Scendo dalla sua bellissima macchina bianca appena parcheggia. Mentre mi incammino verso la struttura dove ho le prime ore di lezione vengo salutata da molte persone. Non mi considero una persona popolare, ma comunque cerco di essere gentile con gli altri e loro poi si ricordano di me. Inoltre quando ero in prima e in seconda stavo con il playmaker della squadra di basket della scuola. Non sono una ragazza facile, ci amavamo veramente, ma poi lui è andato al college e io non sono fatta per le relazioni a distanza. Questo mi ha reso leggermente popolare, ma io non ci ho mai dato peso.
Arrivo nel aula di biologia e mi siedo. L'ora passa velocemente, soprattutto perché la professoressa Harris sa rendere la materia molto interessante. Ha spiegato alcune ossidoriduzioni che ancora non avevamo affrontato tramite dimostrazione alla cattedra. Di fianco a me c'era una ragazza, ma sinceramente non mi ricordo il suo nome. Ogni lezione si siede qualcuno diverso vicino a me.
Ora sono nel cortile e mi dirigo verso l'edificio di letteratura, ovviamente sta nevicando. Nevica sempre qui, un piccolo raggruppamento di case vicino ad Hilton nello stato di New York. Il mio liceo è costituito da tanti piccoli edifici , collegati tra loro da camminamenti in cortile. Al cento c'è un edificio più grande con la mensa e un corridoio con tutti gli armadietti per gli studenti. Quando entro a lezione trovo il mio solito posto libero. Mi siedo di fianco a Susan, la mia migliore amica. La conosco da diversi anni e suo padre è un collega di mia madre, lui cardio chirurgo e lei neuro chirurga. Quando eravamo piccole giocavamo con la neve tutti i giorni assieme e poi o la sua o mia madre ci preparavano una bella tazza di cioccolata calda. Lei è l'unica a spere tutto di me.
"Che freddo!" Dico appena mi siedo.
"Ciao anche a te." Mi risponde ridendo, mentre io le faccio una linguaccia. "An hai sentito?" Continua lei, ma io non ho la più pallida idea di che cosa intenda.
"No, non ho idea di che cosa tu stia parlando." Le rispondo francamente. Lei mi rivolge uno di quei suoi sorrisi furbi e eccitati.
"Domani c'è una festa a casa Myers!" Dice quasi urlando e automaticamente nella mia testa so già che sarò costretta ad andarci.
"Fantastico, ma abbassa la voce oppure sembrerai una pazza." Dico con falso entusiasmo, non mi fanno impazzire le feste. "Ma Myers non è mica il fratello di quel gran figo?" Dico più interessata all'argomento.
"SI. Ma sai qual è la cosa più bella? La festa non è del nostro compagno di matematica avanzata, ma del fratello! Dato che può invitare qualcuno ha deciso di invitare noi e qualcun altro. Ma ci credi?" Dice entusiasta e devo ammettere che per la prima volta l'idea di andare ad una festa non mi dispiace.
L'ora di letteratura finisce ancora più velocemente di quella di biologia, forse perché letteratura è la mia materia preferita, forse perché con Sus di fianco no smettevo mai di ridere, forse perché il prof è simpatico o forse perché è un gran figo.
Dopo aver passato un'ora buca in assenza della professoressa di matematica avanzata, ho lezione in compagnia della bellissima e odiosissima professoressa Guerra di italiano madre lingua. Per fortuna a seguire il corso con me c'è Tommaso, uno dei miei migliori amici. Lui ha origini italiane e la lingua la sa meglio della insegnante. Mi diverto sempre quando la corregge e lei gli risponde: "Signor. Davis vuole venire lei al mio posto?"
