Mi giro e vedo una ragazza alta come me. Capelli bruni e occhi azzurri. Stranamente mi ricorda qualcuno. "Ciao mi chiamo Cloe Evans." -dice porgendomi la mano. La stringo e mi presento-"Amber Piper." "Ti va di sederti con noi?" -mi chiede prendendomi per il braccio. Non sono sicura di voler incontrare altri. Molto sicuramente lei è come suo fratello. Però mi sembra una brava ragazza. Nemmeno il tempo di dirle di no che mi trasporta sull'erba.
Un gruppo di ragazzi stanno seduti sul prato verde, vicino ad una panchina di legno. Più ci avviciniamo e più il nervosismo sale. "Ragazzi salutate Amber." -ordinò Cloe con un sorriso. Tutti si girarono verso di me. Okay, questo non è normale. Tutti che mi guardano non è normale. Nessuno mi guarda mai, se non quando Vanessa mi prende in giro. "Ciao Amber, io sono Tyler." -prese parola per primo il ragazzo con i capelli biondi e gli occhi verde acqua. "Piacere Amber, sono Steve." -mi salutò con la mano il ragazzo coi capelli biondi e gli occhi verdi grigiastri. "Theo Obrian." -fece cenno col capo il ragazzo coi capelli rossi e gli occhi marroni. A quel punto mi resi conto di un ragazzo in lontananza. Con capelli bruni e gli occhi azzurri. Il ragazzo amato da tutte le ragazze e pure fidanzato. Il famoso Jack Evans ci stava raggiungendo. In sottofondo sento Cloe parlare con un ragazzo di cui non mi resi conto che non si fosse presentato. "Presentati!" -urlò Cloe. "Perché dovrei?" -chiese il ragazzo coi capelli biondi e gli occhi verdi. "Ma quanto sei maleducato. L'hanno fatto tutti." -rispose Cloe. "No, spiegami perché io dovrei presentarmi." -chiese ancora il ragazzo. "Fallo e basta!" -urlò Cloe. "Non essere cosi maleducato Max." disse una ragazza dai lunghi capelli biondo sporco e gli occhi azzurri. "Spiegatemi perché io debba -presentarmi ad una sfigata come lei che non fa altro che studiare." -urlò Max. Questo mi ha fatto male. Abbasso la testa guardando le mie mani, mentre cerco di sopprimere le lacrime. "Una ragazza come lei non degna di fare amicizie siccome, é lei la ragione per cui non ne ha." -parla ancora il ragazzo. Questo é troppo. Come si permette! Mi alzo in piedi dalla posizione di cui ero prima. Faccio un respiro lungo e lascio andare tutto quello di cui ho dovuto tenere dentro oggi. "Scusami se mi trattengo dall'avere degli amici. Scusami se sono una sfigata di cui non puoi nemmeno presentarti o del fatto che non vuoi nemmeno guardarmi in faccia. Scusami se preferisco studiare invece che andare alle feste e bere fino allo sfinimento. Scusami se tutta la mia vita e solo una miserabile presenza nelle vostre fantastiche vite. Non tutto quello che succede a te succede ad altri. Tu potresti avere una miserabile vita, senza la macchina che volevi o la ragazza che tanto ti piace. Per altri tutta quella roba é qualcosa che si possono solo immaginare, quando in realtà hanno una vita di merda di cui tu non puoi nemmeno immaginarti. Una vita di cui potrebbero anche morire pure di avere o morire nel non esisterne. Tu non hai idea di come sono fatta, che tu voglia degnarmi di uno sguardo o no non mi frega. Non voglio essere d'intralcio nella tua fantastica vita. Non voglio far parte di un gruppo di cui vuole solo prendere in giro le persone che stanno male. Tu non sai quando io odi le persone come te, che non si rendono conto di quanto le persone sono veramente rotte dentro perché si nascondo dietro un muro." Finisco infuriata e con le lacrime agli occhi. Ho stretto i pugni fin troppo da fare male. A questo punto mi sono lasciata andare fin troppo. Raccolgo lo zaino e corro via. Il più lontano possibile da quelle persone. Mentre corro vado a sbattere contro qualcuno. "Hei, Amber che succede?" -chiede Nate. "Niente, lasciami stare!" -urlo tirando uno schiaffo alla sua mano che mi stava tenendo. Rendendomi di quello che ho fatto, lo guardo negli occhi. Un misto di tristezza e dolore. Che cosa ho fatto? Non sono degna di nessuno. Non so cosa mi succede. Corro via, via da tutti gli occhi che mi scrutano fino a far male. Mi chiudo in bagno e passo l'intervallo fuori dal mondo esterno.
