Seconda prova: narra del matrimonio tra Draco Malfoy e Astoria Greengrass.
La marcia nuziale alleggiava nell'aria di quel nuovoloso cinque giugno.
Astoria avanzava per la navata di una chiesa.
La sua affusolata mano pallida era poggiata sul braccio forte del padre.
Il signor Greengrass le sorrideva orgolioso, gli occhi chiari stanchi e i capelli oramai tendenti al bianco.
Il nervosismo della mora era palese ma, da brava serpe, tentava di nasconderlo.
Le mani le tremavano e le ginocchia sembravano volersi piegare, facendole fare una caduta di qualche metro. Non era il caso.
Nel suo abito verde smeraldo era semplicemente perfetta, come sempre d'altronde.
L'idea di un vestito bianco, come voleva a tradizione, era stata scartata sin dal principio.
L'abito lungo con il corpetto stretto ricoperto da strass e la gonna piena di balze era magnifico. Il verde richiamava la provenienza Serpeverde e combaciava perfettamente con i colori e lo stile del luogo.
I tacchi erano argento e slanciavano l'esile figura della futura signora Malfoy.
Una bellissima treccia alla francese cadeva morbida su una spalla e il ramato dei capelli veniva illuminato dal cielo artificiale della chiesa, tanto simile a quello di Hogwarts.
Passo dopo passo, sorridendo mesta al testimone, Blaise Zabini, Astoria si avvicinava all'altare, dove il suo promesso sposo la attendeva.
Draco Malfoy era perfetto come al suo solito, nel completo nero come la pece.
Ma il suo sguardo era spento e vagava ben oltre la sposa.
Gli occhi color ghiaccio si posavano su un'altra figura, tutt'altro che alta; minuta e bassina, le onde marroni posate delicatamente sulle spalle e il vestito rosso come il fuoco.
Gli occhi grandi erano di un caramello profondo e scrutavano con attenzione. Le labbra scarlatte non avevano nemmeno l'ombra di un sorriso.
Hermione Granger osservava lo sposo con l'intensità nello sguardo che il biondo ricambiava.
Nel profondo, aveva davvero desiderato che non si presentasse.
La sposa raggiunse l'altare.
-Vuoi tu, Astoria Greengrass, prendere come tuo promesso sposo il qui presente Draco Lucius Malfoy promettendo di onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?- il prete parlò.
-Lo voglio.
-E vuoi tu, Draco Lucius Malfoy-
Ehi Granger, sai che ti sta proprio bene quell'abito?
-Prendere la qui presente Astoria Greengrass-
Malfoy, baciami.
-Come tua promessa sposa-
Insomma, Granger, stai zitta. Sei bellissima.
-Promettendo di rispettarla e onorarla-
Draco, non possiamo.
-In salute e in malattia-
Smettila, Potter, è la mia ragazza.
-In ricchezza e in povertà-
Lo verranno a sapere. Ci uccideranno. Ti uccideranno. Non posso permetterlo, Hermione, non posso permetterlo.
-Finché morte non vi separi?-
-Lo voglio.- la voce di Draco era inespressiva e gelida.
-Con il potere conferitomi dalla Chiesa-
Perdonami, Granger.
-E da Dio-
Devo farlo, Hermione. Devo proteggerti. Ti amo.
-Io vi dichiaro marito e moglie-
Obliviate.
-Amen. Può baciare la sposa.
No, non posso.
Ne vale la pena?
Il pensiero affiorò nella mente di Draco, mentre due labbra pallide come la morte si avvicinavano alle sue, per nulla belle e delicate al tocco come quelle della donna che amava davvero, l'unica donna, dopo sua madre, che aveva mai rispettato. Hermione.
Cosa non puoi fare Draco?
No, non ne valeva affatto la pena.
Perché alla fine era quella la fregatura. Aveva promesso. Ed una promessa è per sempre.
Ma allora perché lo stava facendo? Perché non stava correndo verso Hermione? Perché non c'era lei davanti a lui, con l'anello della famiglia Malfoy, tra le sue braccia, in attesa di un bacio? Non era forse lei che voleva accanto per tutta la vita? Si era così. Ma c'era un ma. Il dovere.
Farti dimenticare tutto. Io... Non ci riuscirò mai. Ti amo troppo Hermione.
Per quanto amasse Hermione non riuscì a muovere i piedi dall'altare. Essi erano inchiodati al pavimento, e per un momento, il biondo pensò che il dovere fosse una persona che gli stesse tenendo i polpacci affinché lui non si muovesse, che lo stesse ancorando al suolo, legandolo al marmo che era stato testimone di un unione per niente voluta.
Così, guardò un'ultima volta la fiamma che era Hermione, quasi la vide spegnersi, e nel suo cuore accadde qualcosa.
Gli sembrò che un sasso fosse caduto sul nome scolpito di Hermione che aveva nella mente, la sua immagine svanì come fumo.
Si guardò intorno: vide sua madre, la sua adorata madre nell'abito del colore della notte, felice per il figlio, suo padre orgoglioso, e tutti gli invitati che attendevano con impazienza il bacio. E stringendo i denti, decise di accontentarli.
Anch'io ti amo. E proprio per questo lo farò io.
Tra gli applausi e il rumore dell'aria che si spostava all'alzarsi dalle sedie di tutti, Malfoy non vide più la cosa più importante di quel matrimonio. Non la volle vedere. Chiuse gli occhi e cercò di lasciarsi andare.
Mentre baciava la sua nuova moglie, suggellando un legame che sarebbe durato per sempre, Hermione aveva le narici dilatate e il petto che galoppava.
Quando? Come? Dimmelo Hermione, ti prego.
In mano la bacchetta, quella che l'aveva scelta anni addietro, nascosta tra le pieghe del vestito color fuoco, perché nessuno la vedesse.
Un pensiero le riaffiorò nella mente. Un pensiero rivolto al Malfoy che le aveva rubato il cuore.
Un pensiero che rispondeva a quella domanda che lui le aveva fatto, tempo prima.
Ora.
Le lacrime le bagnavano timide le guance diafane e morivano sul suo palmo, mentre sulle labbra aveva ancora l'ultima parola che, in un sussurro, aveva pronunciato in direzione dello sposo.
Obliviate.
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That Word.
Fanfiction"Draco Malfoy era perfetto come al suo solito, nel completo nero come la pece. Ma il suo sguardo era spento e vagava ben oltre la sposa. Gli occhi color ghiaccio si posavano su un'altra figura, tutt'altro che alta[...]. Hermione Granger osservava lo...