Capitolo 4

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Passai molto tempo a riflettere su quanto i due occhi grigi conosciuti la sera prima si fossero insediati velocemente tra i miei pensieri. Mi maledii mentalmente per non aver rispettato il mio patto con me stessa : nessuno più nel cuore. Avrei davvero sperato fosse così, e avrei lavorato per questo. Quel sorriso furbo mi sarebbe dovuto uscire dalla mente volente o no.la mia mente finalmente decise di concedere al mio corpo un po' di meritato riposo, così presi sonno.
La mattina seguente mi svegliò l'odioso e assordante rumore della sveglia, con una grande forza di volontà mi alzai dal letto e mi andai a fare una doccia veloce. Misi un paio di jeans boy-friend e una camicetta corta bianca con ai piedi le mie affezionate stan smith. Misi un velo di mascara sulle ciglia e ancora assonnata poggiai con poca grazia la mia borsa nera in pelle sulla spalla. Entrata in cucina una risata mi fece alzare lo sguardo, feci una faccia interrogativa perché di più alla mattina presto non avevo forza di fare e mio fratello rispose "mi ero dimenticato quanto ci mettesse a riprendersi la bella addormentata di mattina" non Risi e gli feci il dito medio. Bevvi il mio cappuccino e uscii di casa poggiando i miei lunghi capelli su di una sola spalla.una volta chiusa la porta alle mie spalle un grido di mio fratello richiamò la mia attenzione "deficiente dove vai che non sai neanche dove andiamo a scuola" "viene a prendermi Leo cià" dissi e lo vidi assumere una espressione più seria.
Uscii, salutai Leo con un bacio sulla guancia e continuammo la strada fino a scuola in silenzio, non era un silenzio imbarazzante, non ci mancavano le parole semplicemente avevamo deciso di passare il tragitto così.
La scuola era immensa e molto bella, mi feci accompagnare da Leo in segreteria così da informarmi su quale e dove fosse la mia classe, scoprimmo che saremmo stati in classe insieme, il che mi sollevo parecchio perché almeno avrei conosciuto qualcuno. In corridoio non resistetti più dalla curiosità e gli domandai il motivo del suo essere in classe con me nonostante fosse più grande, "sono stato all'estero qualche anno e non mi sono stati riconosciuti in Italia" rispose con semplicità.
Entrammo in classe, tutti gli sguardi erano rivolti verso di me così Leonardo mi mise un braccio intorno al fianco , con fare protettivo e fulminò con lo sguardo qualsiasi ragazzo mi guardasse. Ci accomodammo insieme in un banco in ultima fila e finalmente iniziammo a parlare. Ma improvvisamente mi ricordai del patto che avevo fatto con me stessa, gli risposi in modo freddo e cercai in tutti i modi di essere distaccata. Parve notarlo e sembrava come ferito, quasi deluso. Non sapevo quanto avrei retto di vedere quegli occhi grigi colmi di tristezza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2016 ⏰

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