La campanella suona. Mi alzo e mi avvio all'armadietto. Prendo i libri di biologia e poso quelli di matematica. Entro in laboratorio. I banchi sono doppi. Il mio posto è vicino alla finestra in seconda fila. Mi siedo e guardo fuori dalla finestra. Il vento che soffia tra le foglie degli alberi. Il sole che splende e sorride al mondo. Fortunato il sole che sorride sempre.
Il professore è entrato. "Ragazzi ho corretto i vostri compiti" -disse il prof. La scorsa settimana abbiamo fatto un test e oggi c'è li avrebbe consegnati. "Molti di voi hanno fatto abbastanza errori da farmi decidere che dove stanno seduti non ascoltano le mie lezioni e che quindi qualcuno di voi cambierà il compagno di laboratorio" -disse il prof guardandoci seri. Passò per i banchi consegnando i compiti. Arrivò al mio banco con un sorriso stampato sul viso. "Complimenti signorina Piper" -fu l'unica cosa che disse consegnandomi il compito. 100% è il voto del mio compito. Fantastico!! Sarcasmo cari, sarcasmo. Non mi interessa molto.
Mi è così normale prendere bei voti che non mi interessano nemmeno più. "Bene posso incominciare a spostare alcuni ragazzi. Vediamo...signorino Evans e signorina Strong dato che i vostri compiti sono i peggiori tra tutta la classe sarete divisi" -ordinò il prof. Vanessa e Jack stanno seduti dall'altro lato della classe, qualche banco più indietro di me. "Signorina Strong lei sta seduta lì e il signorino Loya ti vai a sedere al posto del signorino Evans. Evans ti vai a sedere vicino alla signorina Piper" -ordinò ancora. Aspetta cosa ha detto? Evans vicino a me? No grazie.
Non voglio essere minacciata tutte le ore di biologia. Parlerò al professore alla fine della lezione.Nel frattempo Jack si è spostato vicino a me mentre Vanessa mi fissa con disgusto. Sento degli occhi che mi fissano da dietro come se fosse pronto per un movimento sbagliato per colpirmi in pieno con un pugnale. Gli altri mi guardano con curiosità e non so proprio chi potrebbe guardarmi in quel modo. "Vedo che sei la secchiona di sempre" -sussurra Jack. Non mi giro nemmeno. Facendo finta di ascoltare la lezione, senza che debba rivolgere l'attenzione a Jack.
"Hai pianto come una mocciosa in bagno, vero? Si vede dai tuoi occhi rossi e gonfi. La povera bambina ha pianto, di nuovo per aggiunta" -sussurra con divertimento. Sono bloccata. Le sue parole mi investano, come un treno. "La bambina ha paura. Sei proprio raccapricciante" -sussurra ancora. "Smettila" -mi ritrovo a dire. "Smettila di darmi fastidio" -dico. "La bambina non vuole essere infastidita" -sussurra con divertimento. "Evans! Smettila di distrarmi la signorina Piper! Devo spostarla in un banco da solo qua vicino a me?" -chiede il prof. "No, prof. Preferisco stare qua grazie" -risponde Jack. "Allora non distrarti!" -urla il prof. Ho un sentimento come se qualcuno mi tesse guardando. Con la coda dell'occhio guardo dalla parte di Jack e infatti è proprio lui che mi sta guardando. Come se non gli importasse nemmeno che lo beccato guardarmi continua a scrutarmi. Ma che succede? In un attimo mi accorgo di aver incontrato i suoi occhi per un tempo che sembrava infinito. Riuscii a perdermi in quell'azzurro mare. Sentendo le guance surriscaldarsi mi volto verso la finestra e mi perdo di nuovo nei miei pensieri.
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Jenny - eccomi di nuovo. Like e commentate xx
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Sono un disastro (editing)
Teen FictionAmber è una ragazza di 17 anni. Da quando si è trasferita a Manchester per il liceo, la sua vita le fa schifo. Tutti I ragazzi le vanno dietro, non riesce a capire perché ragazzi come loro dovrebbero andare dietro ad una ragazza semplice come lei. U...