Capitolo 3

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Non so quali siano i passi, cerco di imitare qualcuno ma i loro sono tutti diversi e scoordinati, quindi mi lascio andare ed improvviso.

È una musica vivace e il suono graffiante della tromba rende tutto magico.

Mi è sempre piaciuta la tromba.

Continuo a ballare e mi scappa una risata, sembro una pazza, ma non mi importa.

Le note mi entrano fin sotto la pelle ed animano il mio corpo facendolo muovere a loro piacimento.

Inciampo su qualcuno e cado all'indietro, portandolo giù con me.

Il ragazzo ride e mi solleva la testa.

-Sei viva?-
Mi grida all'orecchio sorridente.

La sua pelle è sicuramente più scura della mia ma non troppo.

Ed il suo sorriso è smaliante.

Porta un berretto simile a quello che mi sono tolta per ballare e delle bretelle.

Mi aiuta ad alzarmi ed una bambina gli tira i pantaloni.

Lui si scusa e inizia a ballare con la bambina.

Resto a guardare mentre la fa volteggiare e la fa danzare, mi gira quasi la testa a quanto girano.

Sorrido e continuo a ballare.

La bambina lascia una mano al ragazzo e prende la mia.

Io le sorrido ed inizio a ballare.

La facciamo saltare in aria, poi lascia la sua mano ed io la faccio girare, riprende la sua e continuiamo a ballare.

Sono esausta ma potrei continuare per tutta la notte.

La bambina lascia le nostre mani ed il ragazzo mi si avvicina prendendomele e ballando.

Faccio una piroetta ridendo e continuo a ballare quasi saltellando.

Mi sento prendere dai fianchi e mi volto.
-Dai andiamo.-

Thom mi trascina lontano dalla folla e lontano dal cafè.

Mi passa la giacca ed il berretto, ed io sento il mio cuore piano ritornare ai battiti normali.

Il leggero venticello sulla mia pelle sudata mi fa venire una scarica dopo l'altra di brividi.

Sarei voluta restare ancora, mi fischiano le orecchie da quanto era alta la musica. Il calore che mi avvolgeva là dentro piano scivola via, rattristendomi.

-Se papà ti avesse vista..-
Dice Thom per niente soddisfatto dal mio comportamento.

Torniamo a casa ed i due si ritirano nelle loro camere.

Io vado a spogliarmi e mi faccio un bagno caldo.

Entro nella vasca e mi rilasso.

Mi è sempre piaciuto fare il bagno, mentre invece non impazzisco per la doccia.

È troppo sbrigativa e non ti permette di rilassarti.

Ripenso alla serata, a come si sia evoluta dalle nostre tipiche serate noiose a serata di musica e ballo.

Mi sono divertita per davvero.

Gioco con la schiuma e una decina di minuti dopo mi decido ad uscire dalla vasca.

Mi asciugo in fretta ed indosso la mia camicia da notte.

Lascio che i miei capelli umidi mi ricadano sulle spalle e mi metto a letto, prendendo un libro.

Avrei bisogno più spesso di tutta quella adrenalina.

Se lo dicessi alla mia amica Ambra magari potremmo tornarci insieme.

A lei non importa il colore della pelle, proprio come me, e sono sicura che le piacerebbe ballare il Jazz.

Potremmo inventarci che dormiamo l'una dall'altra, o che andiamo in biblioteca.

Spesso è capitato che ci restassimo fino alle 12:00, sarebbe un'ottima scusa.

Ripenso a quel ragazzo sul quale ho inciampato.

Aveva i capelli corti, ma si vedeva che erano riccissimi. Gli occhi color nocciola come i capelli, e grandi.

Aveva una carnagione mulatta, quasi dorata.

Si vedeva che il Jazz ce l'aveva nel sangue.

Si vedeva che non era la prima volta che improvvisava quei passi, e quella bambina era incantata quanto me di ballare con lui.

La mattina dopo Astro si viene a sedere sulla mia faccia, facendomi quasi soffocare.

Mi metto a ridere e lo accarezzo, facendogli fare un paio di fusa.

-Sai che ieri ho ballato in un cafè?-

Gli confido sorridendo.
-Erano tutti così felici là, senza responsabilità o padri severi. Però tu non dirgli che ti ho detto questo.-

Il gattone mi guarda con i suoi profondi occhi verdi.

-Mi piacerebbe avere quella vita sai?-

Sento qualcuno bussare alla mia porta e poco dopo mia madre entra nella stanza.

-Vestiti amore. Questa sera tuo padre è stato invitato ad un'inaugurazione. Il nuovo Hotel dei Mabell.-
Dice estasiata.

-E perché dovrei vestirmi alle 8:00 del mattino?-

-Perché andiamo a comprare un abito adatto.-

Sbuffo. Per ogni evento, festa, o serata mi costringe a comprare un abito nuovo. Ne ho talmente tanti che ho usato una sola volta che potrei vestire un paese intero.

-Ne ho tanti nuovi.-

-Non essere ridicola tesoro. Se possiamo permettercene degli altri perché dobbiamo indossare quelli che abbiamo già?-
Chiede ovvia.

Si alza dal mio letto ed esce dalla mia stanza.
-Vieni sù, facciamo colazione fuori.-

Sospiro e sposto Astro.

Vado a fare un bagno caldo, e resto dentro per almeno venti minuti.

Apro l'armadio e prendo una magliettina a riche bianche e gialle e una gonna di un giallo molto tenue.

Pettino e asciugo i capelli e li lego in una coda alta.

Prendo il copri spalle di lana dello stesso colore della gonna e scendo di sotto.

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