Non sono ancora entrata nella scuola che diversi ragazzi mi fissano. Riprendo a camminare fregandomi di quelli che mi fissano e di quelli che mi stanno seguendo.
"Hei, Amber!" -urla qualcuno alla mia destra. Mi giro e vedo un ragazzo con I capelli biondi venirmi incontro. "Hei Nate!" -rispondo al suo saluto. "Come va? Vedo che ti fissano ancora tutti." -ride Nate. "Ti ricordo che anche tu eri come loro." -dico continuando a camminare. "Beh, mi hai piantato e sono contento che almeno mi rivolgi la parola." -ridacchia ancora. Nate mi veniva dietro dalla prima superiore, a fine seconda mi ha chiesto di uscire e gli ho spiegato i motivi per cui non volevo uscire con lui. Non mi sentivo di conoscere nuove persone, per poi innamorarmene e finire con il cuore infranto. Tutt'oggi non mi sento di conoscere gente nuova. Mi piace stare da sola, mi sento più libera. "Comunque cos'hai oggi?" -mi chiede. "Il test di matematica le prime due ore." -dico ricordandomi che devo ripassare le regole. "Ah. Ti va di passare insieme la ricreazione?" -chiede. Ma perché non può stare con I suoi compagni, mi farebbe un favore immenso. "Preferisco stare da sola, ora vado." E' l'unica cosa che dico prima di entrare nell'edificio, senza guardarmi dietro.C'è un via e vai di gente. Gruppi di ragazzi che parlano tra di loro. Altri che aspettano gli amici. Mi dirigo al mio armadietto, numero 147. Inserisco il codice e apro lo sportello. Il mio zaino pesa parecchio nonostante abbia pochi libri. Prendo la sacca da ginnastica e la metto dentro, intanto tiro fuori il libro e il quaderno di matematica per poter ripassare le regole prima delle lezioni. Dopo aver chiuso bene l'armadietto, tiro fuori il cellulare e lo metto in vibrazione così durante le lezioni so se mi arriva un messaggio senza che i professori lo sappiano. Non che mi arrivino messaggi, ovviamente essendo sola... Stavo per bloccare il telefono per poi metterlo in tasca che qualcosa o qualcuno mi urto'. Mi caddero I libri per terra e guardai chi mi andò addosso.
Vanessa Strong. La ragazza popolare, la number one cheerleader. Amata da tutti.
Odiosa e snob. "Stai attenta dove vai!" -mi rimprovera. Mi abbasso per prendere I libri caduti. "Scusami." -dico anche se non era colpa mia. "Cosa hai detto?" -mi chiede, ma allora è sorda!? "Ho detto scusami." -rispondo guardandola negli occhi. "Che nervi! Sai solo dire quello? Eh no, non la passerai liscia cosi. Farai meglio a chiedere scusa per tutto quello che fai se non vuoi metterti nei casini." Non capisco, cosa sta dicendo? "Amore non sprechiamo tempo. Andiamo." dice qualcuno vicino a lei.Jack Evas. Ragazzo popolare e number one footballer. Fidanzato di Vanessa e amato da tutte le ragazze. "Jack sta calmo, devo prima parlare con questa fantoccia." -dice la fidanzata arrabbiata. "Forza! Muoviti a raccogliere I libri! Voglio guardarti negli occhi quando ti parlo!" -quasi sbraita. Non me lo faccio ripetere un'altra volta. Meglio farlo subito e non farla arrabbiare di più. Raccolgo I libri in fretta e mi alzo. "In questa scuola mi conoscono tutti da anni ormai, sono sempre stata la ragazza popolare, la cheerleader number one e la ragazza amata da tutti. Con il tuo arrivo, tanti guardano te al mio posto. Che roba! Sai perché mi sei venuta addosso?" mi chiede. Faccio no con la testa e aspetto una sua risposta, che credo stia pensando e quando la trova si vede che è una risposta che a lei farà ridere, ma per me farà male. Si vede dal suo stupido sorriso che si sentirà fiera una volta che lo avrà detto.
"A guardarti da vicino, proprio non so perché tutti ti guardino. Non sei ne bella, ne di bel fisico. Proprio non so cosa vedano in te. Secondo me sono accecati dal tuo sedere enorme che non si accorgono ti quanto tu sia orribile in realtà. Mi bruciano gli occhi solo a guardarti. Tutte quelle curve nei posti più sbagliati. Sei grassa tesoro, fanne qualcosa non riesco a guardarti a lungo." -dice soddisfatta. Adesso che me ne sono accorta tutti ci stanno fissando ed è proprio quello che voleva Vanessa. Mi sento uno schifo. Le lacrime incominciano a rigarmi il volto. Faccio di tutto per non farle scendere, mi asciugo in continuazione, ma niente scendono per conto loro. Giro I tacchi, mi copro il viso con I capelli per non far vedere come sarà ridotta la mia faccia dopo aver pianto. Incomincio a camminare, in direzione del bagno. "Ecco brava, vai a piangere dalla tua mammina e non farti più vedere con quel fisico di merda!" -ride mentre lo dice.
Mia madre non è più qui. Non posso nemmeno andare a piangere da lei, nemmeno se lo volessi. Mio padre non mi ascolterebbe. Quello che posso fare e piangere in solitudine, senza genitori che mi chiedano cos'abbia, amici che mi verrebbero incontro o nemmeno degli amici che mi abbraccerebbero.
"Vanessa!" -sento qualcuno che la rimprovera...scherzando?? Dalla voce sembrerebbe Jack. Non mi stupisco se sta ridendo. Anche lui è come lei. Tutti lo sono. Il gruppo dei popolari non fanno altro che prendere in giro le persone, solo perché non sono popolari. Se ci pensiamo bene, tutti lo sono anche quelli più sfigati. Tutti sarebbero in grado di prendere in giro.
Daquando sono arrivata in questa scuola, tutti non fanno altro che prendermi ingiro. Non c'è la faccio più! Non sopporto più nessuno! Sono un disastro elo so.
Odio la mia vita e lo so da quando ho sbagliato scuola. Prima nella mia vitaandava tutto bene. Avevo compagni, amici di cui fidarmi, avevo la mamma che eracome una sorella per me, una migliore amica che avrei voluto che stesse con meper sempre. Una cosa che non posso più avere.
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Jenny - e voila un altro capitolo. Che ve ne pare. Lasciate un like e commentate xx
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Sono un disastro (editing)
JugendliteraturAmber è una ragazza di 17 anni. Da quando si è trasferita a Manchester per il liceo, la sua vita le fa schifo. Tutti I ragazzi le vanno dietro, non riesce a capire perché ragazzi come loro dovrebbero andare dietro ad una ragazza semplice come lei. U...