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Ansia, ecco cosa sentiva Baekhyun in quel momento, oltre al battito del cuore accelerato e le mani sudate.  Non gli sembrava vero, aveva aspettato quel momento per così tanto tempo che ora aveva il terrore che fosse tutta una presa in giro, che magari il suo ammiratore altro non era che un bullo della scuola o chissà cosa.

Tutte paranoie che non avevano un minimo di senso, c'era qualcosa nel cuore del ragazzo che altro non vedeva che purezza in quei messaggi, eppure Baekhyun non riusciva proprio a stare tranquillo, la sua mente non riusciva a smettere di pensare agli scenari peggiori, alcuni tanto improbabili quanto impossibili.

Erano le cinque precise e oramai nella scuola non c'era più nessuno, se non Baekhyun, l'aria era pregna dell'odore di pioggia, grosse nuvole minacciavano l'orizzonte ma niente l'avrebbe fermato, nemmeno una tempesta a regola d'arte.

Si avviò verso il giardino, camminò fin sotto la quercia, il suo sguardo vago un pò come al solito le erbaccie ora brillavano a causa delle goccioline di pioggia che pian piano avevano cominciato a cadere, ed i rami della grande quercia si muovevano a ritmo del vento, le foglie che sotto il peso delle gocce accumulate lasciavano scivolare l'acqua facendola sulla camicia della divisa e quasi si maledisse per non essersi portato un ombrello.

«Vuoi finire per prenderti un malanno?» 

Baekhyun sussultò alla voce profonda dietro di lui.

Di nuovo Park Chanyeol, sbuffò imbronciato mentre veniva coperto dall'ombrello dell'altro.

«Chanyeol io starei aspettando qualcuno.»

gli disse il minore sperando che il ragazzo leggesse fra le righe, non voleva essere scortese ma non voleva che il suo ammiratore vedendo l'altro lì si facesse strane idee.

«Baekhyun, se me ne vado io non arriverà nessun ammiratore.»

Vuoto, il cervello del minore si spense per qualche secondo, un secondo che gli servì a riavvolgere il nastro di tutti quei mesi trascorsi, di tutti gli indizi che inevitabilmente avevano portato Park Chanyeol come principale sospettato, il colore di capelli, la calligrafia, le strane coincidenze alle quali lui non aveva prestato minimamente attenzione troppo occupato a combattere con ì propri sentimenti da essere inevitabile cieco.

Il maggiore dovette aver interpretato male quella totale assenza di una reazione concreta da parte del maggiore tanto che continuò riprendendo parola. 

«So che non sono la persona che ti aspettavi, anche se non ho la minima idea di chi ti aspettasi ma sono abbastanza certo che non sono io, tutto questo è assurdo lo so. Non dovevo iniziare questa cosa dei bigliettini, delle rose e ti giuro che ero intenzionato a smettere però poi quel giorno, quando ci scontrammo nei corridoi, ho visto quando tu tenessi a quelle rose e cazzo... ti giuro, vederti piangere per degli stupidi pezzi di carta che ti avevo scritto, non lo so, ho capito quanto fossi puro e quanto non ti meritassi ma cristo Baekhyun, ti voglio come mai ho desiderato qualcuno in vita mia. Ti desidero da quando ho incontrato il tuo sguardo, dalla prima volta che mi hai sorriso, dio Baekhyun sei la mia condanna a morte e non so cosa volessi fare io oggi, ma sono grato che tu sia qui perché non avrei potuto portarmi dietro questo segreto neanche un secondo di più ed ora se vuoi andartene, odiarmi, urlarmi contr-»

Chanyeol non riuscì a finire la frase che le dolci e morbide labbra del minore vennero a conttato con le sue martoriate dall'ansia. Un tocco breve, impacciato, ma che servì più delle mille parole che mai avrebbe potuto dirsi.

«Quanto mi hai fatto aspettare, Park Chanyeol.»

Paper flowers, Chanbaek.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora