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- Ecco qui. - William si fermò dinanzi una porta bianca targata "Ufficio Direttore".
Lo lasciò andare, scostandosi da un lato.
- Bhe, in bocca al lupo! Sarà divertente essere colleghi. - commentò ancora l'amico.
- Grazie, Will. A tra poco. - Scott lo salutò con un cenno del capo e con un lieve sorriso per poi bussare ed entrare nell'ufficio.
- Chi è lei? - gli domandò leggermente scorbutico un grosso uomo dalla pelle color cacao e dai capelli neri rasati. Si sistemó sulla sedia, poggiando le mani sulla scrivania e intrecciando le dita tra di loro.
La scrivania era piena di scartoffie che poco prima stava leggendo.
- Salve, sono Scott Cawthon. Sono qui per l'annuncio lavorativo del giornale. - si presentò con un piccolo inchino della testa, in forma di rispetto.
- Oh, certamente. Si accomodi pure, signor Cawthon. - gli disse l'uomo.
Scott si mise a sedere sulla sedia difronte al direttore, guardandolo discretamente e tenendo le mani sulle ginocchia e la giacca col cappello anche.
- Ho qui anche il curriculum, se le serve. - lo informò il castano.
- No no, lei è già assunto. Deve solo firmare queste carte e il gioco è fatto! - egli gli porse i contratti e una penna nera. I suoi occhi luccicavano, parevano disperati e bramosia di vedere la firma sul contratto.
- Oh, okay... la ringrazio, allora. - lo ringraziò, un po' spiazzato dall'affermazione. Non si aspettava di esser assunto subito. E neanche il contratto.
Mormorò qualcosa tra sé e sé mentre leggeva velocemente quelle carte: parlavano delle solite leggi e quant'altro, ma qualcosa lo colpì.

"Non siamo responsabili per eventuali incidenti mortali sul posto di lavoro."

Rimase perplesso dell'avviso, leggermente inquietato ansi, ma non ci diede tanto peso.
Firmò con immenso sollievo, ridando poi il tutto al direttore che sorrideva soddisfatto.
- La paga della guardia diurna è maggiore di quella della guardia notturna, perciò ogni settimana le verrà consegnato un assegno da $ 250. Spero le basti. - lo informò.
- Oh, sì che mi bastano. La ringrazio infinitamente. - si strinsero nuovamente la mano con un sorriso fiducioso.
- Oh, e chiedi a quel nullafacente di Afton di farti fare il giro. Non ti sbaglierai a riconoscerlo visto che è l'unico presente nella pizzeria a parte noi due.
Ti spiegherà lui come si svolgono i turni e tutto. - si raccomandó il datore di lavoro.
- Certamente! - il nuovo impiegato si alzò dalla sedia, prendendo le sue cose, e salutò il direttore che gli sorrise tranquillamente.
Girò la maniglia e uscì dall'ufficio, chiudendosi la porta dietro.
- Evvai! Ho avuto il posto! - esultò con gioia anche se ovattando la voce, facendo un piccolo salto e stringendo i pugni.
- Mhm... ma dov'è Willy Wonka? - si guardò attorno, non vedendolo.
I corridoi grigi col pavimento a scacchi erano deserti. Egli poté notare diversi disegni fatti dai bambini, attaccati ovunque: raffiguravano tutti gli animatronici e anche altri personaggi come una marionetta che gli faceva venire i brividi.
Iniziò ad avanzare per il corridoio principale, illuminato fiocamente perché le luci non erano tutte accese.
" Che situazione strana... brr! " era piuttosto turbato.
Non trovava l'amico da nessuna parte e le luci non erano tutte accese. Camminando per la sala da pranzo, osservò i tre animatronici: Freddy, Bonnie e Chica. Parevano dei pagliacci che si erano fusi con dei peluche troppo grandi.
" Chissà che fine avranno fatto gli altri... " si domandò guardandoli.
La pizzeria aveva cambiato gestione parecchie volte e sempre per motivi alquanto bizzarri; Scott l'aveva letto sul giornale.
Secondo le autorità, in quello stesso posto erano scomparsi ben cinque bambini. Probabilmente uccisi da un pazzo omicida, da un mostro che non aveva il minimo rispetto per la vita.

