Erano le 4 di pomeriggio, Londra era coperta da un nebbiolina alquanto fastidiosa e cupa e la pioggia scendeva ad intermittenza provocando il continuo schiudersi ed richiudersi dei tipici ombrelli inglesi in mano ai passanti che velocemente percorrevano le strade trafficate della capitale inglese.
Mika, zaino in spalla, correva in direzione dell'entrata della metropolitana, l'ombrello lui l'aveva lasciato a casa ma in quel momento poco gli importava. Era in ritardo per l'appuntamento che il suo manager gli aveva fissato e sperava solamente che non vi fosse troppa gente ad aspettare il treno a quell'ora.
Gli faceva ancora un certo effetto pensare alla parola manager, associata al suo nome. Da pochi mesi infatti, l'ambizioso ragazzo americano-libanese era finalmente riuscito ad ottenere ciò per cui aveva vissuto gli ultimi 10 anni della sua giovane vita: un contratto con una casa discografica.