Nel pomeriggio ,dopo al fine delle lezioni mi dirigo verso la macchina di Susan e, dato che non è ancora arrivata, mi appoggio contro la portiera. Guardo vero il bosco che circonda la scuola e quasi tutto il paese. Mentre sto per tirare fuori il mio accendi mi sembra di vedere qualcosa muoversi e quando mi giro noto un'ombra umana scomparire tra le piante. É molto strano, ma proprio in quel momento Sus mi raggiunge.
"An. Va tutto bene? Sembra che hai visto un fantasma." Dice per poi scoppiare in una risata. Per non farla preoccupare rido anche io.
"No, niente. Andiamo?" Le rispondo mentendole. Dopo qualche secondo apre la BMW bianca e io salgo. Forse è meglio dimenticare quell'ombra, probabilmente me la sarò immaginata. O almeno cerco di convincermi di ciò.
Sono sovrappensiero durante tutto il tragitto e infatti quando Sus annuncia che siamo arrivate al posto del vialetto di casa mia mi trovo nel parcheggio di un centro commerciale.
"Dove diavolo ci troviamo? Perché siamo qui?" Le chiedo un po' agitata. Fare shopping non mi piace molto, ma il problema più grande è che con lei farlo voleva dire stare li almeno quattro ore.
"Se domani dobbiamo andare ad una festa abbiamo anche bisogno di vestiti nuovi, no?" Mi risponde come se fosse tutto normale. Me ne faccio una ragione e di mala voglia scendo dalla macchina portando con me lo zaino. Quando scende anche lei e chiude la macchina ci incamminiamo verso l'ingresso.
---
Quando finalmente torno a casa mi trovo con tre sacchetti pieni e un frappè in mano. Scendo dalla macchina e la ringrazio, in fondo ho passato un pomeriggio piacevole ridendo e scherzando.
Mi dirigo in camera mia una volta arrivata a casa. Butto sul letto le borse e ripasso matematica, i nuovi argomenti non mi riescono per niente. Dopo un'ora smetto di studiare e faccio un po'di addominali per tenermi in forma.
Provo i vestiti che ho comprate. Decido di mettermi un vestito bianco che fa contrasto con la mia pelle ambrata, delle scarpe bianche con il tacco e dei bracciali oro per la festa l'indomani. Il vestito di lana intrecciata è molto bello: aderente nei punti giusti, corto ma non troppo e con piccoli fili dorati nella parte destra. Le maniche lunghe mi tengono caldo e qui a fine novembre fa molto freddo.
Sento la porta di casa aprirsi e chiudersi subito dopo. Vado giù di corsa e butto le braccia al collo di mia madre, abbracciandola. Lei è una persona stupenda e se non fosse per lei non sarei qui oggi. Ricambia l'abbraccio e mi bacia i capelli.
"Come stai tesoro?" Mi chiede quando ci stacchiamo e ci dirigiamo in cucina. Io prendo posto su uno degli sgabelli vicini all'isola e lei apre il frigorifero.
"Tutto bene mami, te? Come è andata oggi?" Le rispondo con un sorriso stampato in faccia. Lei tira fuori dal frigo degli spiedini di pesce e delle patate. Non vedo già l'ora di mangiare cena.
"Io sto bene, ma l'incidente di sta mattina è stato un disastro. Si dice sia stato pilotato tramite dei chiodi in mezzo alla strada. Per fortuna nessuno è ancora morto, ma otto delle dieci persone coinvolte sono feriti gravi con varie emorragie interne. Non sai che strazio vedere i parenti oggi in ospedale. " Dice con una faccia sconvolta, come se non volesse credere a ciò che era successo. Le accarezzo il braccio cercando di rassicurarla. "Comunque, parlando di cose più felici, ti va di mangiare gli spiedini di pesce e le patate saltate sta sera?" Le sorrido rispondendo e lei incomincia a preparare.
STAI LEGGENDO
Obsessed II H.S.
FanfictionUna ragazza ossessionata dal suo passato. Un ragazzo in grado di aiutarla. Cosa si nasconderà dietro il misterioso Harry? Cosa sarà successo nel passato di Anne?