Capitolo 1

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Aveva appena smesso di piovere e il cielo iniziava piano piano a schiarirsi, i nuvoloni grigi iniziavano a farsi da parte lasciando campo libero al limpido cielo azzurro. Era dicembre, era in ritardo, ma a lui non importava. La sua vita, fino al giorno prima, era sempre andata di fretta, si gettava in avanti e lui non era in grado ti tirarsi indietro, rallentare, affrontare ogni cosa con più calma. Mai. Per lui Los Angeles era un nuovo inizio, una nuova porta si apriva e Tom, sebbene un po' titubante, aveva deciso di entrarci e buttarcisi a capofitto, incurante delle probabili conseguenze.

Si diresse all'esterno dell'aeroporto, trascinandosi dietro una valigia che non era nemmeno poi così grande. Gran parte delle sue cose aveva deciso di lasciarle a casa sua. Non voleva avere troppe cose con sé, non voleva avere cose riguardanti il passato nella sua nuova vita. Aveva bisogno di ricominciare e quale modo migliore di ricominciare se non lasciandosi alle spalle più cose possibili? Durante il viaggio aveva deciso di accantonare anche tutti i ricordi, belli o brutti che fossero. Non voleva più saperne niente.

Tra maggio e giugno, mentre organizzava il viaggio, aveva avuto modo di conoscere un ragazzo che viveva lì a Los Angeles da un po', si chiamava Georg e anche lui era tedesco come Tom. Georg si era offerto di ospitarlo nel suo appartamento, una cosa temporanea, almeno finché Tom non fosse riuscito a comprarsi o affittarsi un appartamento. Il moro estrasse dalla tasca della giacca il cellulare e guardò l'ora, erano le 18.30, Georg sarebbe arrivato a momenti.
Mentre attendeva si accese una sigaretta e iniziò a fare avanti e indietro per ingannare il tempo. Iniziò anche a pensare alle cose da fare, l'iscrizione al college l'aveva già fatta e avrebbe iniziato la settimana dopo quindi doveva assolutamente andare a comprarsi uno zaino o... una tracolla, sì, anche quella andava bene; penne e quaderni, sicuro; doveva anche trovare il modo di recuperare dei libri, non aveva intenzione di spendere cifre impossibili per un paio di testi che probabilmente non avrebbe nemmeno aperto o sfogliato.

-Ei Tom!- esclamò una voce. Il moro si voltò ritrovandosi davanti un giovane dall'aspetto curato e un sorriso a trentadue denti stampato sul volto. Lo riconobbe subito come Georg, dopotutto si erano parlati svariate volte tramite skype, quindi anche il suo viso gli era ormai piuttosto familiare. Tom gettò a terra la sigaretta e recuperò la valigia.
-Mi aspettavo un benvenuto migliore.- scherzò il moro indicando il cielo.
-Non ti lamentare, amico, almeno sta schiarendo.- rispose Georg abbozzando un sorriso.

Il ragazzo si offrì di portare la valigia al posto di Tom e insieme si avviarono verso la macchina.
-Hai fame?- chiese Georg lanciando un'occhiata al moro.
Sì, Tom moriva di fame, il viaggio lo aveva proprio scombussolato, non amava i viaggi in aereo, soprattutto quelli lunghi sì e no otto ore. A rispondere al posto suo fu il suo stomaco. Sorrise imbarazzato e annuì.
-Allora potremmo fermarci a un ristorante qui vicino.- disse Georg. Tom annuì nuovamente.

Giunsero alla macchina, una semplice utilitaria di colore nero. Il ragazzo caricò la valigia e invitò Tom a salire al più presto. Sembrava che Georg avesse parecchia fretta, non si era sprecato più di tanto a presentarsi per bene o a chiedere come fosse andato il viaggio. Cose di routine, magari avrà pensato che Tom non ne avesse bisogno, che fosse stanco e quant altro. Almeno aveva avuto l'accortezza di chiedere se aveva fame.

Durante il tragitto iniziò a vibrare un cellulare, all'inizio Tom pensò fosse il suo, non aveva ancora cambiato numero e quindi chiunque avrebbe ancora avuto modo di contattarlo... Più o meno.
-È il mio. Puoi rispondere tu, per favore?- chiese Georg senza staccare gli occhi dalla strada.
Tom annuì e prese il cellulare dalla tasca della giacca dell'amico. Guardò il display e poi Georg.
-Schäfer?- chiese sgranando gli occhi.
Georg si voltò per un attimo, guardandolo piuttosto stranito.
-Lo conosci?- domandò il ragazzo al volante.
-Pronto?- disse Tom rispondendo al telefono e facendo un cenno affermativo al ragazzo a fianco a lui.

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