Meglio dentro che fuori

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Una piccola ragazzina dai capelli rossi gli aveva teso la mano, svegliando la parte piu sporca della mente di Posce. Lui afferò la mano, e la ragazzina con un enorne strattone lo alzò, facendolo sbattere contro il muro con una tale intensità da causargli uno smembramento dei capillari facciali.

Katia: Oh scusa, non volevo, davvero, il mio nome è Katia! Stai bene?

Posce non rispose, non per le gravi perdite di sangue riportate, ma perchè ai suoi occhi farsi ferire cosi, da un ragazza cosi piccola, era una di quelle cose che potevano stimolare la sua mente malata fino a farlo rimanere in uno stato simile al coma.

Katia: Sei vivo? Ehi rispondi?

Posce si riprese..

Posce: Quanti anni hai?
Katia: Perchè?
Posce: Rispondi e basta
Katia: 15

Posce si accorse che la ragazza che ai suoi occhi poteva avere 10, 11 anni era una sua cotanea.
Il sorriso che era impresso nel suo volto, era uno specchio di cio che stava pensando. E quello era un tipico sorriso da maniaco. Anche Katia se ne accorse, e cercò di allontanarsi da quell'essere.

Guardia: Entrate qui, e voi fategli spazio!

Altri ragazzi erano stati inviati in quella cella riempendola totalmente.
Katia invece di allontanarsi da Posce ci si ritrovò insieme, entrambi compressi da due che sembravano essere lottatori di sumo.
Posce era su di giri, dimenticando persino di aver ucciso la propria madre e di essere in una cella.

Qualche ora dopo, la stanza era piena di un lezzo tremendo. Un maiale si sarebbe rifiutato di viverci, e le continue fuoriuscite di gas dei due ciccioni stavano uccidendo Katia. Il suo corpo magrolino tremava dalla paura che alla prossima pera la sua vita si sarebbe conclusa, ma lei con un innato coraggio si fece forza e sopportò tutto il soppruso che il suo piccolo naso doveva subire.

Guardia: Uscite tutti e seguitemi.

La guardia della loro cella aveva un Ak 47 in mano e disubbidirgli sarebbe stato un bel problema. Lo seguirono senza chiedere cosa stasse succedendo. Un corridoio totalmente di metallo, una porta di metallo, una stanza di metallo, un vaso di metallo: più che una prigione sembrava un astronave pensò Posce.
Dopo 150 metri di duro cammino, si ritrovarono davanti a una porta stranissima: era formata da due sezioni concave con un sedile, dove a rigor di logica qualcuno doveva sedersi. Dietro a questi "cilindri" di vetro vi era una porta di metallo, senza alcuna serratura.
Questa struttura emetteva strani suoni, simili a lamenti e urla.

Guardia: Sedetevi due alla volta e poi entrare

Nessuno si sedette.

Guardia: Sedetevi e entrate non vi succederà nulla di male, ve lo giuro.

Nessuno voleva scoprire cosa c'era dietro quella porta.

La guardia perse la pazienza e agguantò i primi due sotto tiro. Il caso sclese che fossero proprio Posce e Katia. Si sedettero, ognuno guardando gli occhi dell'altro. Una strana energia li percorse, e dopo qualche minuto si apri la porta.

Guardia: Avanti altri due!

Posce e Katia non si tenevano in piedi, le loro gambe erano come macigni e le parpeble volevano chiudersi. Entrambi caddero a terra e svennero.

Qualche ora dopo, erano in un letto di ospedale...

Note dell' autore
Do, re, mi, fa...a parte le cazzate, 25 voti a favore, nuovo capitolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31, 2016 ⏰

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