COME MAI NESSUNO - 14

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14. ANDREA

In serata, dopo che Kendra mi aveva chiamata disperata raccontandomi dell'episodio con Josh e di tutta quella dura delusione sul suo volto e nella sue parole, col morale sotto le suole delle scarpe, tornai al dormitorio, nella mia stanza. Dopo che Josh mi aveva riconosciuta ero andata praticamente in panico. Ero scappata via dal campus, telefonato a Kendra e rifugiatomi a casa di Pepper che in realtà si chiamava Kirsten. Mi ero data per malata a lavoro e avevo rinunciato a frequentare le lezioni, solo per non incontrare quegli occhi verdi traditi e amareggiati, che non mi avrebbero mai più guardata come prima.

Josh.

Quello scorbutico, odioso, arrogante e prepotente ragazzo dai modi di fare tanto rudi eppure tanto irresistibile. Che stendeva tutte con un solo sorriso dei suoi. E che mi mandava a fuoco soltanto sfiorandomi.

Avevo trascorso gli ultimi giorni a casa della mia collega che non mi aveva negato un po' di conforto momentaneo. Avevo pianto. Pianto tanto. Come avrei potuto affrontare oltre a Josh, che non mi avrebbe dato scampo, anche gli altri della band a cui mi ero affezionata?

E Kendra? Sarebbe venuto fuori anche di lei. Con Jared sembrava essere felice ma io ero riuscita a rovinare anche la felicità della mia amica.

Avevo mandato tutto a puttane.

Che fare? Avrei tirato fino alle vacanze natalizie, ormai mancava qualche giorno, e sarei sparita. Ecco che avrei fatto. In due settimane di vacanze avrebbero potuto dimenticarsi tutti di tutto. Io sarei tornata a gennaio per riprendere le lezioni ignorata da tutti e a fare i miei turni al The Mirror come avevo fatto fino a qualche tempo prima. Tenendo ben separata l'una dall'altra vita. Com'era sempre stato e come sarebbe dovuto sempre essere stato.

Dovevo chiudere col capitolo Josh.

Ci odiavamo. Anche se non potevamo sfiorarci senza finire a fare fuochi d'artificio. Sarebbe stato tutto più semplice ora che lui mi odiava e non mi voleva più vedere.

Quella sera avevo passato tutto il tempo a confortare Kendra, aveva bisogno di me, la convinsi infine che se avesse parlato con Jared lui avrebbe compreso e che, se ci teneva veramente a lei come sembrava, avrebbe sigillato tutto con un bacio strappamutande indimenticabile.

Kendra andò a lavoro decisa a chiarire tutto con Jared se fosse andato al locale quella sera, altrimenti lo avrebbe cercato il giorno dopo.

Relativamente contenta di essere tornata nella mia amata stanza, nel mio piccolo universo perfetto, seppure con l'amaro in bocca di aver ferito delle persone care, mi dedicai a me stessa. Studiai, stetti al computer, lessi la mia copia personale di Cime Tempestose, tutto pur di tenermi impegnata. Non avevo fame quindi non mangiai. Sul tardi andai a fare la doccia nel bagno comune del piano. Rimasi a lungo in lacrime sotto il getto d'acqua calda, come per lavare via tutto lo stress accumulato quei giorni ad arrovellare quel mio povero cervellino.

Quando uscii nel corridoio sentii subito un gran fracasso. Urla, tonfi, una bottiglia che si frantumò. Quando svoltai l'angolo mi travolse un tuffo al cuore ritrovandomi davanti uno scenario surreale.

- Scricciolo!!!! Aprimi quant'è vero Dio la butto giù questa fottuta porta!!!! Cazzo!!!! - vidi imprecare il cantante evidentemente ubriaco sbattendo i pugni sull'uscio

- Smettila coglione e ripulisci il bordello che hai combinato!!! - lo sgridò Samantha prendendolo per il gomito

- Mollami!! - strattonò goffamente il braccio lui dando poi un calcio alla porta - ... Fanculo!!!! Apri!!! Porca troia!!!

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