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Come ogni giorno Baekhyun si diresse nel giardino dietro la scuola per aspettare il ragazzo, posò il suo zaino a terra e si sedette sulla panchina malridotta, era triste la giornata era stata più faticosa del solito.

Guardandosi intorno non potette non notare che quel giardino era un vero disastro, le erbacce erano alte e secche e tutto sembrava essere abbandonato a se stesso, però c'era un qualcosa in quel posto che lo affascinava, forse era la grande quercia che gli faceva ombra o magari il piccolo roseto abbandonato nell'angolo che contro ogni avversità continuava a crescere, non lo sapeva ma stare lì non gli dispiaceva affatto.

Quel giorno per far sì che il tempo passasse si mise a leggere, Murakami precisamente Kafka sulla spiaggia, uno degli autori che più amava, spiacevolmente però una voce lo riportò alla realtà.

«Ma guarda un po' qui chi c'è» Lay, ed il suo gruppo di idioti.

Baekhyun non aveva mai avuto l'occasione di parlargli, per fortuna ma non godevano di una buona nomina a scuola, erano quei soliti ragazzi che si divertivano a fare gli sgambetti alle matricole e rubare la merenda a quelli
più emarginati.

«Che ci fa tutto solo? aspetti il fidanzato?» continuò quest'ultimo prendendogli il libro dalle mani ridacchiando.

Baekhyun alzò gli occhi al cielo, facendo per alzarsi e riprendere il libro, ma Kris, un altro del gruppo lo spinse nuovamente sulla panchina.

«Fai il saccente? Sai che ti cercavamo da un po'? » chiese Kris. Il minore non potete che aggrottare la fronte, cercarlo? per quale motivo.

«Inutile che fai quella faccia da fesso, hai fatto la spia durante la seconda ora di etica, ricordi?» questa volta fu Zitao a parlare, un ragazzo dalla strana faccia allungata e gli occhi così piccoli da sembrare costantemente minacciosi.

Baekhyun non sapeva esattamente di cosa stessero parlando, ma una leggera ansia cominciò a pervaderlo, come
una morsa al cuore.

«Insegnamo a questo ragazzino la vera etica.» disse Kris guardandolo.

Successe tutto troppo velocemente, Baekhyun venne preso per il colletto della divisa scolastica, prima di essere spinto a terra ma proprio quando  stava per essere colpito sentì una voce alle sue spalle.

«Tre contro uno, siete davvero forti.»

Non servì nemmeno che si girasse, sapeva esattamente di chi fosse quella voce.

Chanyeol, quel ragazzo aveva la rara abilità di spuntare dal nulla.

«Ecco il fidanzato che stava aspettando mh? Chanyeol del quarto anno, effettivamente due sfigati come non potevano far coppia?» rise Lay, rivolgendosi agli altri.

Chanyeol dovette aver approfitto di quel frangente perché colpi in pieno viso il quest'ultimo facendolo finire a terra.

«Pezzo di merda levati il suo nome dalla bocca.» rispose solo, mentre gli altri aiutavo l'amico a terra a rimettersi in piedi.

Chanyeol mi porse la mano, prima di portarmi via da lì, le nostre mani non si separarono finché non arrivammo alla fermata del bus.

La sua mano era arrossata sulle nocche, in alcuni punti più di altri ma sembrava non farci nemmeno caso.

«Grazie.» sussurrai.

Fu strano, non ero mai stato timido con lui eppure mi sentivo dannatamente in colpa. «la mano, ti fa male?»
continuai.

Lui semplicemente scosse la testa, guardandomi.

«Non andare più la dietro, sta volta c'ero io ma non sarà sempre così.»

Paper flowers, Chanbaek.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora