One.

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Stelle nel cielo. Tante stelle scintillanti nel cielo. Sento i miei occhi farsi pesanti e il mio corpo rilassarsi sotto l'erba fredda di una notte di maggio. <<Ehi Mars, che ci fai per terra?>> chiese ridendo Clara. Forse colpa del troppo alcool che mi ritrovo in questa bizzarra situazione. Mi vergognerò per il resto della mia vita. <<Clara>> Dissi. <<Sono pazza, vero? È per quello che a lei non piaccio?>>Continuai. Alcune lacrime mi rigarono il viso e mi alzai barcollando, Clara mi prese in tempo e mi porto' dentro. Arrivammo fino alla stanza della bionda e mi fece distendere sul letto. <<Riposati>> Prima di uscire, si girò verso di me e mi guardava con compassione ma per il forte mal di testa e per il sonno, stranamente mi addormentai senza pensare al perché mi guardò cosi. Aprii gli occhi con fatica per il fastidio che la luce mi dava. Dopo venti minuti di imprecazioni per il forte mal di testa provocatosi per la sera prima, scesi al piano di sotto e vidi una miriade di gente distesa per terra. Bottiglie rotte, pezzi di cibi a terra. La casa era un completo disastro. Risalii al piano di sopra per andare a cercare Clara. Non sapendo quale fosse la camera della bionda, aprii una camera a caso e il mio cuore perse un battito. Il suo piccolo corpo tutto rannicchiato, il suo viso rilassato. Feci dei piccoli passi lenti per non svegliarla. Mi sdraiai al suo fianco e continuai ad osservarla. Ero libera dai miei pensieri solo in tre momenti. Quando ascolto la musica, quando bevo e quando vedo il suo viso. LEI, dopo aver aperto gli occhi, mi sorrise e ripresi a respirare regolarmente. E' sempre cosi imprevedibile. Ho avuto sempre paura dei suoi sbalzi d'umore e della sua imprevedibilità, ma non riesco a smettere di amarla. <<Buongiorno Mars>> Disse rubandomi un bacio e continuando ad osservami con i suoi occhi che sapevano leggermi alla perfezione. Non risposi. Però sorrisi, tanto. Quando sto con lei le parole non escono dalla bocca e la mia mente ferma i pensieri che mi tormentano ogni secondo. Dopo cinque minuti si alzò e andò verso il bagno, ma prima di entrare, Disse <<Smettila di fissarmi il fondoschiena>> facendo una piccola risata, arrossii. Il nostro rapporto è "malato" Non stiamo insieme, non ci possiamo definire due semplice amiche e non siamo neanche due conoscenti. "Dimenticala, fidati di me" questo mi dicono sempre le mie amiche più fidate. Hanno ragione. Ma come si può lasciar andare qualcosa che ti riempi e ti fa sentire fottutamente vivo? A me lei mi fa vivere.
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Aprii gli occhi di colpo e sentii il mio cuore battere forte. Provai una strana sensazione allo stomaco ripensando al sogno. Sembrava tutto cosi reale, i volti, la casa, lei. Ma dovetti tornare subito alla realtà e sbrigarmi perché fra meno di un'ora sarei dovuta stare dentro quel manicomio. Entrai in bagno e mi tolsi il pigiama, composto solo da una misera maglietta e osservai il mio corpo. Non mi piacque quell'immagine. Smagliature, fianchi larghi, completo disastro. Scacciai quei pensieri per non rovinarmi la giornata ed entrai in doccia dove l'acqua scorreva lentamente rilassando tutti i miei muscoli tesi per colpa della mia mente. Dopo un buon quarto d'ora uscii coprendomi con l'accappatoio e mi sbrigai a vestirmi per due motivi: anche mia sorella doveva prepararsi per andare a scuola e se non mi sbrigo faccio tardi. Indossai una semplice canotta nera e sopra una camicia a quadri, skinny neri e le mie adorate scarpe grigie. Non sono scarpe di marca. Costano tanto e se posso evitare di far spendere soldi inutili ai miei, lo faccio. Sono un'alternativa alle Vans solo che queste l'ho pagate trenta euro in meno. Un po' di fondotinta e provai a mettermi anche il rimmel visto che sono abbastanza imbranata nel truccarmi, non come Azzurra, una del mio gruppo che di trucco se ne intende e anche parecchio. Zaino in spalla, cuffie pronte per isolarmi nel mio mondo, libro in mano e corsi alla fermata dell'autobus.
