Quinto Capitolo

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La notte della piccola Alessandra era stata movimentata.
La ragazza non riusciva a stare ferma a causa dei pensieri che le affollavano la testa.
La mente della ragazza prendeva sempre vie tortuose e sconsigliate la notte.
Metteva su progetti e idee, appunti e correzioni, ma tutto andava perduto con il sorgere del sole.
Tutte le raccomandazioni e programmi svanivano e la ragazza non riusciva ad imporsi dei limiti e delle priorità.
L'unica compagnia di quella silenziosa notte buia era la migliore amica della ragazza che fortunatamente si trovava dall'altra parte della Terra cosicché il fusorario permetteva loro di parlare.
Svegliando la piccola Alessandra, Hanna e Antonio, chiamatosi Giacinto, soprannominato Giacy, fecero irruzione in casa sua per continuare a scrivere la storia. Giacinto come una delle vacche sacre ad dio Apollo si buttò sul divano di Alessandra. Dopo averlo fatto alzare con enorme fatica, scesero le scale in maniera inappropriata per posizionarsi davanti al computer.
Iniziarono a scrivere la storia tra battute sarcastiste prive di significato e canzoni senza senso.
Alessandra, la mente geniale, scriveva troppe descrizioni che secondo lei erano essenziali per la storia, ma non riusciva a spiegarsi nella realtà. Addentrandosi nei ricordi, incominciarono a raccontarsi anneddoti della loro vita ancora troppo breve. Si raccontavano di quando la ragazza, Alessandra, erastata alla Città della Scienza e aveva visto un "coso" che si allungava tirando le due estremità e c'era una sfera che faceva "huhuhh", sue testuali parole. Queste erano le uniche cose che la ragazza ricordava.
Dopo che i ragazzi assodarono che la fame doveva essere attutita decisero di mangiare.
Hanna salì le scale velocemente e prese le patatine dalla cucina e le mangiarono insieme appassionatamente.
Si divertivano come non mai.
Ale e Giacinto, come due dementi, scivolavano sulle scale, trascinandosi sui piedi, come facevano da bambini quando erano insieme alle feste.
I ragazzi decisero che la storia se continuata in quel momento non avrebbe avuto più senso, perciò salirono sopra per scoprire quali ricchezze conteneva la casa.
Purtroppo rimasero delusi assodando che nella casa di tesori culinari ce ne erano ben pochi.
Volevano pranzare insieme, perciò a turno chiamarono i genitori.
Ma all'improvviso il telefono di Giacinto squillò.
Era sua madre.
Era arrabbiata, suo figlio non era tornato per l'ora stabilita, di conseguenza tutti e tre rinunciarono al pranzo collettivo a base di focaccia paesana.
Alla fine di tutto la ragazza capì di soffrire di manie di protagonismo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 31, 2016 ⏰

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