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"Voglio pensare al presente, il futuro mi fa paura"
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I raggi del sole riescono a svegliarmi prima del dovuto, ieri è stata una giornata intensa. Non prevedo nulla di buono per oggi. Il mio primo giorno in un orfanotrofio, buio e tetro.

Non so quando inizieranno le lezioni, siamo a fine agosto quindi credo di avere un po' di tempo per rilassarmi.
Fa un caldo bestiale e in questo posto sperduto sul confine tra Nebraska e Iowa non c'è mare. Solo laghi freddi pieni di alghe e questa è una cosa che odio.

"A che pensi?" Tra tutti i miei dilemmi non mi sono resa conto che quell'essere si è svegliato. "Questo vale come verità?"

"Assolutamente no, a proposito alzati abbiamo da fare oggi." Mi guarda come ad incitarmi. "Ma sono solo le otto." Mi lamento.

"Ascolta questa è la prima parte del nostro accordo, alzati e non fare storie." Parla lui che non la smetteva di russare. Prendo il telefono sperando in qualche messaggio importante ma trovo solo qualche 'mi manchi' da qualche ragazza della mia vecchia scuola. Sono dolci, almeno loro mi pensano.

Metto una maglietta e un pantaloncino a caso, "Bene mocciosetta, oggi avrai l'onore di conoscere il mio migliore amico, però dobbiamo raggiungerlo, fuori di qui." lo guardo per capire quale sia il problema. "Il fatto è che, primo già è strano che tu sia in camera con me, secondo, non fanno uscire nessuno senza un motivo valido."

"Quindi?" Non riesco davvero a capire ho solo un brutto presentimento.
"Tu dovrai dire una piccola bugia. Andremo insieme a prendere altre cose a casa tua, a salutare gli amici, quello che ti pare."

"Non ci penso nemmeno, non puoi obbligarmi" sorride "Oh ma certo che posso."

***

"Si signorina, ho dimenticato delle cose importanti a casa, poi non ho salutato i miei amici, mi dispiacerebbe troppo scomparire così all'improvviso, mi sentirei una cattiva persona" cerco di essere il più convincente possibile, anche se lo trovo difficile, calcolando che quell'idiota di Jack non la smette di ridere

"D'accordo vuole che la faccia accompagnare da qualcuno?"
"No per questo c'è Jack, mi ha detto di conoscere la strada, poi lo trovo anche un buon modo per conoscerlo visto che il viaggio sarà lungo" sembra essere convinta.

Annuisce e poi si fa più seria "Stia attenta signorina Bruce, soprattutto con Johnson" lo sussurra in modo che il diretto interessato non ascolti.

***

"Hai sprecato il tuo obbligo" gli urlo quasi contro mentre siamo nel parcheggio "Ma scherzi? Ne è valsa la pena, sei stata fantastica" ridacchia e io non posso trattenere un sorriso.

"Allora la macchina?" chiedo seguendolo. Non mi risponde e si ferma davanti ad una moto gigantesca, una Agusta F4 R312, un motore a quattro cilindri da 998 cc e 183 cavalli. È di colore nero. "Mocciosa, questa è la mia ragione di vita, tesoro, questa è la mia nuova, strana, compagna di stanza" mi indica, ah, la strana sarei io.

Rimango a bocca aperta a guardarla, quando stavo con Walter, nonostante facesse il bravo ragazzo, mi aveva fatto appassionare a qualunque tipo di moto, con mio padre, leggevo libri, riviste, vedevo video. Le amavo e le amo ancora, l'unica cosa che è rimasta dopo l'incidente. Sono riuscita a superare la morte di mia madre, spegnendo tutto, non provo più nulla, però mi manca terribilmente e questo non fa altro che ricordarmi dei suoi "Stai attenta" quando salivo su una moto...

Truth or Dare?Where stories live. Discover now