Una giornata come le altre.

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POV Elena
Mi avvicino al più caro e forse l'unico amico che ho, si stava allenando con la sua sciabola a due mani godendosi il silenzio del posto dove amavamo incontrarci.Mi saluta, interrompendo il suo allenamento,con un caloroso abbraccio e, poi torna a tagliare l'aria con numersi fendenti che producono un sibilo metallico. Lo osservo: sotto la canottiera nera i muscoli in tensione, il suo viso dai bei lineamenti rilassato e lo sguardo rivolto ad un avversario immaginario,e quei capelli castani che alla luce brillavano e emanavano una luminosità intensa ...come i suoi occhi verdi , così magnetici e seducenti che non mi erano mai passati inosservati.
Mi siedo sul muretto dove è nascosta la mia katana e spostando una pietra scopro la piccola caverna dove è nascosta, infilo una mano al suo interno e cerco a tentoni nel buio, impugno la mia arma tirandola fuori. Ogni mio movimento accurato e lento. La guardo come se fosse la prima volta, i miei occhi rossi risplendono per l'emozione di impugnare di nuovo l'unico oggetto che apparteneva alla mia vera famiglia. Alzo lo sguardo dopo qualche secondo, o forse minuto, e noto che lo sguardo di Nate è puntato verso di me. "Devo essere così strana ai suoi occhi" penso incrociando lo sguardo con lui. "Devi dirmi qualcosa?" Gli domando con una voce quasi divertita, "no, solo che non ti ho mai vista così.." il suo timbro di voce così intenso e profondo, mi guarda come se fossi un'enstranea già da giorni, e questo mi infastidisce. "Così..come?" Chiedo ancora..il mio tono freddo e distaccato, "Niente" risponde lui quasi per provocarmi, per poi distogliere lo sguardo diventando leggermente rosso sulle gote. Mi alzo ignorando quel tentativo di sfida che era stata la prima conversazione della giornata,entrambe le mie mani sulla lunga impugnatura completamente ricoperta da un filo rosso, separata dalla lama da un anello color oro così raffinato da risplendere ancora dopo anni dalla sua forgiatura, la lunga lama ad un taglio affilata ,decorata con lingue di fiamma che arrivano dalla punta fino all'impugnatura. Sposto ancora lo sguardo dalla mia katana al ragazzo davanti a me, i suoi occhi color smeraldo fissi sui miei, "vuoi combattere?" Mi chiede con le labbra sottili curve in un sorrisetto di sfida e alzando il sopracciglio con l'anellino metallico per provocarmi. "Se credi che puoi battermi." Rafforzo la mia presa sull'elsa della mia spada e la alzo tenendola parallela al terreno per poi alzarla lasciando che la punta miri in alto. Nate si mette in posizione di guardia con la sciabola ,obliqua vicino al corpo. Scatto in avanti incrociando la spada con la sua per spingerlo indietro ma lui respinge il mio attacco e rimane con i piedi piantati a terra, cerco a colpirlo in tutti i punti che sembrano scoperti e senza protezione, lui si muove parandoli uno a uno, "di nuovo questa sensazione.." penso mentre il vento mi colpisce il viso e scompiglia i miei capelli, l'energia si accumula dentro di me, i miei muscoli contratti e le mie orecchie tese ad ascoltare rumore del metallo che si scontra creando piccole scintille. La sfida continua così per un pò, all'improvviso,però Nate, senza che io me ne rendessi conto, cambia l'angolazione della sua arma, e con un semplice fendente mi manda al tappeto. Mi sdraio sul terreno esausta e con il cuore a mille. "Ti ho battuto" dice Nate con una risatina sdraiandosi accanto a me, il suo respiro regolare, il suo viso completamente asciutto, solo in quel momento mi rendo conto di quanto posso essere stata stupida a sprecare tutte le mie energie con attacchi a vuoto. Scoppio a ridere per poi alzarmi lentamente e con ancora il respiro accelerato, le mie braccia deboli e indolenzite, la mano destra ancora sull'impugnatura "Solo perchè non mi allenavo da tanto" mi giustifico cercando ancora di alzarmi da terra, quando sono finalmente in piedi provo a fare un passo, ma le mie gambe stanche non me lo permettono facendomi perdere l'equilibrio,sono ad un centimetro da terra quando due braccia forti appaiono quasi dal nulla per sorreggermi, ancora spaventata giro la testa ritrovandomi vicinissimo al volto di Nate,lo guardo dritto in quegli occhi che mi ipnotizzano ogni volta che incrocio il suo sguardo.




POV ALEXIS

Finalmente,dopo una lunga camminata,raggiungo il mio clan.È formato da ben 8 persone tra cui Bryan il nostro "capo branco". Ha 26 anni ed è molto severo;quando si trasforma diventa un enorme lupo dal manto nero, i suoi occhi si colorano di un rosso sangue in grado di incutere paura a chiunque.Ogni mattina ci riuniamo nella zona più a sud della città detta anche "zona buia". È stata chiamata così perché ormai è abbandonata da diversi anni, qui le case cadono a pezzi lasciando spazio ad enormi cumuli di macerie. "Solito posto, solita atmosfera inquietante." dico tra me e me. Ci riuniamo qui per un unico motivo: combattere. Ma non sono semplici scontri,sono delle vere lotte dove si sputa sangue. Il perché lo facciamo? Beh Bryan non vuole elementi deboli nel gruppo così, chi non dimostra di avere abbastanza forza, viene cacciato. -Ragazzi, cominciate.- dice Bryan. È il momento di trasformarsi, in pochi secondi ognuno di noi diventa un lupo e la battaglia comincia. Mi avvento sul più grande del gruppo,Sam, è stato lui a causarmi la cicatrice sull'occhio, è ora di rendergli il favore.Lo mordo alla gola stringendo sempre più la morsa ma riesce a liberarsi. Mi azzanna alla schiena provocando l'ennesima cicatrice, gli mordo di nuovo il collo ma questa volta in modo più forte e deciso;deve soffrire. Alla vista di quella scena, Bryan interviene e ci ferma -Cosa cazzo ti passa per la testa!- mi dice -È la terza volta che tenti di ucciderlo, non posso più tollerare questo tuo comportamento,vattene Alex e non farti più vedere!-
-Fanculo Bryan- gli dico e me ne vado più arrabbiata che mai, cacciata dal mio stesso branco..."Che si fottano tutti". Mentre torno a casa mi accorgo che un mercato è rimasto inosservato cosí decido di prendere qualcosa in "prestito". Non ho un lavoro quindi rubo tutto ciò che mi serve per vivere. Prendo un po' di tutto e me ne vado senza destare troppi sospetti. Arrivo a casa esuasta ma ,appena mi sdraio sul letto, sento qualcuno che mi chiama -ALEX-
- E adesso chi è?-. Mi affaccio alla finestra e vedo -Lucas!- è il mio migliore amico. -Che ci fai qui?-
-Volevo chiederti se ti andava di uscire- mi dispiace dirgli di no ma sono davvero stanca -Scusa ma non posso Lucas, sono stanca è stata una mattinata pesante, capisci che intendo-
-Oh...okay allora ci vediamo-. Mi dispiace mandarlo via cosí ma sono davvero stanca. Torno sul letto e poco dopo sprofondo nel sonno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2016 ⏰

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