capitolo uno;

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leggete lo spazio autrice, vi prego.

[Wendy.]

"E poi? E poi cos'ha fatto?"

chiese il mio migliore amico, Thomas, supplicandomi -con quei suoi occhioni color ambra- di continuare la storia. Peccato che il mio racconto fosse finito e lui voleva soltanto una scusa per non andare a letto.

"E poi... e poi nulla, è tornato a casa e si è addormentato nel suo lettino, proprio come dovresti fare tu, furfante!"

risposi, prendendo a solleticargli i fianchi sporgenti, dopo essermi alzata. Thommy, a furia di dimenarsi, venne completamente avvolto dal piumone color panna, come un fagottino. Le nostre risate avevano preso il posto del suo silenzio durante il mio racconto. 

"Ma salva il ragazzo o no?"

continuò, dopo essersi ripreso. Proprio non voleva arrendersi ed io mi stavo divertendo, nonostante cercassi di mostrare il contrario.

"Sì, Thom! Te l'ho già detto!"

esclamai, roteando gli occhi, prima di riprendere a ridere con lui, che proprio non riusciva a trattenersi. 

Dopo diversi tentativi, riuscii finalmente a farlo addormentare. Lasciai un bacio sulla sua fronte, lanciai una veloce occhiata all'orologio sulla parente di fronte -quasi completamente imbrattata di pittura azzurra e rosa- e scossi poi la testa. 11:27. Era troppo tardi per Thomas, che il giorno dopo avrebbe avuto scuola. Okay, sarei dovuta andare anch'io, ma per me questi orari non valevano assolutamente. Lasciai la camera del mio amico, salutai la madre con un sorriso e tornai a casa.

Thomas soffre di infantilismo e per lui è tutto un gioco o un grande incubo. Ha paura di ogni cosa ed anche portarlo a scuola è un'impresa, dato che sembra non aver superato la paura dell'esterno. Allo stesso tempo, però, Thom è un ragazzo molto socievole, gentile con tutti e non merita il trattamento che spesso gli è riservato dai ragazzi più insensibili della scuola. Quando scruta il mondo con quelle iridi dal colore particolare, con una scintilla sempre accesa nei suoi occhi, è probabilmente la visione più tenera al mondo e non capisco come la gente possa non apprezzarla. 

Pensai a lui, mentre mi cambiavo.

In realtà pensavo sempre a lui e non nel modo in cui lui pensa a me, ammesso che lo faccia.

La favola della buona notte era, per lui, il momento più bello della giornata e non capii il perchè fino a qualche sera dopo. Gli narravo sempre di questo Dylan ed ogni tanto mi chiedeva se anche per lui esistesse un Dylan. Il problema è che questo Dylan non era completamente frutto della mia fantasia e lui non lo sapeva. Credevo che saperlo non gli facesse bene e, forse, non mi sbagliavo.


Spazio autrice.

Buh! Raven scrive di nuovo! 

E  sì, nuova storia e scusate per l'inizio penoso, ma dopo andrà meglio, presumo.

I capitoli saranno perlopiù scritti dal punto di vista di Wendy.

Spero vi piaccia quest'idea.

(per favore, chiunque abbia twitter, segua @@zactobrvther. E' un profilo sul quale ogni giorno -o quasi- scriverò una piccolissima lettera da parte di Zac Efron a suo fratello Dylan. E' come una fanfiction, ma su Twitter e, se avesse successo, potrei pubblicarla qui, magari cambiando i personaggi su altri di vostro gradimento. Vi prego, è molto importante per me. Grazie a chiunque lo faccia.)

Lasciate un voto ed un commento? Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate. :)

 Enjoy! :)  

xoxo unicorno uno


Bedtime story; Dylmas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora