[Capitolo 2]

407 35 8
                                    

Mi risvegliai sul divanetto di una stanza. La stanza era non molto grande, e arredata da, appunto, il divanetto, un letto ed un armadio. I muri, di un grigio spoglio... ma ci fu una cosa che mi inquietò parecchio. Era pieno dibambole identiche a me. Uguali spiccicate, alcune senza testa, o senza un braccio o una gamba, altre ancora con i capelli mezzi tagliati o addirittura nude. Lanciai un urlo, era orribile. Ed il bello è che dai punti in cui erano rottebusciva perfino sangue. La porta della stanza si aprì, rovalando un ragazzo alto, dal fisico slanciato e muscoloso, i capelli erano lunghi e rossastri, quasi fucsia, mentre gli occhi erano di un verde florescente e sotto all'occhio sinistro aveva un tatuaggio. Era vestito in modo strano, ed in mano aveva una specie di sega. Ed era interamente sporca di sangue. Mi rivolse un sorriso dolce, che inspiegabilmente, mi rassicurò. Gettò via la sega sporca, e so avvicinò a me, tendendomi una mano. "Ciao, Kam. Io sono Jason." Io strinsi la mano esitante, poi senza lasciarmi la mano, mi attirò a se, facendomi poggiare la testa al suo petto, inziando ad accarezzarmi i capelli. Arrossi, ma mi rilassai, non so... mi sentivo come.. come se fosse una cosa di sempre. "Finalmente bambolina. Ti ho ritrovata.." io alzai losguardo verso di lui, perplessa. "Co..come? Ti sbagli...forse...forse mi scambi per qualcun'altra.." balbettai, ancora rossa. Devo ammettere però, che è davvero un bel ragazzo. Ha un'aria familiare... bah, sarà..

"Oh, piccola Kam. Tu non ricordi..." disse, con tono malinconico, guardandomi dispiaciuto, poi mi fece poggiare la testa al suo petto accarezzandomi i capelli. Mi rilassai, sorridendo e stringendomi a lui, mi sentivo bene... mi smbrava di essere ancora una bambina in quel momento.

"Jason.." mormorai....

"Dimmi, Kam." Rispose, con voce calda e dolce, facendomi rilassare di più. "Io...cioè, mi sei famigliare. Mi sembra di averti già visto.. ma non ricordo proprio nulla." Alzai lo sguardo verso di lui, che mi guardava sorridendo dolcemente. "È normale... piccola mia." Disse, poi si separò dall'ammbraccio, ed improvvisamente... non so, sentii di nuovo freddo. "Riposati, ci vediamo domani" disse sorridendo, raccogliendo le bambole a terra e pulendo, uscendo dalla stanza.
Così, mi coricai sul letto, stringendomi nel mio cappotto. Addormentandomi.

I'm your dolly, Jas...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora