Il disprezzo per chi nasce diverso.

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POV Elena
Solita routine, 9 del mattino,passeggio per la città dei demoni dove sono cresciuta,il vento gelido mi soffia in faccia, mi fa venire i brividi;"colpa dei stracci che indosso" penso osservandomi ad una vetrina di un negozio abbandonato ormai da decenni; i miei jeans neri pieni di strappi,la maglia bianca senza maniche e il cappello rosso che tanto amavo erano già la meta del guardaroba che possedevo. Decido che è ora di andare, cammino verso il mecato e, come al solito,mi osservano tutti, "è un mostro!" sento dire da una donna che stende i panni su un balconcino poco sopra di me; "non deve vivere con noi un essere così pericoloso" dicono due anziani seduti ad un locale quì vicino, questo a causa dei miei occhi rossi così inconsueti e minacciosi.Sono in ritardo per il mio lavoro, ma non mi importa, il mio unico pensiero è ed è sempre stato quello di entrare nella squadra speciale contro coloro che ci opprimono in questo posto orrendo,dove migliaglia di orfani sono abbandonati a loro stessi. Mi guardo intorno e vedo tante persone dal passato simile al mio, osservo gli occhi di queste persone e capisco: non hanno mai sperato e mai spereranno di essere fuori da qui. Ma io sono diversa, io so che c'è speranza, so che il mondo fuori da questo posto di merda è la nostra salvezza, dobbiamo solo raggiungere il potere di quei mostri là fuori. Il vociare delle persone al mio arrivo al mercato interrompe i miei pensieri, e alzaldo lo sguardo noto che sono arrivata alla mia meta:la frutteria dove lavoro,o meglio dove lavoravo, ho almeno 30 minuti di ritardo..e..quando arrivo il proprietario, che mi aspettava all'entrata mi guarda con aria minacciosa; "oh..cavolo.." penso tra me e me mentre mi avvicino a lui. Appena gli sono davanti mi guarda con uno sguardo tanto minaccioso che solo un falco può avere, e dopo qualche secondo di silenzio, mi punta un dito contro e urla "sei licenziata". Tra gli sguardi curiosi dei passanti me ne vado consapevole del fatto che una volta a casa la sorellona si sarebbe sicuramente arrabbiata con me. Visto che non ho nient'altro da fare decido di andare ad allenarmi con la mia katana quindi attraverso il mercato e supero le bancarrelle,mille voci mi entrano nella testa e non riesco a pensare;per questo non sopporto i posti affollati. Prendo a spallate le persone che cercano di sovrastarmi tra la folla, e finalmente una volta uscita da quella matassa di persone arrivo nel vicolo che mi porterà all'unico posto dove posso stare in pace. Tiro un sospiro di sollievo pensando al silenzio tombale del mio posto preferito,quindi,attraverso l'archetto a sesto acuto che porta al paradiso. Un soffio improvviso di vento mi scompiglia i lunghi capelli neri; una volta spostati dal mio volto noto in lontananza una figura familiare.
"Ciao" gli urlo.
"Ehi Elena" mi risponde Nate.



POV ALEXIS

Mi alzo dal letto ancora rintontita dal sonno e mi affaccio dalla finestra dove scruto la città del Chiaro di luna, luogo in cui sono cresciuta. Osservo la città , non che sia una gran bellezza, è una zona di periferia dove sono presenti piccoli mercati,un parco abbandonato da tempo e alcune vie percorse da esseri umani.
"Inizia un'altra giornta di merda" ah già,io mi chiamo Alexis e sono un licantropo.Mia madre e mio padre mi abbandonarono qui perchè scoprirono che ero un "mostro" a causa dei miei capelli blu e dal colore differente dei miei occhi, ne ho uno giallo ed uno verde ,sul quale, ho una cicatrice. Poco mi importa dei mio passato. Mi vesto, decido di indossare dei jeans a vita alta una, felpa bianca ,un cappello con la visiera rigorosamente in avanti e delle vecchie scarpe nere. Esco di casa per dirigermi dal mio "clan" ovvero le persone che mi hanno cresciuta e che mi hanno insegnato a combattere. Non mi sono mai sentita una di loro, ad essere sincera li disprezzavo. Mentre camminavo notai dei bambini che giocavano allegramente tra di loro. "Almeno loro possono vivere la loro vita ed essere felici" pensai. Purtroppo non tutti in questo mondo possono esserlo, per chi nasceva "diverso" la felicità gli veniva negata. Il mio unico scopo nella vita è di entrare nel To4 la squadra speciale che,da tempo, dominano le città. Il motivo? Voglio cambiare la sorte dei tanti bambini che nascono "diversi" , voglio salvarli da questo mondo privo di giustizia.
Per il momento penso solo ad allenarmi per diventare più forte o meglio, è ciò che il clan mi impone da sempre. Nel tempo libero beh...assumo droga.Ne sono completamente dipendente da diversi anni ormai. Il perchè lo faccio? Mi odio, odio me stessa per essere nata cosí...un mostro, un mostro che ogni sera si trasforma nel lupo che terrorizza la gente. -Il grande lupo bianco è qui andiamo via!-
-Ci ucciderà!-. Le persone ripetono così ogni volta che mi vedono. A volte le ignoro perché ormai sono convinta che sia questo il mio destino...essere diversa.

~Nothing Beyond You~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora