Capitolo 1

109 5 0
                                    

7:00 del mattino.
"YOU MAKE ME FEEL LIKE
I'M LIVING A TEENAGER DREEM"

"MY HEART STOPS, WHEN YOU LOOK AT ME... JUST ONE TOUCH, OH BABY I BELIEVE"

Iniziare la giornata con una canzone del genere come sveglia è veramente traumatico.
Mi alzo dal letto velocemente, come al solito vado verso lo specchio per vedere se durante la notte è scomparso qualche filetto di grasso da qualche parte, ma come sempre ho lo stesso corpo di merda.
"BENISSIMO", penso mentre corro verso lo stereo per staccare la musica ed evitare l'errore che ho commesso tempo fa. Ricordo quel giorno come se fosse stato due mattine fa (bhè, probabilmente lo è stato). Per sbaglio misi come sveglia il ritornello di una canzone della mia cara e amata Lana Del Ray: Lucky ones.
(Se ve lo state chiedendo si, sono un autolesionista)
Ero così tanto assonnato quel giorno che dimenticai di staccare lo stereo e dopo 20 minuti sentii bussare alla porta, era quella stupida della Signora Pepperman (che per la cronaca, ha gusti misicali leggermente pietosi) che, in tutto il suo splendore (piagiamone da stupro e ciabatte rosa) mi chiedeva (gridando) di staccare la musica.
Una delle poche cose che non sopporto è quando qualcuno mi urla contro, specialmente di mattina.
Se me l'avesse chiesto con calma, forse ci avrei pensato su, ma visto i toni non ho potuto far altro che aumentare il volume.
Ma tralasciando i miei litigi, mi avvicino al cellulare, lo accendo e vedo l'orario.
7:15
"OH CAZZO! ARRIVARE IL PRIMO GIORNO DI LICEO IN RITARDO NON È UNA BELLA COSA"
Urlo mentre corro a prendere i vestiti.
Come sempre, scelgo il mio classico outfit da "1º Giorno di scuola": camicia a quadretti, jeans nero e convers, ovviamente nere.
È un impresa trovare i vestiti in mezzo a tutto quel casino che mi ritrovo nell'armadio.
<< Ma che combini?>> dice sempre mia mamma quando apre il mio armadio.
<< Sei gay, non dovresti avere l'armadio e la camera ordinata?!>> continua.
Non so come certa gente possa mettere in giro questo stereotipi, non tutti i gay sono ordinati. Io sono 100% gay (oddio, sembra la scritta presente nell'etichetta delle magliette) ma non tengo mica tutto in ordine.
<<TROVATA!>> grido mentre prendo la camicia e corro verso il bagno.
Mentre sistemo i capelli sento mia mamma dirmi di andare a prendere i soldi per la colazione e andare a scuola, penso si sia fatto leggermente tardi.
Scendo le scale di casa, prendo lo zaino incredibilmente leggero (tanto, tra una settimana avró visogno di una Grù per portarlo) e sento per l'ennesima volta mia mamma:
<< Mi ha detto Blaine di andarlo a trovare dopo scuola, è da tanto che non vi vedete, perchè non vai a trovarlo?>>

<<Okay, allora ci vediamo questa sera.>> dico mentre chiudo la porta di casa.
Mentre esco dal vialetto di casa metto le cuffie e attivo la riproduzione casuale.Forse sarebbe meglio aggiornare la mia playlist, non è possibile che mi parte sempre la stessa canzone, ogni santo giorno. Mentre cammino sulle note di "Born to Die" evito il gruppetto che ogni anno cerca di prendermi a pugni.
"Ancora qua stanno", penso tra me e me sbuffando e continuando ad accellerare i passi.
È incredibile come una giornata di settembre possa essere così soleggiata, le foglie verdi (ancora per poco), gli uccellini che cinguettano e stranamente i liceali che tornano dalle vacanze felici. Io, fossi stato al loro posto, avrei già ucciso qualcuno.
Mentre cammino guardo l'orologio
"Sono le 7:50, mmh, bene. Andró da Sturbucks". Penso mentre cambio strada.
Vado quasi ogni giorno lì per fare colazione. È stato lì che incontrai per la prima volta Blaine (se vi state chiedendo chi è, è il mio "migliore amico", forse anche l'unico). Arrivato da Sturbucks, cerco di vedere se c'è Blaine. Ma nulla.
"Forse sarà andato già a scuola" penso.
Mettendomi in fila vedo una ragazza abbastanza conoscente. Ma non ci faccio mplto caso. Prendo il mio cappuccino e mi incammino verso la scuola. Dopo 10 minuti e tutte le scorciatoie prese per evitare i bulli, arrivo finalmente a scuola.
Il liceo non fa tanta paura per come dicono, sembra anche più rassicurante.
Bhè, forse è l'interno che spaventa gli studenti, e con "interno" intendo i professori e le materie, anche se non penso che quest'ultime siano tanto spaventose.
Mentre cammino per i corridoi scolastici vedo i soliti gruppetti e come sempre io sto da solo..
"Come fanno i primini a conoscersi tutti, io a stento conosco le materie di studio" penso mentre mi avvicino all'aula magna.

<<Buongiorno ragazzi e benvenuti al liceo. Io sono la vostra preside e la professoressa del corso E. Bene, iniziamo subito con la formazione delle classi>> sento mentre mi siedo.
Dopo 20 minuti ad ascoltare i nomi dei ragazzi della scuola, ecco che arriva il mio turno.
<< Cody Gallas, corso H>>
Senza attirare troppo l'attenzione mi alzo dalla sedia e mi avvicino ai ragazzi della mia classe.
<<Ciao, piacere di conoscerti, io sono Luke, tu sei Cody, giusto?>> disse un ragazzo cercando di fare amicizia.
<<Si, sono Cody, il piacere è mio>>
Finito l'appello ci recammo in classe, "questa scuola è incredibilmente grande" penso mentre cerco un posto in classe.
Come sempre, l'unico posto libero era in prima fila, ma per fortuna c'era accato a me l'unico ragazzo con cui ho parlato per adesso, Luke.

Gay teen storyWhere stories live. Discover now