- Un incontro speciale -

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Sto ancora correndo. Accidenti. Non faccio altro che pensare a questo. Che mi sono persa. Non so come tornare a casa, non conosco proprio nulla di qui, nulla!

Grosso problema. Sto ancora correndo, quando non mi rendo conto di essere andata a sbattere contro qualcuno.

Alzo lo sguardo, e resto incantata da ciò che vedo. è un ragazzo alto, occhi azzurri, bellissimo.

Se devo essere sincera stavo per cadere, e lui mi ha sorretta. è stato dolcissimo con me, lo ringrazio, ma essendo molto timida non credo che riuscirò a parlare con lui.

Quando incontro un ragazzo, mi prende un attacco di panico, balbetto, non so ciò che dico. Mi è capitato altre volte, non troppe, ma alcune.

E non voglio fare figuracce con lui, che mi ha salvata da una bella batosta.

«Stai bene?» mi chiede lui, dopo avermi tirata su.
«Ehm, si. Grazie»
«Vuoi che ti riaccompagni a casa? Mi sembri smarrita»

«No...no grazie. Ehm, ciao» lo saluto con la mano e me ne vado. Come al solito, sono una stupida. Non so dove mi trovo, ovvio che avevo bisogno di aiuto.

Sono proprio una SCEMA!!!

Ora come torno a casa? Beh, correrò.

Corro un po', ripercorrendo la strada che ho fatto, quando inizia a piovere forte.

Ovviamente io non ho l'ombrello. Oh no, ora come faccio? Per fortuna riesco a tornare allo Studio 21, la scuola di musica.

Mamma non c'é! Oddio, sarà andata a cercarmi con l'auto, ed ora non é qui.

Perfetto, ora che faccio, come faccio? Penso che entrerò nella scuola, magari li sapranno aiutarmi.

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Questo posto é bellissimo! É pieno di ragazzi che cantano e ballano, é meraviglioso.

Mi sento a casa qui, dato che amo tanto ballare e cantare. Sto osservando in questo momento un gruppo di ragazzi che fanno le prove, quando una voce attira la mia attenzione.

«Eloise Johnson?» mi volto e vedo un uomo adulto, di circa 30 anni. Alto, biondo con gli occhi marroni.

«Ehm...si?»
«Mi chiamo Elliot Jones. Sono un amico di tua madre» ah, dev'essere lui quello di cui mamma mi ha parlato.

«Che ci fai qui? Perché sei tutta bagnata?» mi chiede lui.
«Ecco...mi sono persa, e sta diluviando» rispondo.

Sembra non essersi accorto della pioggia. Poverino, é rimasto tutto il giorno qui, come sempre, perciò non può sapere che tempo fa fuori.

«Ma come ti sei persa? Tua madre?»
«Ecco, io mi ero allontanata, e quando sono tornata lei non c'era piú. Mi può aiutare?» lo imploro.






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