"Andy, ehi.. sveglia. Diamine, stai sudando come non so'cosa!"
Spalancai gli occhi quasi di scatto nell'udire quella melodiosa voce e mi misi seduto a gambe incrociate a mo' d'indiano al centro del letto singolo, avevo avuto un'altro dei miei incubi peggiori, non mi ero nemmeno reso conto che mi fossi addormentato di nuovo.
Da un mese a quella parte mi sembrava di vivere in un fottuto film horror: Non facevo altro che sognare la morte dei miei genitori. Ogni volta mi svegliavo con il cuore in gola e senza fiato, infatti mi ci vollero un paio di minuti prima di riprendermi.
Mi voltai lentamente e mi sorpresi nel vedere Michael seduto accanto a me, sembrava preoccupato. Non era andato via?
Senza emettere parola mi sfilai la maglia maleodorante che si era appiccicata al petto tatuato essendo una pozza d'acqua e la gettai sul pavimento.
Cercai con lo sguardo il cellulare e una volta trovato controllai l'ora, avevo dormito più del solito e per quanto volessi alzarmi non ci riuscivo, mi mancavano le forze.La stanza, pur essendo illuminata soltanto dalla luce del sole che filtrava dai fori della tapparella, riusciva a farmi notare ogni particolare del ragazzo al mio fianco. A differenza dell'ultima volta che ci eravamo visti il suo corpo era nascosto da una canotta aderente bianca e un paio di pantoloncini da basket del medesimo colore, eravamo a Giugno, quindi ci stava in pieno. Prese ad osservarmi con la fronte aggrottata e le braccia incrociate contro il petto.
"Che vuoi? Vai a rompere le palle altrove."
Mormorai con tono acido mentre fissavo il poster dei twenty-one pilots davanti a me, quella band era tra le mie preferite.
A quel punto sospirò a pieni polmoni e si alzò, immaginavo stesse andando via allora chiusi gli occhi ma improvvisamente me lo ritrovai a cavalcioni sul mio bacino coperto dagli skinny che avevo indossato poco prima, quando avevo intenzione di andare a scuola. Volevo mandarlo a farsi fottere e spingerlo via magari ma stranamente quella vicinanza mi faceva bene allora restai fermo, imbarazzato.
"Non hai fatto altro che urlare e piangere mentre dormivi, hai.. detto il mio nome."
Da quanto tempo era lì? Come avevo fatto a non sentirlo?
Ma soprattutto.. perchè avevo detto il suo nome?
Stavo per rispondergli, avevo intenzione di dirgli qualcosa del tipo "Dovresti prenotare una visita dall'otorino" oppure "Il tuo nome? Ma ti prego.. piuttosto avrò detto quello del mio gatto" ma sentii la porta d'ingresso aprirsi prima di chiudersi subito dopo e istintivamente spinsi all'indietro Michael che si ritrovò con la schiena premuta contro il materasso, sembrava confuso. In pratica l'unica persona ad avere le chiavi di casa oltre me e Ivan era Carolyn e se mi avesse visto in quella posizione con il ragazzo chissà cosa avrebbe pensato.
Mi alzai e mi diressi verso la cucina, ma non appena varcai la soglia della camera mi ritrovai davanti proprio chi sospettavo fosse.
"Ti sto chiamando dalle undici Biersack, ti credevo morto! Mh..Sai che giorno è..? Lo sai eh? Oggi sono tre mesi che stiamo insieme e mi hai lasciata sola!"
La sua voce squillante mi urtò tutti i sensi, era irritante... dio.
"Carolyn, non urlare.. ho mal di testa, merda. Si che me lo ricordavo."
Lei era decisamente la ragazza più bella e ricca dell'intera città, figlia di un noto stilista americano, vi lascio immaginare.
Aveva un corpo perfetto.. e sinceramente fu'quello a spingermi a farle la corte mesi fa'.
"Perfetto, allora dobbiamo festeggiare immediatamente"
Sussurrò ammiccando un'occhiolino.
'Festeggiare' era sinonimo di scopare detto da lei e per quanto ne avessi voglia dovevo rimandare, il mio letto era occupato, la stanza di Ivan sigillata e.. okay, il succo del problema era Michael, non mi andava di mandarlo fuori a calci.. ma intanto dovevo, così lasciai un veloce bacio sulle labbra della mia ragazza e gli chiesi di aspettarmi in cucina, stranamente senza protestare eseguì il mio ordine.
Ritornai in camera e chiusi la porta alle mie spalle, puntai i miei occhi chiari sul ragazzo disteso comodamente sul letto: fissava il soffitto con lo sguardo perso. Quando si rese conto della mia presenza si voltò verso di me e una ciocca ribelle dei suoi capelli castani gli cadde sul viso dai tratti delicati.
