Ma...

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Ancora scossi dalla vicenda, Posce e Katia si incamminarono verso il loro rifugio. La strada come ormai da molti anni, era deserta...
Passarono davanti ad un parco, in cui da piccoli entrambi avevano giocato.

Katia: Quanto tempo sarà passato da quel giorno...
Posce: Quale giorno?
Katia: MI PRENDI PER CULO!!

E gli diede un ceffone così forte che entrambi scivolarono per terra.

Posce: Ah quel giorno! Be saranno passati 4 anni e mezzo all'incirca.
Katia: Davvero così tanto? Scusa se ti ho fatto ricordare quell' incidente.
Posce: Quale incidente?

Katia fece finta di non sentire. Non voleva tirare in ballo un discorso che la avrebbe fatta soffrire e nemmeno sporcarsi le mani di sangue.
Ripresero a camminare. Lei aveva i capelli rossi e lunghi ed era alta un pó sotto la media. Lui invece era alto e con i capelli corti e castani. Sembravano uno l'opposto dell' altro.

Posce: Mi ricordo tutto come se fosse ieri...

4 anni e sei mesi prima...

Posce: Porca puttana sono già le sette e ventisette, e tra 3 minuti passa il pullman.

Si butto letteralmente dalle scale, si rialzò e si mise le scarpe. Inizio a correre finché non si accorse di un piccolo particolare.

Posce: Porca Eva, sono uscito in pigiama... È finita, non prenderò mai il pullman in tempo...torno a casa!

Si mise sul divano, per quasi tutta la sua lunghezza diventando un tutt' uno con esso.

Televisore: ...in tutto il mondo stanno uccidendo i loro professori, bidelli, gen...
Posce: Che hai detto?
Televisore: Ho detto che i minorenni di tutto il mondo stanno ammazzando tutti i fottuti maggiorenni, HAI CAPITO!
Posce: Ma cosa!

Corse subito fuori di casa, non curandosi di essere ancora in pigiama. Doveva salvare almeno sua madre, che lavorava li vicino.
Per la strada vedeva viscere umane dappertutto, ragazzi urlare aiutami mentre stavano staccando la testa del proprio zio e bambini piangere per aver ucciso la loro madre. Ma lui doveva continuare!
La fabbrica di scarpe dove lavorava sua madre era proprio dietro l'angolo.

Posce: Mamma, dove sei Mamma!

La cercava disperato, così disperato da non fare caso di aver preso un enorme paio di forbici. Vide sua madre che stava lavorando e corse ad abbracciarla. La morte fu veloce e indolore, le forbici erano entrate nel cervello.

Posce: MAMMAAAA! Non morire, ti salverò io!

Ma ogni volta che cercava di afferarla la trafiggeva con le forbici. Non riusciva più a capire niente, il mondo sembrava cadergli addosso, così svenne...

Si risvegliò in un luogo buio, una cella. Oltre a lui vi erano molti altri ragazzi ammucchiati tutti li dentro.

Ragazzina: Su alzati...

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