reazione.
La bionda mi guardò ed alzò gli occhi al cielo.
«E pensare che ci sarei anche stata se non avessi appena infilato la lingua nella gola di un'altra.» constatò, alludendo ad Ashley poggiata contro l'armadietto.
Poi entrò in classe e mi lasciò imbambolato in mezzo al corridoio.
Dio, se mi piaceva!Ero talmente sorpreso dalla proposta appena rifiutata che non notai Ryan accanto a me.
«Ti sei incantato amico?» mi richiamò lui, sventolando una mano davanti il mio viso.
Scossi la testa, spingendolo ad entrare insieme ad altri nostri compagni.«Buongiorno a tutti ragazzi.
Quest'anno vorrei che vi impegnaste molto di più rispetto agli anni precedenti. Siamo al quarto anno e sarà molto più impegnativo.»
Blaterò la professoressa di matematica dopo che tutti, o quasi, ebbero preso posto.
La ragazza con cui avevo conversato prima era a pochi passi dalla cattedra in attesa di presentarsi.
Avevo notato che alcuni compagni le avevano già messo gli occhi addosso, facendo anche apprezzamenti poco casti e abbastanza volgari.
Lei però non aveva ricambiato nessuno sguardo, nessuna battutina, presa com'era ad ascoltare la professoressa.
Se ne stava sulle sue ed aspettava il suo turno per presentarsi.
Io, intanto, avrei spaccato la faccia a tutti.
Mi dava fastidio che la guardassero nello stesso modo in cui io, pochi minuti prima, avevo guardato qualsiasi ragazza mi fosse capitata tra i piedi.
Il problema però era che non ne avevo alcun motivo.
Non la conoscevo neanche eppure vedere che come aveva attirato la mia attenzione, aveva attirato anche quella degli altri mi innervosiva.«Con noi quest'anno ci sarà una nuova compagna. La signorina Destiny Johnson.»
Destiny salutò e si presentò con un sorriso.
E che sorriso!
«Parlaci di te.» la invitò la professoressa, scrivendo qualcosa sul registro.
«Mi chiamo Destiny Johnson e vengo dalla Georgia. Mi sono trasferita con la mia famiglia qui a Seattle da poco.»
Qualcuno la interruppe, chiedendole se avesse il fidanzato.
«Libera come l'aria.» rispose lei, sorridendo.
Quelli della Georgia non ci capivano niente allora.
«Ancora per poco.» gridò qualcuno, facendola ridacchiare.
«Dovete sempre farvi riconoscere.» li rimproverò la professoressa, facendole segno di sedersi.
Destiny si accomodò a pochi banchi dal mio e prestò completa attenzione alla lezione.
Io, invece, solo ed esclusivamente a lei.I lunghi capelli biondi le scendevano morbidi sulle spalle.
Nonostante fosse seduta, il fondoschiena era più che visibile.
Caratterialmente, sembrava diversa dalle altre.
Mi intrigava come non mi aveva mai intrigato nessuna.
Quelle poche volte in cui avevo avuto una conversazione con qualcuna o ci flirtavo solo oppure finivo per portarmela a letto.
Con lei invece no, era piacevole e divertente anche solo parlarci.
Che me la sarei scopata però era un dato di fatto, ma riuscire nel mio intento sarebbe stato difficile.
Una sfida.
Ed io amavo le sfide.«Signorino Williams, potrebbe prestare attenzione a ciò che sto dicendo?» mi richiamò la professoressa, notando la mia palese distrazione.
Mantenendo lo sguardo fisso su Destiny, la quale si era girata per capire a chi la prof si stesse rivolgendo, le risposi.
«Potrei, se non la stessi già sfruttando per altro.» Passai la lingua sulle labbra, inumidendole. Destiny, accortasi di essere la causa della mia distrazione, si rigirò di scatto mostrandomi il dito medio. Feci però in tempo a notare l'ombra di un sorriso farsi spazio sul suo viso che dimostrò che non le ero del tutto indifferente.La professoressa riprese il filo del discorso, lanciandomi ogni tanto qualche occhiata.
Niente da fare, neanche una lezione riguardante educazione sessuale avrebbe potuto distogliere la mia attenzione dalla nuova arrivata.Cogliendo il momento esatto in cui la prof fu distratta, notai che qualcuno le aveva lanciato qualche bigliettino.
Uno, avendo sbagliato mira, arrivò ai piedi del mio banco.Neanche sei entrata che già mi è diventato duro.
Che dici, puoi provvedere?Strinsi il bigliettino in mano fino ad accartocciarlo.
Non sapevo il perché di questa mia reazione, sapevo solo che stavo provando rabbia e voglia di togliere quei sorrisi sfacciati dalle loro facce.
Qualche minuto prima avevo avuto lo stesso pensiero di quei ragazzi e allora perché, detto da loro, mi dava un gran fastidio?Non riuscendomelo a spiegare, decisi di lasciar perdere.
Alzai lo sguardo dal mio banco per posarlo sul suo, ora circondato dalla figura imponente di Jason.
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•Perché proprio lei?• 💍
RomanceRyan Smith e Tyler Williams sono migliori amici da sempre. Diventati ormai adolescenti, le ragazze non passano inosservate. Loro, agli occhi degli altri, risultano attraenti, palestrati, acclamati e stronzi. Le ragazze, ai loro occhi, facili prede. ...