Quando pensiamo all'autunno ci vengono sempre in mente la scuola, la pioggia e le foglie rinsecchite. Eppure, ci sono un sacco di cose che ci dimentichiamo di nominare quando parliamo d'autunno, come la bellezza del mondo dopo la pioggia, l'odore di terra bagnata e l'umidità nell'aria, il vento che ti fa scompigliare dolcemente i capelli, le prime cioccolate calde e le castagne.
Personalmente ho sempre pensato che l'autunno fosse la stagione più melanconica e romantica tra tutte e nonostante io non mi definisca un tipo romantico, l'autunno è sempre stata la mia stagione preferita.
Mi è sempre piaciuto osservare, soprattutto il mondo e le persone intorno a me.
Ecco perchè, da quando mi ero trasferita a New York - due anni fa - avevo preso l'abitudine di sedermi ogni mattina sull'ampia panca, di fronte alla finestra per ammirare il panorama, insieme alla mia colazione e alla mia gatta, Rain, un gatto siberiano che i miei mi avevano regalato poco prima di andarmene da Miami, per tenermi compagnia.
La verità è che ho sempre detto di non aver bisogno di niente e nessuno. Sin da bambina rifiutavo l'aiuto di tutti e non volevo mai essere in debito con qualcuno. E questo è uno dei motivi per cui appena compiuti i 18 anni mi sono allontanata di casa, l'altro è l'università. Ho voluto seguire i miei sogni, semplice. E mi è andata male.
Sapete il detto secondo il se insegui i tuoi sogni: si realizzerà sempre. Probabilmente io sono l'eccezzione che conferma la regola. Non mi hanno ammesso all'università giornalistica, non ho mai trovato un fidanzato, non ho mai visto le stelle o il tramonto in compagnia di qualcuno a cui io tenga - oltre a Rain -, lavoro in una vecchia pasticceria, non ho mai fatto le classiche cazzate da liceale o da ventenne. Sono sempre rimasta chiusa nella mia bolla, se qualcuno si avvicina mi allontano d'istinto. Rifiuto tutti gli inviti a tutte le feste per studiare o lavorare. Diciamo che Dio ha voluto tapparmi le ali.
Ma va bene anche così, mi piace la compagnia della mia gatta, sto bene nella mia solitudine. Ho pochi amici e non riesco a fidarmi completamente nemmeno di loro. Indipendente. E' questo che ho detto ai miei prima di andarmene di casa: voglio essere indipendente, ma forse non ero ancora pronta, anche se non l'ho mai ammesso.
Ora ho vent'anni, sono cresciuta, ma la mia vita non è cambiata. Ritento ogni anno l'ammissione all'università, fallisco e mi ritrovo sempre a lavorare in quella pasticceria malmessa, gestita da una donna di 60 anni, una persona severa e con la battuta sempre sulla punta della lingua. Io sarei il suo contrario, sono più brava ad alzare le mani che a battermi a parole con gli altri.
L'unica cosa cambiata in due anni è il mio budget, drasticamente ridotto. A malapena riesco a pagare l'affitto. Infatti, grazie all'aiuto di una mia collega ho pensato di cercare un coinquilino. All'inizio ero un po' svogliata all'idea di una persona in casa mia, ma ho dovuto cedere quando ho visto che i soldi non bastavano e che era da tre mesi che non pagavo l'affitto, rimanendo sempre in debito col proprietario.
Ed è così che ho conosciuto Luke Hemmings. Grazie ad un volantino con scritto "cercasi coinquilino".
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yo, finalmente sono riuscita a pubblicare una storia che a me sembra decente. se avete commenti sia positivi che negativi mi farebbe piacere leggere le vostre recensioni. ♥
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Nothing Else Matters☞5sos
FanfictionQuando Luke Hemmings varcò la soglia di casa mia, mostrandomi il mio volantino con scritto "cercasi coinquilino", non avrei mai pensato che quel gigante biondo dagli occhi dello stesso colore della piombaggine a casa di mia madre potesse diventare i...