Capitolo 5

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Qualcuno mi toccò la spalla. Mi girai e vidi fede. Si sedette vicino a me "perché sei scappata?" mi chiese dolcemente. "Troppo imbarazzo in pochi minuti... e poi ho stonato nel ritornello, non volevo che che criticaste, odio le critiche" risposi. "per me hai cantato benissimo" mi disse. "Senti non voglio sentire cazzate, torniamo in classe" dissi. Lui non parlò e tornammo in classe. "LEPRI NON PUOI USCIRE DALLA CLASSE SENZA PERMESSO!!" urlò quella psicopatica. "Senta prof. non mi rompa le palle" dissi mandando quasi a fanculo la prof. "Non parlarmi così Lepri" urlò la tipa. "Senta vada a farsi fottere" dissi tranquillamente. "Lepri vai subito dal preside" urlò ancora. "Come vuole" sinceramente non me ne fregava niente di andare dal preside. Uscii da quella stanza e mentre camminavo verso l'ufficio del preside mi resi conto della figura di merda che ho fatto davanti ai miei cantanti preferiti. "Bene Giulia sei proprio deficente" mi disse la mia stupida coscienza, che in questo caso aveva ragione. Arrivai davanti all'ufficio, entrai e dopo la solita ramanzina tornai in classe. Alla fine delle lezioni uscii dalla 'prigione' e mi avviai verso casa, con le cuffiette nelle orecchie, ovviamente. Amavo la musica, praticamente stavo più tempo ad ascoltare musica che stare con il mio ragazzo, ma shalla. Poco dopo sentii una mano toccarmi la spalla, era...

SPAZIO ME
TAN-TAN-TAAAAAAN... la suspence, si quella che vi piace tanto. 😂😂😂

Sei uno stronzo ma...||Sascha BurciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora