OLIO SU TELA - hot fantasy

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«E con questo abbiamo affrontato anche l'ultimo step che mi ero prefissato di proporvi. Vi ho spiegato le tecniche, le proporzioni, le regole base. Ora tocca a voi metterle a frutto tenendo presente che non c'è solo la tecnica, quella è solto il primo passaggio, l'abc per cominciare. Tutto il resto deve venire da voi, dal vostro estro, dalla vostra creatività, dalle vostre emozioni che fisserete sulla tela creando a vostra volta emozioni in chi la ammira.»

La voce di Carlo Federico Marini era suadente, roca al punto giusto, coinvolgente mentre dava le ultime indicazioni al gruppo del corso di pittura, formato prevalentemente da ragazzi e adulti con una scarsa preparazione artistica di base, ma che si erano voluti mettere alla prova su un campo nuovo.

Era stato così anche per Valentina. Aveva fatto un percorso di studi tecnici scegliendo un istituto turistico perché da sempre amava le lingue, ma non se l'era sentita di partire proprio da un liceo linguistico. Poi, all'università, aveva deciso di cambiare completamente rotta e di darsi una laurea in matematica.

Quello dell'arte era un percorso che proprio le mancava, se si escludeva l'approccio avuto alle scuole medie, ma che per forza di cose, non poteva che essere limitato e costituire soltanto un assaggio di ciò che poteva essere quel meraviglioso mondo di cui si sentiva tanto estranea.

Le era sempre rimasta questa curiosità nel cuore, la voglia di sperimentare qualcosa che fosse completamente al di fuori dai suoi studi e che però continuava ad intrigarla. Il classico sogno nel cassetto che ad intervalli regolari ricompare, suscitando curiosità e reclamando di essere soddisfatto.

In particolare, Valentina aveva voglia di sperimentare la pittura, la possibilità di trasformare un'idea, un'immagine della sua mente in qualcosa di figurativo che anche gli altri potessero cogliere al volo, capace di suscitare una reazione immediata, di approvazione o di rifiuto che fosse.

Il bello della pittura era proprio questo: ognuno poteva darne l'interpretazione che preferiva e lo poteva fare immediatamente, anche senza soffermarsi a lungo sull'opera, sulla semplice onda delle emozioni che sentiva e delle sensazioni che gli provocava. Non era come per un film, per un libro, che avrebbero richiesto tempo per coglierne almeno i tratti principali o per sapere come la storia finiva.
No, la pittura permetteva di dare una valutazione d'insieme già dalla prima occhiata. Tutto era là, sotto i tuoi occhi e già potevi avvertire le sensazioni, le emozioni, le vibrazioni che l'opera ti trasmetteva.

Quest'idea la affascinava e le faceva ancora di più avvertire la sua carenza. Soprattutto le sarebbe piaciuto, per una volta, essere la persona in grado di suscitare questa reazione negli altri, così come finora erano stati gli altri a darle questa possibilità.

Quando aveva visto quella locandina, che pubblicizzava un corso d'arte per principianti, era stato più forte di lei. Sembrava un segno del destino messo davanti ai suoi occhi perché lo cogliesse, perché finalmente tirasse fuori quel sogno dal cassetto, così come il prestigiatore estrae il coniglio bianco dal cilindro.

Valentina aveva finalmente la possibilità di materializzare il suo sogno e non poteva di certo farsela sfuggire.

Certi treni non passano due volte nella vita.

Soprattutto perché si faceva anche il nome di Carlo Federico Marini ed il suo stupore era alle stelle. Anche se il mondo dell'arte non le apparteneva come avrebbe voluto, sapeva chi fosse, le era giunta alle orecchie la sua fama a livello internazionale e poter leggere il suo nome nero su bianco su quella locandina stuzzicò ancora di più la sua curiosità.

E la cosa più singolare era che il corso non era rivolto ad un'élite di persone già competenti per formazione o attitudine, ma un regalo agli inesperti, a quelli che come lei nutrivano soltanto una passione per una cosa che non conoscevano fino in fondo.