Prologo

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Era inizio marzo, notte piovosa e fredda. Diana aveva appena finito di studiare.  Era una ragazza davvero studiosa, che metteva impegno in ciò che credeva. E lei credeva avrebbe realizzato a pieno o in parte il suo sogno. Il canto. Si diceva sempre che non aveva una gran voce, ma era una ragazza davvero confusionaria tanto che due minuti dopo si ritrovava con la speranza nel cuore e i film da Oscar nella testa. Si immaginava lei in un palco, che suonava la sua amata chitarra con i suoi capelli per metà viola che le sfuggivano dal capello e i suoi fan che cantavano insieme a lei. Troppa immaginazione? Vero, ma Diana era così. Prendeva un volo solo andata per l'isola dei viaggi mentali e non ritornava. Non le entusiasmava il suo futuro come guida turistica, se proprio non sarebbe riuscita a realizzare questo sogno. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di lavorare nel mondo della musica, come laurearsi in ingegneria musicale. Voleva capirne davvero tanto, quanto o più di suo padre. La differenza è che lui aveva fatto un semplice corso di ingegneria. Si sentiva un po' idiota quando le spigava qualcosa. Voleva sapere com'era fatta una cassa, e come si utilizzava gli strumenti di mixaggio, voleva capire come funzionavano le frequenze, e come ne reagiva addirittura il cervello umano. Lei e suo padre erano davvero simili, e questo era una cosa lei apprezzava. La musica per lei era vita, respiro. Senza di essa non avrebbe superato le mille difficoltà che aveva ogni giorno. C'erano alcune canzoni che bastava un motivetto lento e le ascoltava a ripetizioni anche settimane. Se la canzone aveva un testo davvero significativo, allora Diana ne andava pazza. La cosa peggiore è che, in poche settimane lei riesce a imparare la canzone con la chitarra e poi a cantarla. Quando le piaceva davvero, e l'aveva colpita allora lei di riprometteva che doveva impararla. Più canzoni sapeva, meglio stava in pace. 

A volte si prendeva in giro, perché se mai fosse diventata una cantate, sarebbe stata la prima cantante bassa, ah no c'era Édith Piaf*, allora sarebbe stata la seconda cantate ad essere bassa. Dopo che ebbe sistemato la camera, Diana si fece del buon tè e prese il pc. Aveva la testa che vagava sempre sulla musica e iniziò a cercare qualche informazione su X-Factor uk, tanto che dopo mezz'ora di ricerca aveva davanti la pagina di iscrizione per l'audizione. Si disse "Ma si, tanto non mi chiameranno mai...". Compilò con tutti i suoi dati, fino ad arrivare all'ultima pagina, e cliccare su "send". Ora doveva aspettare, o sperare. 


*Cantautrice francese, alta 1,47 tra gli anni 30-60. Chiamato così per la sua bassa statura e la voce da usignolo. 

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