Entro nel bagno e mi assicuro che non ci sia nessuno. Una volta controllato, mi siedo per terra e scoppio in un pianto che potrebbe durare all'infinito.
Guardo l'ora e sono le otto meno un quarto, ho solo un quarto d'ora per ripulirmi.
Mi alzo controvoglia, apro lo zaino e cerco I fazzoletti. Sento dei passi vicini, segno che qualcuno sta per entrare. Non mi importa, se vogliono prendermi ancora in giro che lo facciano, tanto come ho già detto non mi importa. "Scusa, ti chiami Amber vero?" -chiede qualcuno. Una voce maschile. Jack Evans!? Cosa ci fa, lui, qua?
"Ti ricordo che sei entrato nel bagno delle donne, ti conviene uscire prima che i professori ti vedano." -dissi guardandolo dallo specchio. "Al diavolo i professori, volevo parlare con te." -disse serio e...arrabbiato? Perché dovrebbe essere arrabbiato? Mi giro e lo guardo negli occhi. "Se vieni qui solo per dirmi che l'hai sgridata e che vuoi chiedere scusa da parte sua, allora esci subito dal bagno!" -dissi seria. Non so perché mi faccio tanto seria di fronte a lui, lo sanno tutti che Jack non e un tipo da scuse. Scoppiò in una fragorosa risata. Corrugai la fronte, ma che problemi ha questo qui? "Io? Chiedere scusa da parte sua? Bella battuta!!" -rise con le lacrime agli occhi. Ecco, infatti. Fece un passo avanti, tornando serio. Si avvicinò così tanto che potei sentire il suo respiro sulla mia pelle. Feci un passo indietro, invano. Sono bloccata in mezzo al lavandino e a lui. Questa è una situazione più che imbarazzante. "Non avvicinarti mai più a lei! Lasciala stare e vivi la tua vita da sfigata! Hai capito?" -disse praticamente urlando. Ero in stato di shock. Cosa? Non ero io ad avvicinarmi. Chiusi la bocca che si era aperta in stato di shock. "Ma che diavolo! Stammi lontano! Non hai il diritto di rivolgermi la parola in questo modo quando non sai nemmeno cosa stanno davvero le cose." -dissi io, stupendomi da sola. "Io non so come stanno le cose? Sei tu che ti sei messa tra i piedi della mia ragazza!" -disse sottolineando mia. "Io mi sono messa tra i suoi piedi? Ma allora sei davvero sordo. E tutte le cose che lei invece ha detto a me? Ma sei serio?" -gli urlai più che infuriata in questo momento. "Sta zitta. Non rivolgermi la parola e stalle lontana! Hai capito, sfigata che non sei altro!" disse prima di andarsene dal bagno. A quel punto non mi reggevo più in piedi. Caddi sulle ginocchia. Tremando di rabbia. Okay, mai mettersi contro di Jack Evans, quando si arrabbia fa veramente paura. Pero non e giusto che mi abbia parlato in quel modo quando io non ho fatto niente. Che rabbia! 'Vivi la tua vita da sfigata'. E si, questo si che fa male. Quelle parole fanno più male di quanto sappiate. Oltre a essere sfigata sei anche grassa, forse è meglio se ne fai qualcosa mi ricorda la mia coscienza. Mi toccai la pancia e i fianchi. Non so di cosa parli, io non vedo niente di male nel mio fisico. Vabbeh forse dovrei fare magari una corsetta o due.
Guardai l'ora. Sono le otto meno due minuti, sarei arrivata in ritardo per la verifica di matematica. Mi alzai e mi guardai velocemente allo specchio. Avevo gli occhi rossi e gonfi. Mi diedi una veloce sciacquata alla faccia, lavando via quel poco di mascara che si era sporcato su tutta la faccia dal pianto di prima e mi avviai alla classe.
La campanella suonò mentre stavo entrando. Sapendo che il prof fosse impegnato, i ragazzi si alzarono per parlare. Riuscì a sentire due persone che discutevano su qualcosa. Il professore mi guardò serio. "Amber sei in ritardo." -disse arrabbiato.
"Scusi prof" -sussurrai. Mi guardò bene e chiese:"Stai bene Amber?" "Sì prof" -risposi. "Va bene, vai a sederti adesso" -disse comprensivo. Annuii avviandomi verso il banco. Per mia sfortuna il mio banco era davanti a quello di Jack. Mentre andavo a sedere, mi fissò. Abbassai il capo e mi sedetti."Bene ragazzi incominciamo! La verifica è basata su tutto quello che abbiamo fatto negli ultimi due mesi. Non è difficile, se avete studiato" -spiegò dando un plico di verifiche per fila per passarcele a vicenda. Ne presi una e passai le altre dietro. Misi il nome e la data "Potete incominciare" -disse il prof.
La campanella suona. Fine della verifica finalmente. Sono state le due ore più terrificanti. La verifica in sé sembrava abbastanza difficile. Per essere all'ultimo anno di liceo, le verifiche diventano sempre più difficile. Il professore raccoglie le verifiche. "La prossima volta che ci vediamo trascorreremo l'ora a revisionare il test" -ordinò lasciandoci andare. Misi tutto in borsa e mi avviai alle macchinette.
Alle macchinette sono in fila dietro a due ragazzi che sembrano essere più piccoli di me. Arrivato il mio turno mi prendo un succo alla mela e mi avvio fuori. Il vento soffia facendo muovere i miei capelli legati in un sussurro di gelo. Non mi piace andare a scuola con i capelli sciolti, in più conoscendo il liceo ci sarà gente che potrebbe prendermi in giro. "Hei." -dice una voce.
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Jenny - l'ultimo per oggi. Proverò a pubblicare almeno una volta al giorno. Scusate per la grammatica o errori di parole, computer non va come dovrebbe. Mettere like e commentate!! xx
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Sono un disastro (editing)
Teen FictionAmber è una ragazza di 17 anni. Da quando si è trasferita a Manchester per il liceo, la sua vita le fa schifo. Tutti I ragazzi le vanno dietro, non riesce a capire perché ragazzi come loro dovrebbero andare dietro ad una ragazza semplice come lei. U...