14

1.6K 199 81
                                    

c a p i t o l o  q u a t t o r d i c i :

Nella scuola di Baekhyun c'erano un'infinità di ragazzi con i capelli colorati, ce n'era poi un'altra quantità con i capelli rossi, colore molto in voga in quel periodo a quanto pare.

Perciò scervellarsi a pensare chi potesse essere era alquanto inutile, addirittura il suo compagno di banco aveva i capelli rossi, ormai sbiaditi alle punte e quanto più marroncini alla radice ma un tempo erano stati di un rosso assai lucente.

Park Chanyeol, che fosse lui? totalmente fuori questione,
aveva una ragazza, a giudicare dalle voci di corridoio, Baekhyun l'aveva vista un paio di volte aspettare il più grande fuori da scuola, per poi sparire insieme a lui in mezzo alla folla.

Sospirò sconsolato, decidendo di non rispondere; lo innervosiva non sapere chi fosse, quel misterioso ragazzo era il primo che sembrava essere davvero interessato a lui, ed odiava che non potesse dimostrargli quanto gli fosse grato.

Prese la piccola rosa di carta, era questo l'origama fatto dall'amiratore,  il biglietto e li ripose con cura nel suo zaino per poi avviarsi verso l'uscita oramai deserta.

Era rimasto a scuola dopo le lezioni perché si era soffermato nella biblioteca scolastica alla ricerca del libro che gli serviva per la ricerca di storia e mentre correva verso l'uscita, la fortuna sicuramente non era dalla sua parte poiché si scontro con un povero malcapitato facendo così svolazzare tutti i fogli che aveva in mano e ricadendo di schiena sul suo zaino.

«Aish 'sta attento diamine!»

Quella voce, gli era familiare.

Chanyeol.

«Tieni questi penso siano i tuoi»
continuò porgendogli i fogli che erano caduti in una pila ordinata.

Stavo per ringraziarlo quando mi accorsi che ero letteralmente seduto sul mio zaino.

«NO NO NO! » mi alzai, aprendo il mio zaino frettolosamente sotto lo sguardo confuso del maggiore davanti a me.

Nulla da fare la bellissima rosa di carta era diventata un ammasso schiacciato di carta pesta.

Sbuffai.

«No non è possibile.» sussurrai, rigirandomi tra le mani la rosa ormai distrutta.

«Tutto okay?» se non fosse stato per la sua voce non mi sarei nemmeno ricordato che il maggiore era ancora lì ad assistere a quella scena patetica.

Scossi la testa. «No, sono un distatro l'ho rovinato, dannazione.» la voce mi uscì un gracchio stridulo che mi fece diventare le guance rosse e gli occhi lucidi.

Non mi ero nemmeno accorto che stavo piangendo almeno fino a quando la mia voce non uscì interrotta da alcuni singhiozzi che mi rendevano ancora più patetico.

«Ehi è solo un pezzo di carta.»

Quelle parole fecero crescere in me una tale rabbia che mai avevo provato prima, come poteva dire che quello fosse solo un pezzo di carta, razza di elefante dalle orecchie a sventola.

«Sta zitto. Questo non è un semplice pezzo di carta, è speciale, ed è fatto da qualcuno che, – singhiozzò – che mi vuole davvero bene, ed io l'ho distrutto.»

Aveva singhiozzato quelle parole davanti a una persona che non aveva colpe, era lui che stava correndo, per difendere qualcuno che nemmeno aveva la certezza avrebbe mai incontrato, eppure il mio corpo si era mosso da solo, la mia bocca aveva parlato completamente da sola senza che io avessi la possibilità di riflettere e mi era sembrato così giusto farlo.

«Guardami» disse lui.

Alzai lo sguardo e puntai i miei occhi nei suoi, una strana sensazione mi attraverso la schiena, un brivido lungo tutta la colonna vertebrale.

«Scusami. » disse soltanto, sembra combattuto ma forse era solo la solita espressione che si portava dietro. Si alzò da terra riconsegnandomi i fogli per la seconda volta, salutandomi con un cenno, prima di allontanarsi verso l'uscita.

Non avrei mai capito cosa Park Chanyeol si portava dietro.

Autrice.
Grazie a tutti per il magnifico supporto che mi state dando,
spero di non deludervi, al prossimo aggiornamento.

Sophie.

Paper flowers, Chanbaek.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora