Mi sistemai prima di aprire; era Sacha, il mio ex ragazzo, ancora mi risultava difficile chiamarlo così.
Con lui fu tutto un bellissimo caso; ci conoscemmo al Circuito d'Australia quattro anni fa, io ero con mio fratello e lui con il suo e suo padre, il grande Alain Prost. Quel fine settimana non smettevamo di guardarci, ma nessuno si decideva a dire nulla. Quando iniziai l'università lui era lì, con i suoi capelli castano chiaro e quegli occhi verdi che avrebbero fatto innamorare chiunque, per non parlare del sorriso che fece vedendomi lì, a un metro da lui, un sorriso che avrebbe potuto illuminare il mondo intero.
Un mese dopo, senza altri indugi ci mettemmo insieme; la nostra storia durò tre anni e mezzo, e il nostro mondo si basava sul puro romanticismo; ma adesso, la cosa che ci legava era solo una grande amicizia e affetto l'uno per l'altra.
- Wolfie, vieni a salutarmi - disse appoggiato alla porta, il suo viso che trasmetteva tristezza.
- Mi mancherai tantissimo - ed era la verità, perché Sacha Prost era parte della mia vita, come un pezzo indispensabile del puzzle che è la mia vita, come un fratello maggiore.
Lo abbracciai fortissimo e lui mi rispose con un bacio sulle labbra.
- Sa...Sacha - dissi, allontanandomi un po' da lui.
- Mi dispiace Wolfie, mi dispiace - guardó per terra imbarazzato.
- Non ti preoccupare - alzò il mento e io gli dedicai un sorriso.
- Bene, allora... - abbassò lo sguardo per poi rialzarlo con un grande sorriso - Che te ne pare di una serata di videogiochi con il tuo ragazzo preferito? - gridò indicandosi.
- Mio fratello lo vedo domani - scherzai.
- Ah sì? - inarcò un sopracciglio.
- È uno scherzo, idiota.
- Lo so, mi adori, sì sono un amore, eddai, facciamo una partita a Fifa... - disse mentre accendeva la televisione.
- Suppongo di non avere scelta - risposi afferrando un telecomando che mi stava lanciato - Solo una partita, domani mi sveglio presto.
- Sei pesante, mamma mia. Giochiamo a Real Madrid - PSG? - chiese, tenendo tra le mani il telecomando.
- Io prendo il Real - dissi come se fosse ovvio.
- Che la partita inizi, piccola. Pronta a perdere?
- Pronto a essere umiliato davanti a tutta l'Europa?
Il tempo con Sacha passò volando, e quando in un'azione di riflesso guardai verso l'orologio e rimasi di pietra: era tardissimo.
- Saaaachaaaaaaaa! Sono le due di mattina, devi andartene. Oddio, è tardissimo, e io che avevo promesso a mio fratello di essere responsabile - dissi spegnendo la televisione mentre Sacha mi malediva in francese, perché era sul punto di vincere con il Chelsea.
- Juliet, per l'amor di Dio. A quest'ora i miei coinquilini staranno facendo di tutto tranne qualcosa di buono - disse guardandomi con un sorriso.
Io continuavo a restare seria. Lui mise il broncio.Oh mio dio.
Sacha era fottutamente adorabile quando metteva il broncio.
Irresistibile.
- Va bene, puoi rimanere - roteai gli occhi e prima che si emozionasse troppo aggiunsi - La stanza di mio fratello è infondo a destra.
- Ce l'avevo quasi fatta - mi guardò divertito.
- Quasi.
- Buona notte tesoro, se cambi idea sai già dove trovarmi. - Mi diede un bacio sulla guancia.
- Vai, prima che cambi idea - risi, con la mia risata strana, vedendo come se ne andava.
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Ci tengo a precisare che questa è soltanto una traduzione, la fanfiction è stata completamente ideata e scritta da RosbergshairF1Per tanto, se volete leggere la versione originale in spagnolo la trovate sul suo profilo.
Inoltre, nel caso riscontriate errori di traduzione o grammaticali nel testo, mi fareste un grande favore a segnalarmeli.
Grazie X
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You can be a champion, Nico Rosberg.
De TodoYou can be a champion, Nico Rosberg. || Italian translation La vita di Juliet subisce una grande svolta quando sua madre muore a causa di un tragico incidente e da quel giorno suo fratello si vede costretto ad accettare rapidamente un lavoro per po...