A me piace andare a scuola, lo ammetto. Mi piace il viaggio la mattina leggendo un buon libro e ascoltando buona musica, mi piace arrivare in anticipo e prendere un cappuccino al mio bar abituale e magari far due chiacchere con la barista, mi piace stare con la mia classe anche se a volte non li sopporto, mi piace prendere in giro con Clara i professori e parlare di Sara, l'ossessione che ha Clara per la figlia della prof. Ammiro la mia amica, davvero. Lei quando vuole una cosa fa di tutto per ottenerla. Voleva conoscerla e l'ha aggiunta su Facebook, voleva scriverle e l'ha fatto, vorrei essere come lei a volte. Persa nei miei pensieri non mi accorsi che fra una fermata sarei dovuta scendere, non mi precipitai a prenotare la fermata visto che tanto sarebbero scesi tutti. Dopo essere scesa mi diressi al bar. Dopo il cappuccino, uscii dal bar e andai a sbattere contro qualcuno. Pochi istanti prima di cadere venni afferrata da una mano che mi tirò su.
<<Scusami..sto andando di fretta>> Disse una ragazza con dei lunghi capelli castani e occhi verdi o azzurri ? Non riesco a capire di che colore siano, ha un viso conosciuto.
<<No, scusami tu>> Dissi sussurrando e abbassando la testa dall'imbarazzo. Intravidi da lontano Clara che fece una faccia sorpresa mista a felicità, puntai il mio sguardo di nuovo sulla ragazza..capito! Lei è la famosa Sara. Clara mi raggiunse e mi tirò per il polso portandomi a distanza di sicurezza dalla castana.
<<Hai visto? Cosa diamine ci fa qui? Oh mio dio>> Incominciò ad agitarsi e inarcai le sopracciglia scoppiando a ridere. Adoro quella ragazza e il suo modo di fare. Ad un certo punto Sara si avvicinò a noi e prima guardò me e poi Clara.
<<Ehi! Clara?>> Mi girai e vidi il viso di Clara colorarsi di rosso e mi trattenni dal ridere.
<<Cosa ci fai qui?>>
<<Sto aspettando mia madre che parcheggia. Oggi non ho lezione e qui vicino abita una mia amica e ho deciso di andare da lei>>Controllai l'ora dal mio cellulare e mancavano solo cinque minuti al suono della campanella, dovevamo muoverci.
<<Clà, dobbiamo andare>> Le dissi sussurrando anche se so che in quel momento voleva sicuramente uccidermi. Vedevo come guardava Sara, non so se fosse amore o solo una cotta, ma erano cosi pieni di vita che riuscivano a far sorridere anche i miei occhi spenti.
<<Vi lascio dai..ci sentiamo>> Disse facendo l'occhiolino a Clà e poi sorridendomi. Mi girai e incontrai lo sguardo della mia amica pieno di gioia. Mi afferrò la mano <<Oggi andiamo a scuola correndo, che ne dici?>> Scoppiai a ridere e annui. Incominciammo a correre mano nella mano e io mi misi perfino a cantare. Per un momento sembrava che la giornata fosse dalla nostra parte, forse era il nostro giorno. L'amore ha una potenza incredibile che noi umani sottovalutiamo riesce a fare cose che niente e nessuno può fare. Arrivate a scuola però la mia felicità svanì vedendo quella ragazza dai capelli rossi fuoco, quella famosa ragazza.
Strinsi forte la mano a Clara come facevo da piccola con papà quando incontravo per strada i miei compagni di classe che ridevano di me. Sentivo un macigno nel petto solo alla sua vista. Rideva mentre sfogliava le pagine del libro di storia e il mio cuore rispondeva automaticamente al suo sorriso battendo più forte. Clara ricambiò la stretta e mi portò di corsa in classe, andai a sedermi al mio posto e presi il quaderno di matematica anche se la mia testa era da un'altra parte. Interrogò i miei compagni visto che mancano pochi giorni alla fine della scuola, provai a seguire ma il pensiero del suo sorriso mi annebbiò la mente. Odio essere cosi terribilmente innamorata. Quella ragazza ha un potere su di me in un modo incredibile. Suonò finalmente la campanella della ricreazione, uscì fuori e mi sedetti sulle scalette per ripassare inglese quando qualcuno si sedette accanto a me, riconobbi quel profumo quando girai la testa incontrai i suoi occhi di un marrone particolare che neanche si può descrivere. Arrossii e spostai il mio sguardo sul foglio fingendo di studiare, accese la sigaretta. <<Che studi?>> Chiese scrutandomi con i suoi occhi che mi fregano ogni volta. <<Studio inglese, non vai dalle altre?>> Dissi guardandomi intorno. <<Vuoi che me ne vada?>> Chiese facendo una piccola risata. Feci una piccola smorfia, l'odore del fumo mi invase le mie narici e non solo, anche quello del suo profumo. Un mix maledetto, mi riportò al nostro primo bacio nel bagno di scuola. Le sue labbra poggiate sulle mie che si muovevano lentamente, le mie mani che stringevano il suo piccolo corpo. Sorrisi al ricordo e la sua voce mi risvegliò <<Ma è possibile che stai sempre fra le nuvole?>> Buttò la sigaretta a terra, mi lasciò un bacio sulla guancia e se ne andò dalle sue amiche. Rimasi immobile sulle scalette, sospirai. Mi alzai e tornai in classe.

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