"Senti Michael d-.."
La mia frase restò sospesa nell'aria perchè m'interruppe, decisi così di ascoltarlo.
"So'cosa stai per chiedermi e la mia risposta è no, porta la tua cagna nell'hotel più avanti se hai tutta questa voglia di scoparla, questa è anche casa mia da oggi, pagherò la mia parte d'affitto come te quindi non puoi sbattermi fuori quando ti pare, okay.. 'Biersack'?"
Disse il tutto d'un fiato ma con tono pacato e per la prima volta dopo anni ero a corto di parole, mi limitai a inarcare un sopracciglio e a guardarlo in cagnesco mentre mi trattenni dal prenderlo a pugni, CRISTO. Si alzò e si avvicinò a me, eravamo vicini abbastanza da permettermi di sentire il suo fiato caldo combattere contro il mio.
Deglutii a fatica, istintivamente, abbassando il capo, non riuscivo a sostenere il suo sguardo furbo, il che era anormale..
Quel ragazzo di cui conoscevo solo il nome mi faceva uno strano effetto.
"Sei molto famoso tra i banchi di scuola e non solo, in ogni angolo di quella fottuta gabbia. Nei corridoi le ragazze non fanno altro che parlare di 'Andrew Dennis Biersack'. Credono di conoscerti, sperano di averti.. ma non sanno che tu sei come me."
Mormorò ad un soffio dalle mie labbra appena secche.
Non riuscivo a capire di cosa stesse parlando.
"Perchè ti ostini a fingerti etero?"
Continuò con voce roca lasciando cadere una mano sul mio addome scoperto che iniziò ad accarezzare con la punta delle dita.
Allora capii..
Retrocessi di un passo o due e con l'intento di allontanarmi da lui mi ritrovai con la schiena premuta contro il muro freddo.
".. Tu non sai nulla di me e sono più etero di chi ti ha messo al mondo, fidati. Adesso, prima che ti prendo a calci dove ti piacerebbe che t'infilassi il mio cazzo, vattene a fanculo finocchio di merda!"
Inumidì le labbra e sorrise.
Era uno di quei sorrisi rari che s'incontrano tre o quattro volte nella vita.
Con quelle due meravigliose labbra gonfie formò una curva pericolosa dove io mi schiantai e pur non conoscendolo il suo sorriso bastò a farmi sentire le farfalle nello stomaco.
"Andy.. non mentire a te stesso"
Quando lo vidi avvicinare il suo viso maggiormente al mio chiusi d'istinto gli occhi. Cosa stava succedendo..?
"Lasciati andare.."
Avvolse il mio bacino con le sue braccia possenti e nascose il volto nell'incavo profumato del mio collo.
"Non ti sei mai sentito così vulnerabile prima d'ora, vero? Così.. confuso, nervoso, imbarazzato a causa di qualcuno.."
Il suono della sua voce sulla mia pelle calda mi mandava a puttane il battito cardiaco.
"Oh.. al diavolo, non resisto più"
Sussurrò prima di baciarmi.
Poggiò con delicatezza le sue labbra rossastre sulle mie e wow..
Mai provato qualcosa di più bello.
Un brivido mi percorse l'intera schiena e le gambe cominciarono a tremare piano..
Non mi ero mai sentito così bene.
Le nostre lingue presero a danzare insieme e nel mentre gli circondai i fianchi con le braccia, più esili rispetto alle sue.
"BIERSACK, TI SEI ADDORMENTATO LÌ DENTRO?!"
Mi ero dimenticato della presenza di Carolyn, diamine.
Spinsi per la seconda volta in pochi minuti Michael lontano da me e uscii dalla stanza in fretta chiudendomi la porta alle spalle.
Ero sconvolto.Quel pomeriggio io e la mia ragazza scopammo senza sosta in cucina, lei credendo che in casa non ci fosse nessuno ansimava senza controllo il mio nome.
Io intanto speravo che Michael fosse uscito dalla finestra prima che lo spettacolo fosse iniziato.
Esatto, il mio pensiero cadde su'quel ragazzo anche in quell'occasione, non facevo altro che pensare al suo sorriso, alla sua bocca gonfia dopo il nostro bacio..
Ero fottuto.- SPAZIO AUTORE -
E boh.. continua a non piacermi.
Però piace al mio tipo e ai miei amici quindi è okay.
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✝ LOST IN ALL ✝
FanficQuesta storia racconta di un ventenne, Andy che a soli sedici anni ha perso i genitori a causa di un'incidente stradale. Da quel momento in poi non fu'più lo stesso, il dolore lo aveva trasformato in uno stronzo senza cuore, uno di quelli che non fa...