Uscì dalla sala, girando per le altre salette piene di giochi per bambini e per i corridoi decorati da disegni e striscioni.
I suoi passi divennero man mano sempre più cauti e silenziosi. Il cuore prese a martellargli potente in petto.
- Hehe... boo! -.
Scott saltò dalla paura, gridando come una ragazzina.
William, che lo aveva sorpreso alle spalle prendendolo per le braccia, shignazzava come un ragazzino con le lacrime agli occhi.
- SEI ANCORA IL SOLITO FIFONE, HAHAHAHA!!! - lo prendeva in giro, piegandosi in due e appoggiandosi sulle ginocchia.
L'altro lo guardava infuriato, con la mano sul cuore che stringeva la camicia.
- MA PERCHÉ L'HAI FATTO?! - gli gridò.
- Hahahah! Dovresti vederti ora! Sei pallido come un lenzuolo, hahahah! - rideva senza contenersi.
- Tsk, sei il solito stronzo di sempre. - mormorò arrabbiato il castano, incrociando le braccia e sospirando.
- Puoi scommetterci! - Will si asciugó le lacrime. Si mise davanti all'amico con le mani ai fianchi e con un gran sorriso a labbra strette.
- Allora? Devo farti da guida turistica sì o no? -
- Huh... ah sì. Aspetta... mica hai origliato? - Scott lo guardava con sguardo accusatorio.
- Io? Origliare? Pssssh, ma che dici! - ridacchió facendo spallucce e alzando le mani. Stava palesemente mentendo.
- Pff, bugiardo. - gli diede uno scappellotto.
- Eddai! Ero solo curioso! - si giustificó. Gli occhi erano vispi e vivaci come quelli d'un bambino. Will lo prese per il polso e prese a camminare.
- Andiamo, su su! - gli diceva, camminando a passo svelto.
"Non è affatto cambiato." pensò intenerito l'uomo, seguendo l'amico senza controbattere.
Si fermarono davanti ad una grande sala con un palcoscenico.
- Questa è la sala principale dove i clienti mangiano e lì sopra - William prima presentò la camera con un gesto della mano e poi indicò il palcoscenico con le tende rosse.
- Ci sono i nostri cari animatronici: Toy Freddy, Toy Bonnie e Toy Chica. - presentò un orso marrone, un coniglio azzurro e una gallinella gialla.
- Oh, grazie, non lo sapevo proprio. - commentò sarcastico: gliene avevano parlato così tanto che conosceva ogni animatronico per filo e per segno. E tutto grazie a sua nipote, prima innamorata degli animatronici di quella pizzeria in particolare, e poi amante di robomeccanica in generale.
- Touche, Scott, touche. -.
Andarono nella stanza affianco dove c'era un'enorme scatola e vicino altre scatolette con dei fiocchi. Sui muri c'erano centinaia di disegni, tutti raffiguranti dei bambini felici ed una marionetta nera.
- Qui dentro c'è la Marionetta: non è molto socievole coi gli adulti, ma è bravissima a dare regali ai bambini... sinceramente, però, non mi piace molto. - gli spiegò la guardia.
- Bhe, neanche a me piace tanto... mi inquieta. - confessò Scott, indicando con lo sguardo i disegni.
William diede un colpetto alla scatola con modo giocoso.
- Sembra sempre che pianga con quella maschera... vabbè, andiamo avanti! - si affrettó a dire Will, conducendolo via.
A Scott parve strano quel suo essere frettoloso per un robot, anche se a modo suo strano. Lo guardò sott'occhio sospettoso, ma comunque lo seguì.

William gli mostrò velocemente dov'erano i bagni e la cucina per poi soffermarsi al ripostiglio.
- Non devi mai farci entrare qualcuno qui dentro. È molto pericoloso... - lo avvertì serio.
La stanzetta era stracolma di pezzi di ricambio di qualsiasi genere, forma e colore.
Scott si sentiva sempre più a disagio mentre si guardava attorno: notò che per terra c'erano ben quattro animatronici, uno più brutto dell'altro.
William sospirò.
- Quelli lì erano le vecchie mascotte della pizzeria: Freddy Fazbear, Bonnie, Chica e Fredbear. Si sono rotti e perciò li hanno messi in disuso.
Che peccato... - disse. Ma dalla voce non trasparire alcuna emozione. I suoi occhi si erano persi tra i graffi che decoravano la corazza di metallo degli animali artificiali, pensando o ricordando un qualcosa dal passato.
- Oh... ecco che fine hanno fatto.
Bhe, almeno non li hanno buttati. O no? - commentò Scott, scuotendo il braccio dell'amico per riportarlo alla vita reale.
- Già... mhm... sai... ci sono anche degli altri robot come loro. Vuoi vederli? - gli propose l'amico con voce accattivante.
Il luccichio nei suoi occhi si era riacceso ed era lo stesso d'un lupo affamato di vedere la reazione dell'ignaro agnello di nome Scott.
Quest'ultimo lo prese a braccetto.
- Con piacere. -.

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