Capitolo 3

63 4 0
                                    

Quando mi risveglio di colpo a causa del incubo prendo il mio accendino dal comodino e lo posiziono davanti al mio viso, all'altezza del naso. Lo accendo e osservo la bellissima fiamma che si sprigiona da esso. Guardo il telefono per capire che ore sono e vedo i grandi numeri sullo schermo: 2.36. Ripongo il telefono.

Decido di pensare e, tenendo il fuoco acceso, mi metto seduta con la schiena appoggiata alla testata del letto. Quando sono comoda inizio a pensare e basta, guardando solo la fiamma che si muove imprevedibilmente di fonte a me.

Penso al sogno e al fatto che gli uomini avevano i capelli ricci. Ovviamente questo deriva dal fatto che lo sconosciuto ha i capelli ricci e se lui sa del omicidio dei miei genitori potrebbe anche essere l'assassino. Ma se fosse così si sarebbe rifiutato di aiutarmi a trovare l'assassino dei miei genitori, sarebbe scappato. Forse vuole farmi credere che sia stato un altro uomo. Così da non farmi cercare più e avere la certezza di essere al sicuro.

Comunque non credo a questa ipotesi, mi avrebbe uccisa se è un assassino. Non mi depisterebbe su una strada sbagliata, mi farebbe fuori.

Forse vuole davvero aiutarmi, porre fine a tutto questo. Ma con quale scopo? Nessuno fa nulla senza un fine. Comunque farei qualsiasi cosa per scoprire chi è l'assassino. Non so cosa pensare.

Ma la vera domanda ora è: Oggi ci andrò alla radura? Correrò questo rischio?

Potrebbe sempre tenere di uccidermi o di stuprarmi. Magari quella radura è 'il suo posto speciale'. Magari ci vado e mi porto uno spray al peperoncino, non dovrebbe andare così male.

Mi riaddormento ancora con qualche dubbio, ma ora sono più tranquilla.

...

Un'suono proveniente dal mio telefono mi risveglia. Sullo schermo appare la notifica di un messaggio da parte di Susan.

Sus Ω : Ho una cosa importante da dirti, quando ci possiamo vedere?

Io : Vediamoci da Moos alle 3.

Rispondo guardando l'orario sul display:12.30. È davvero tardi! Mi faccio una doccia e dopo essermi vestita scendo con i capelli ancora bagnati. Entro in cucina e apro il frigorifero, ci trovo entro la macedonia che mia madre mi prepara tute le mattine. La appoggio sul bancone e metto l'acqua a bollire per prepararmi un tè.

Mangio e penso a quanto i miei genitori lavorano: otto ore, sei giorni su sette. Non passiamo mai tanto tempo insieme. Mi dispiace, mi piace cucinare con mia madre e giocare a basket con mio padre.

Quando finisco di mangiare sono già le due. Salgo i camera e mentre lo faccio penso a quanto mi piaccia il pavimento in legno. È caldo anche d'inverno e è anche levigato e luminoso, ricopre tutti i pavimenti di casa mia tranne nei bagni e nella cucina.

Arrivo in camera e mi pettino i capelli, prendo la borsa e esco. Dopo venti minuti sono davanti al bar, cinque minuti in ritardo, ma la macchina di Susan non è nel parcheggio.

Entro e mi siedo ad un tavolo. Il piccolo locale è accogliente, molto luminoso dato che le finestre ricoprono la metà dei muri. I tavoli invece in legno scuro come il pavimento fanno contrasto con le finestre luminose e i muri bianchi. Quest'ultimi sono ricoperti da quadretti raffiguranti simboli di molte birre differenti, cappelli con la visiera delle più grandi squadre di basket americano. Mi piace l'ambiente, è caldo e famigliare.

Una ragazza bassa con i capelli castani, con la frangia che quasi le copre gli occhi, si avvicina a me. Mi accorgo poi che indossa un grembiule, è una cameriere.

"Buon giorno signorina. Vuole qualcosa?" Guardo il mio orologio e vedo che Susan è in ritardo di un quarto d'ora. Decido ci non aspettare oltre, potrebbe metterci ancora molto tempo.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 03, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Obsessed II H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora