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Mi sono svegliata leggera dopo essermi coricata con certi macigni sul cuore, mi sono riempita i polmoni con la frizzante brezza mattutina sorridendo ad un cielo troppo indeciso, troppe sfumature meravigliose per concedersi ad una soltanto.
La voglia di fuggire lontano dalla frenetica monotonia mi ha pervaso l'esistenza ed ora la mia mentre si ritrova ad esplorare sconfinati prati verdi cogliendo qua e là qualche fiore che odora nella sua essenzialità di eterna felicità; l'immaginazione non conosce confini e si spinge laddove tu fisicamente non oseresti minimamente arrivare. E mi ritrovo così a sporgermi giù per un precipizio, osservo il mare impetuoso sotto di me e mi sento così impotente, sottomessa da tale forza espressiva, alcuni schizzi d'acqua mi violentano il viso quasi a volermi far ricordare che è il mare stesso ad aver creato i miei occhi, la mia mente stravagante e la mia fluida anima libertina.
Non posso far altro che indietreggiare davanti a cotanta forza naturale, me ne vado con i miei fragili piedi incidendo nel grumoso terreno passi decisi e sicuri della strada che stanno marcando, la mia mente ha catturato elementi sufficienti per purificarsi, il mio cuore ormai saturo ha ripreso a battere nel suo corretto ritmo. La parte più interessante la si ritrova però sul volto, dentro al sorriso inebriato e alle iridi che si sono colorate a seconda della cromatura di ciò che hanno osservato più intensamente e la vita improvvisamente pare più leggera.

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